Sabato 12 maggio alcuni gruppi della Parma Antifascista si sono riuniti nel quartiere Montanara, al fianco del Comitato Antifascista, perché, fin dal primo pomeriggio, inaspettatamenente, gli abitanti hanno trovato le vie limitrofe alla sede di CasaPound presidiate da camionette e volanti della polizia; una situazione di militarizzazione che non è sicuramente facile da sopportare e che in quartiere si è già presentata più volte a causa della presenza della sede fascista. Già immaginiamo la prevedibile risposta dei camerati: questo disagio è provocato dalle contestazioni continue della Parma Antifascista; ma se l'antifascismo è un valore riconosciuto dalla Costituzione, altrettanto riconosciuto e legittimo dovrebbe essere il dissenso verso chi si dichiara fascista oggi e la volontà popolare di quanti hanno, sin dalla prima comparsa del gruppo in città, sempre svelato la vera natura dei "fascisti del terzo millennio". Natura che sabato si è finalmente dimostrata nella sua interezza.
E' da quando è arrivata la sedicente associazione che il Comitato si è fatto portavoce del disagio dei residenti nel dover sopportare la provocatoria presenza dei fascisti nel quartiere, un quartiere da sempre legato ai valori dell'antifascismo e della condivisione pacifica. Pensiamo che la volontà popolare dovrebbe essere accolta e presa una volta per tutte in considerazione, non risolta con la militarizzazione. Una militarizzazione che tra l'altro ha sempre avuto lo scopo di proteggere chi dovrebbe essere dichiarato fuorilegge. Questo è un primo enorme paradosso: le forze dell'ordine, funzionari di questo stato che si dice antifascista, invece di difendere gli abitanti del quartiere, difendono un manipolo di neofascisti. E' un paradosso, ma non ci stupisce: è una brutta storia che dura dagli anni 70, quella delle simpatie fasciste all'interno dei corpi di polizia e la connivenza con diversi apparati dello stato. Questa consapevolezza ci ha portato ad assumerci la responsabilità di difendere e praticare in prima persona una vigilanza costante per una città libera da forme di fascismo e razzismo; antifascismo e antirazzismo, due valori cardine per una convivenza pacifica e libera tra le persone. Lo spazio concesso ai fascisti in questo senso non è solo vergognoso ma anche provocatorio.
Ci preme chiarire che la militarizzazione è iniziata prima dell'arrivo dei rappresentanti del Comitato e che le provocazioni da parte dei fascisti sono iniziate ben prima dell'attacco dei circolo Arci Minerva. Questo è un secondo paradosso: gli abitanti avevano chiesto ai responsabili delle forze dell'ordine di scortare i fascisti fuori dal quartiere al termine della loro iniziativa, al fine di evitare provocazioni in quartiere, per garantire la sicurezza di tutti i residenti. Anche in questo caso, i tutori dell'ordine hanno invece preferito caricare le persone che si stavano riunendo in solidarietà al Comitato Antifascista e permettere ai fascisti di girare liberamente per le vie del quartiere.
E qui, smentiamo quanto riportato dalla stampa e dai dirigenti della polizia: le forze dell'ordine non si sono MAI allontanate dal quartiere, avendo sempre la situazione sott'occhio; in via Carmignani, dove vi è la sede del Circolo Arci Minerva, sostavano i funzionari della Digos che hanno permesso ai fascisti, armati di tutto punto (catene, cinghie, tirapugni, cutter, bottiglie...) di arrivare fino a pochi metri dal circolo. Non è assolutamente accettabile che le forze dell'ordine abbiano permesso l'attacco di un locale pubblico di quartiere, mettendo in pericolo gli avventori e tutti gli abitanti della via. L'attacco è stato respinto sia dagli antifascisti ancora lì presenti che da molti ragazzi del Circolo Arci Minerva, a cui diamo tutta la nostra solidarietà. Questa resistenza ha impedito che i fascisti arrivassero nel locale e ha tutelato tutte le persone che, impaurite vi si erano rifugiate all'interno. Ci dispiace che l'ospitale Circolo Arci abbia dovuto sopportare una simile situazione, e nei prossimi giorni ci attiveremo per qualsiasi necessità di cui il circolo abbia bisogno.
Durante questo attacco, i dirigenti lì presenti si sono semplicemente limitati ad osservare la scena; le camionette e i celerini sopraggiunti dopo, si sono schierati DIETRO i fascisti, preparandosi ad attaccare chi invece stava di fatto difendendo il circolo. Lo schieramento dei celerini ha ovviamente fatto arretrare tutte le persone a difesa del circolo.
E non è tutto: con rabbia abbiamo osservato tutti i poliziotti farsi da parte per concedere la libera via ai fascisti che si sono allontanati con le mani alzate, si, ma ancora armati di tutto punto. Per questo ci chiediamo che senso abbia la perquisizione della sede dei fascisti all'una di notte, quando i responsabili dell'attacco erano a due passi dai poliziotti mentre lo portavano in atto. Si tratta chiaramente di un pro-forma, che non serve però a giustificare l'operato delle forze dell'ordine. Le forze dell'ordine dovrebbero scusarsi con i gestori del Circolo Minerva e con l'intero quartiere per questa gestione connivente della giornata di sabato.
Molti residenti hanno visto sotto i loro occhi cosa è successo e l'intero andamento dei fatti in via Carmignani; l'unica cosa che può consolarci è che agendo in questo modo i fascisti si sono svelati interamente per quello che sono e non hanno fatto che inimicarsi ancora di più il quartiere Montanara e l'intera città.
Vista la gravità di quanto accaduto, nei prossimi giorni saranno prese tutte le iniziative per denunciare l'attacco fascista, la vergognosa gestione della polizia e per fare in modo che si arrivi una volta per tutte alla chiusura definitiva della sede fascista.
Parma, 14 maggio 2012
Parmantifascista
Fonte:
Parmantifascista
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