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Sul raduno dei repubblichini si alza il fronte del no
SCHIO Un muro compatto contro la manifestazione dell’estrema destra in programma il 10 luglio, anniversario dell’eccidio. Maggioranza e opposizione uniti
Richiesta a questore, prefetto e al ministro degli Interni di vietare l’iniziativa. E una raccolta di firme a tappeto
SchioUn muro compatto di no alla manifestazione fascista del 10 luglio, anniversario dell’eccidio di Schio. Maggioranza ed opposizione, con due documenti distinti, ma identici nella sostanza, chiedono che il questore, il prefetto e il ministro degli interni vieti il raduno dell’estrema destra durante il quale lo scorso anno sono scoppiati incidenti che hanno causato feriti. Raccolta di firme a tappeto contro la manifestazione: ieri, nella sede della Margherita, conferenza stampa di un vasto fronte antifascista con la presenza di Franco Busetto, presidente regionale dell’Anpi. Un fronte di cui fanno parte, oltre all’Anpi e all’Associazione Volontari Della Libertà, la Cgil, la Cisl, la Uil, la Margherita, i Democratici di Sinistra, la Lista Civica “Per Schio”, i Verdi, Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani. Ma sono tante le altre associazioni che hanno aderito alla raccolta. Le firme per chiedere al prefetto e al questore di vietare la manifestazione stanno per essere raccolte nelle fabbriche, negli uffici, nei circoli operai, nei luoghi pubblici di Schio e della zona e nei mercati. E sembra che a firmare siano moltissimi. La manifestazione dei repubblichini, quest’anno, interferirebbe sul clima di una città che, qualche mese fa, dopo sessant’anni, ha trovato la concordia con la sottoscrizione di un documento che pone fine a rancori mai sopiti.Ieri Franco Busetto, ha ribadito e puntualizzato ancora meglio la posizione dell’Anpi: «Di ritorno da Mauthausen ero a Schio e posso confermare senza essere smentito, come non lo sono stato fino ad oggi, che le organizzazioni partigiane hanno espresso da subito una ferma condanna dell’eccidio. A compiere quell’insano gesto furono schegge impazzite del movimento partigiano che agirono senza nessuna indicazione che arrivasse dalle formazioni partigiane. Condanno in questa e in qualsiasi altra sede l’eccidio: non si va a massacrare nessuna persona che è in carcere in attesa di giudizio». Questo il documento che il comitato sta sottoponendo alla firma dei cittadini: “La città di Schio, democratica e antifascista, non accetta di sopportare, per il quarto anno, la presenza strumentale e oltraggiosa di neofascisti e neonazisti, insieme ai nostalgici della RSI e del regime mussoliniano. Non c’è, infatti, da parte di costoro, la volontà di commemorare le vittime dell’eccidio del 7 luglio 1945, bensì quella di portare per le vie di Schio simboli, gesti, parole d’ordine ed espressioni che nulla hanno a che fare con la convivenza civile e democratica e con i valori costituzionali conquistati con la Resistenza e la lotta di liberazione nei quali i cittadini scledensi si riconoscono. Il documento sottoscritto nelle scorse settimane dal sindaco, unitamente alle associazioni partigiane e al comitato familiari delle vittime dell’eccidio, dimostra ulteriormente la pura e totale strumentalità di questa presenza in città. Chiediamo al questore, al prefetto e al ministro dell’interno di vietare la manifestazione indetta per il prossimo 10 luglio da neofascisti e neonazisti in quanto ne è inequivocabile il fine di apologia del fascismo, come hanno dimostrato con chiarezza le analoghe manifestazioni tenutesi negli anni scorsi».
Documenti che chiedono di vietare la manifestazione sono stati sottoscritti, seppur distintamente, dai gruppi consiliari di maggioranza e opposizione.
Fiorì Palmeri
Il Gazzettino
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