MIRANO. Le note di «Bella Ciao» in Consiglio comunale per dire no all'intitolazione di una via ad Almirante. L'Anpi, l'Associazione nazionale dei partigiani, scende in piazza contro le decisioni della giunta e invade l'aula con slogan e bandiere, contestando pubblicamente Roberto Cappelletto. Il ritrovo dei partigiani, insieme ai partiti del centrosinistra, inizia simbolicamente in piazza Martiri della Libertà. Libertà invocata da circa 60 tra reduci e giovani, arrivati per denunciare la beffa di una via Almirante che sorgerà vicino a via Matteotti, ucciso dai fascisti. «Nessun riguardo da parte di questa giunta per chi ha vissuto in questo Paese, lottando per la libertà - accusa Bruno Tonolo, segretario del'Anpi miranese - tolgano il nome di Almirante tra le vie di questa città o invaderemo di nuovo questa piazza di bandiere». Il cuore di Tonolo e di molti altri partigiani batte ancora forte per la grande manifestazione di un anno fa contro il razzismo. Tra loro strappa applausi la requisitoria storica del segretario provinciale Marcello Basso: «Abbiamo già riempito questa piazza - dice - se servirà faremo un'altra manifestazione, più grande». E qualcuno il cartello della nuova via lo porta in piazza, un provocatorio: «Via Giorgio Almirante, razzista e fucilatore». A megafono spento partigiani e sinistra parlano di mobilitazione permanente: nessuna tregua finché la giunta non farà retromarcia. Altrimenti Tonolo avverte: «Scenderemo in piazza a chiedere le dimissioni del sindaco». Tra i manifestanti c'è anche il consigliere regionale del Prc Pietrangelo Pettenò: «Mirano città simbolo dell'antifascismo - ricorda - e prima ancora Chioggia: il disegno è chiaro». Il corteo sfila verso la sala consiliare di villa Errera, che d'ora in poi dovrebbe chiamarsi Caduti delle foibe, intonando canti della Resistenza. In aula la tensione sale velocemente. Luigi Gasparini, Prc, concorda la lettura di documento contrario alla giunta, per non esacerbare gli animi. Cappelletto dà l'ok, ma sottolinea: «Noi siamo democratici, ascoltiamo le idee di tutti. Beninteso che l'Anpi rappresenta solo una parte dei cittadini». E' la provocazione che scatena il coro di «Bella Ciao», intonato più volte da partigiani e giovani che zittiscono il sindaco.
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