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1 marzo 2005
NUOVO ATTENTATO FASCISTA CONTRO IL CENTRO SOCIALE PACI PACIANA
01 Marzo 2005 – 15.42 Durata: 9 minuti 49 secondi
Questa notte c’è stato un nuovo attentato fascista a Bergamo contro il centro sociale Paci Paciana: due locali, il bar del capannone concerti e lo spazio dibattiti detto bunker, sono stati danneggiati da bottiglie incendiari. i fascisti sono penetrati nell’area del centro sociale che già era stato colpito da un attentato il 21 dicembre.
audio Carletto del cs paci paciana :
Scarica il servizio da radio onda d’urto
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indy- eco di bergamo
Dopo aver dedicato per settimane la prima pagina ad attacchi al Pacì sulla convenzione e sulle scritte (!!!!!) fatte durante il corteo del 12 (che hanno indignato e “colpito al cuore” il qutidiano e la “civile” cittadinanza benpensante), oggi L’Eco dedica un articoletto in fondo alla cronaca cittadina al rogo che ha nuovamente devastato il Pacì. Se ne deduce che lanciare molotov è meno grave di scrivere sui muri..
Nuovo raid, rogo devasta il Pacì Paciana
Incendio doloso nel baretto e nella sala prove sotterranea: a dicembre un episodio analogo «È stato un gruppo di neofascisti». Gomme tagliate all’auto della Digos, intervenuta per controlli
I vigili del fuoco intervenuti al Pacì Paciana dopo il rogo di ieri (foto Bedolis)
Un altro rogo, di origine senza dubbio dolosa, ha devastato il baretto della sala concerti e il cosiddetto «bunker», la sala prove sotterranea del centro sociale Pacì Paciana di Grumello del Piano. Si tratta del secondo episodio del genere che interessa il Pacì dall’inizio di dicembre: in questo caso il rogo arriva a poche ore di distanza dalla presa di posizione del sindaco Roberto Bruni che, lunedì sera in Consiglio comunale, aveva confermato il congelamento della convenzione col centro sociale, visto che i frequentatori non si erano scusati con la città per il raid in centro del 12 febbraio scorso.
A scoprire il rogo di ieri è stato, attorno alle 13,30, uno dei giovani del centro: a quell’ora l’incendio si era già spento da solo. I danni sarebbero rilevanti. Il cancello d’entrata del centro sociale è stato trovato forzato, pare con un piede di porco. Stessa sorte anche per la porta in ferro che conduce al baretto della sala concerti: sembra che l’interno del locale sia stato cosparso con del liquido infiammabile e che il fuoco sia stato appiccato dall’esterno con una miccia. Analoga procedura anche per il bunker sotterraneo, mentre sul terrazzino davanti all’ingresso di un ufficio – noto come «infospaccio» – sono state trovate le tracce di due bottiglie incendiarie.
In pratica il rogo ha interessato i locali non andati distrutti nell’incendio dello scorso dicembre, vale a dire il bar, gli uffici e l’archivio della cosiddetta «torretta». Sul posto sono arrivati gli agenti della polizia locale e i vigili del fuoco, che hanno messo in sicurezza quattro bombole del gas sfiorate dall’incendio: due si trovavano infatti nel bunker, un’altra nel baretto e la quarta all’esterno. Quest’ultima era circondata da grossi bulloni e da palline di piombo: un’eventuale esplosione – comunque da escludere secondo i vigili del fuoco – li avrebbe trasformati in proiettili impazziti. Sul posto anche la Digos, che ha ricostruito l’accaduto. Tra l’altro mentre gli agenti si trovavano all’interno del centro sociale alla loro auto sono state tagliate le gomme.
La polizia conferma che il rogo è senza dubbio un atto doloso: nelle indagini non verrà trascurata alcuna pista. Gli autori del gesto non hanno rivendicato l’incendio. Secondo i frequentatori del centro, che accusano un gruppo di «neofascisti», ieri pomeriggio era comparsa una scritta «Nazi Bergamo» nei pressi della rotatoria di Curnasco: sarebbe questa, secondo i giovani del Pacì, la firma dell’attentato. I frequentatori del centro avevano lasciato la sede attorno all’1,30 della notte tra lunedì e ieri, al termine di un’assemblea. Il rogo è stato scoperto per caso 12 ore dopo, esattamente come era accaduto per il primo incendio.
La posizione ufficiale dell’Amministrazione dopo il rogo è affidata all’ufficio comunicazione del Comune: «L’Amministrazione è fortemente preoccupata per quanto è accaduto e per le conseguenze che questo fatto ha comportato. Stiamo seguendo attentamente le indagini e, nel caso vengano trovati i responsabili, il Comune è pronto a costituirsi parte civile per tutelarsi, in quanto proprietario dello stabile».
Nel primo pomeriggio di ieri al centro sociale di Grumello è arrivato anche il consigliere diessino Rocco Gargano, che ha commentato: «C’è purtroppo qualcuno che vuole mantenere alto il livello di tensione e che non vuole far riprendere le attività ai ragazzi del centro sociale. A questo punto ci auguriamo che alcuni esponenti politici mostrino un livello di indignazione nei confronti dell’incendio quantomeno analogo ai risentimenti espressi contro i giovani del centro sociale dopo la manifestazione del 12 febbraio, che è stata esecrabile per le scritte e per i danneggiamenti, ma durante la quale non si sono registrati episodi di violenza contro le persone. Credo ci sia un progetto ben preciso dietro questi episodi e che non si tratti di casi isolati. La situazione è grave: rischiamo di raggiungere un clima di tensione da Anni Settanta».
Sull’episodio è intervenuto anche il coordinatore provinciale dei Verdi, Marcello Saponaro: «È necessario individuare e arrestare al più presto i responsabili dell’ennesimo incendio doloso al Pacì. Invito inoltre il centrodestra a non aizzare gli animi contro il centro sociale: gli errori li fanno tutti, ma i violenti sono altri. I giovani del Pacì la violenza la stanno subendo dallo scorso agosto: prima l’aggressione in Città Alta, poi l’incendio al centro sociale, la molotov e ora un nuovo incendio e nuove molotov». Saponaro annuncia anche che i senatori verdi Fiorello Cortiana e Natale Ripamonti nei prossimi giorni presenteranno un’interrogazione urgente al Governo in merito all’incendio. Marco Sironi di Rifondazione e Alessandro Bresmes dei Giovani comunisti, oltre a condannare l’episodio, invitano invece il sindaco Bruni a riconsiderare la convenzione coi ragazzi del Pacì.
Fabio Conti