pubblicato il 29.06.15
“Mio padre Ezra non abita a Casa Pound” ·
“MIO PADRE EZRA NON ABITA A CASA POUND”: INTERVISTA CON LA FIGLIA MARY DE RACHEWILTZ
LA SCONFESSIONE: “SONO DISONESTI, TRAVISANO LE SUE IDEE: LUI SOGNAVA L’INCONTRO DELLE CIVILTA’”
Mary de Rachewiltz contro Casa Pound.
La figlia di uno dei più importanti poeti americani del ’900 non ci sta a vedere accomunato il nome del padre a quelli che si considerano «i fascisti del terzo millennio». Mary compirà 90 anni il 9 luglio, circondata dai massimi esperti di Ezra Pound provenienti da tutto il mondo.
Il suo castello di Brunnenburg, un piccolo maniero arroccato sui monti tirolesi sopra Merano, sarà la sede della prestigiosa International Pound Conference, una settimana di conferenze e dibattiti dedicati al Miglior Fabbro, come lo definiva T.S. Eliot.
In ottima forma grazie a una singolare dieta fatta di torte al cioccolato, formaggio e passeggiate su e giù per la ripida stradina che porta al villaggio di Tirol, Mary non nasconde il disappunto per il fatto che il nome del padre venga associato a un movimento di estrema destra.
Una ferita aperta che, nonostante le cause legali e i tanti appelli, non è stata ancora rimarginata: «Questi ragazzi non hanno nulla a che fare con noi. Travisano le idee di mio padre. Pound l’aveva già detto chiaramente nella famosa intervista a Pasolini: “Non è il mio sistema quello di scendere in piazza”. Sbandierano parole d’ordine, menano le mani, agiscono con violenza: come si può essere più antipoundiani di così?».
«Sfruttano il suo nome»
Certo il vecchio Ezra, il pacifista fautore dell’incontro tra civiltà e culture, mai avrebbe immaginato che un giorno sarebbe stato strumentalizzato da ragazzi che cercano lo scontro, vogliono innalzare muri, sbraitano contro gli immigrati.
«Sono dannosi», ribadisce la Mary de Rachewiltz, «hanno sfruttato il nome di Pound per fare colpo. In questo sta la loro disonestà».
Che fare dunque?
«La causa legale per ora non va avanti», osserva, «eppure dovrebbe muoversi anche l’ambasciatore americano. Ezra Pound era un cittadino statunitense, si riteneva un patriota anche se fu trattato da traditore per aver trasmesso alcuni discorsi pacifisti da Radio Roma durante la Seconda guerra mondiale. Io ho la doppia cittadinanza, americana e italiana, e la mia famiglia è parte offesa in questa triste storia».
Ma perché stupirsi se le rappresentanze statunitensi non si pronunciano? Basta ricordare come fu trattato dal governo americano il grande poeta, ingabbiato e rinchiuso per 13 anni in un manicomio criminale per aver urlato le sue ragioni contro la guerra, seppure incautamente da una radio nemica, l’Eiar mussoliniana.
Un errore pagato caro.
Mary preferisce dimenticare le polemiche dei nostri giorni. «Quella di mio padre è una poetica dell’incontro tra civiltà, lingue, religioni. Nei suoi Cantos troviamo l’antichità cinese, greca, egizia e romana, la luce del Medioevo e del Rinascimento e i drammi della modernità. Inoltre fu un pioniere nella valorizzazione della cultura orientale, soprattutto grazie al richiamo costante agli insegnamenti confuciani».
La sacralità del grano
Il tema della conferenza internazionale è «Pound ecologista», un aspetto poco conosciuto della poetica di questo maestro del modernismo letterario, che pure aveva ideato un’originale filosofia contadina basata sulla sacralità del grano e che già negli Anni 30 parlava di raccolta differenziata dei rifiuti.
«Considerava lo spreco un peccato mortale. Indro Montanelli lo prendeva in giro perché insisteva sull’importanza del burro di arachidi e sul valore del mangiare sano. Ora, in tempi di Expo, sappiamo quanto sia importante riflettere sulle disuguaglianze che non permettono di nutrire a sufficienza il pianeta. Un pianeta che va rispettato. Non a caso tra gli eroi dei Cantos troviamo il pagano Apollonio di Tiana e il cristiano san Francesco d’Assisi, due ecologisti ante litteram. Pound tradusse il Cantico del sole di Francesco: lo riteneva un esempio mirabile di poesia e un modello di saggezza».
Alla «Ezuversity»
Mary de Rachewiltz, lei stessa poetessa raffinata, vive per una missione: trasmettere a più persone possibili il pensiero di suo padre.
«Già durante la guerra ha cominciato a istruirmi nel suo mestiere, la poesia. “Ho creato la mia traduttrice in italiano”, diceva. E così mi ha instillato questo senso del dovere». Lavorare sui Cantos è un impegno immane, potenzialmente infinito, visti i continui riferimenti ai più diversi personaggi, scritti, eventi che costellano il poema.
«La tecnica di mio padre nell’educarmi», conclude Mary, «non contemplava l’università, istituzione verso cui non aveva alcuna considerazione. Alla “Ezuversity”, come la chiamava, era fondamentale interagire con persone interessanti, che potevano darti qualcosa, come i Fitzgerald o Robert Lowell. D’altronde è proprio l’incontro, con scrittori, mondi lontani e personaggi del passato e del presente, il cardine della sua visione del mondo».
Andrea Colombo
(da “La Stampa”)
http://www.lastampa.it/2015/06/28/cultura/mio-padre-ezra-non-abita-a-casa-pound-X4NGNFToY2bXUYtUvylNqJ/premium.html
documentazione
r_nazionale
articolo precedente
articolo successivo