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11 Marzo 2006
Da Indymedia
I pretoriani di Berlusconi tirano fuori il coltello
Il neonazista pavese Marco Rossella, che da anni a Pavia si rende responsabile delle aggressioni più infami ai danni di giovani militanti di sinistra, azioni criminose per cui ha già ottenuto pesanti condanne penali, sabato era alla manifestazione della Fiamma Tricolore (alleata di Berlusconi) a Milano. Al ritorno dalla manifestazione neofascista, Rossella e altri due pregiudicati, il fascista Luigi Scuro ed Elisa Borlini, hanno aggredito il coordinatore dei Giovani Comunisti di Pavia Mauro Vanetti e un’altra compagna dei GC. Marco Rossella brandiva un coltello a serramanico mentre Luigi Scuro cercava di prendere Vanetti alle spalle. Solo grazie alla prontezza dei compagni che hanno adoperato uno spray anti-aggressione si è evitato il peggio, ma mentre i due GC si allontanavano dal luogo dell’aggressione i tre hanno colpito con calci e pugni l’automobile cercando di sfondarne i vetri.
Da Indymedia
Aggressione neofascista contro il coordinatore dei Giovani Comunisti di Pavia
by Giovani Comunisti di Pavia Monday, Mar. 13, 2006 at 7:31 PM mail: gc.pv@giovanicomunistipavia.org
Aggressione neofascista contro il Coordinatore dei Giovani Comunisti di Pavia Sabato 11 marzo tre neonazisti della Fiamma Tricolore, hanno schiaffeggiato una militante dei Giovani Comunisti di Pavia e hanno cercato di accoltellare il coordinatore provinciale dei GC, Mauro Vanetti. Esprimiamo la nostra solidarietà antifascista ai due militanti dei Giovani Comunisti di Pavia, ed invitiamo tutti a sottoscrivere questo appello.
Appello di solidarietà
Aggressione neofascista contro il coordinatore dei Giovani Comunisti di Pavia
Sabato 11 marzo tre neonazisti della Fiamma Tricolore hanno schiaffeggiato una militante dei Giovani Comunisti di Pavia e hanno cercato di accoltellare il coordinatore provinciale dei GC, Mauro Vanetti.
Esprimiamo la nostra solidarietà antifascista ai due militanti dei Giovani Comunisti di Pavia.
Questa aggressione è l’ennesima puntata di una serie lunghissima di violenze compiute dal gruppo neonazista Veneto Fronte Skinheads, oggi facente parte della Fiamma Tricolore e pertanto accolto come alleato nella “Casa delle Libertà”. Gli esponenti pavesi di questo gruppo hanno già affrontato numerosi processi e subito diverse condanne per le loro azioni violente, in un caso proprio per un’aggressione del tutto analoga ai danni del coordinatore dei Giovani Comunisti di Pavia.
Oggi questi rifiuti del passato si sentono più sicuri: sono stati “sdoganati” dallo stesso Presidente del Consiglio, che ospita la Fiamma Tricolore nella propria coalizione elettorale.
I neofascisti erano ancora più carichi per aver potuto sfilare liberamente dopo oltre vent’anni per le strade di Milano nel pomeriggio di quello stesso giorno. I tre erano di ritorno proprio dal corteo, come dimostrano le immagini mostrate da numerosi telegiornali.
L’aspetto più inquietante dell’aggressione di sabato è che, dopo gli schiaffi alla compagna, un fascista abbia estratto un coltello: solo utilizzando uno spray anti-aggressione è stato possibile per i due giovani comunisti fermare i fascisti e fuggire in automobile. La violenza estrema praticata da questi individui si vede anche dalla loro reazione alla fuga dei due compagni: prima l’automobile, anche se già in movimento, è stata presa a calci e pugni nell’intento di sfondarne i vetri, poi i due ragazzi sono stati inseguiti fin dentro una pizzeria in cui avevano cercato rifugio prima che sopraggiungessero le forze dell’ordine.
Riteniamo scandaloso che, nonostante sia da tempo accertata la pericolosità di questo gruppo e dei suoi membri, in piena campagna elettorale si permetta ai neofascisti di minacciare e tentare di accoltellare i giovani di Rifondazione Comunista di Pavia.
Per sottoscrivere questo appello di solidarietà scrivete a gc.pv@giovanicomunistipavia.org
Giovani Comunisti Pavia
13 marzo 2006.
www.marxismo.net
Pavia, aggressione fascista, l’ennesima di una lunga serie
by da liberazione Thursday, Mar. 16, 2006 at 12:33 AM mail:
«Si sono accostati con la macchina. Una ragazza è scesa e a preso schiaffi la mia compagna, altri due mi hanno circondato tirando fuori il coltello. Urlavano: ti facciamo a fettine, questa volta non scappi». Erano le otto di sera e Mauro Vanetti e la sua compagna erano appena tornati da Milano. Gli scontri della manifestazione dell’11 marzo promossa da alcuni centri sociali, li avevano appena sfiorati, erano in giro a fare altre cose. I loro aggressori, invece, secondo le testimonianze, erano reduci dalla manifestazione, o meglio, dalla parata mussoliniana promossa da Fiamma sempre sabato. E mentre i clamori degli assurdi incidenti intasavano le agenzie stampa, a pochi chilometri, si consumava l’ennesima violenza, silenziosa e vile solo come “le squadracce” sanno fare.
«Erano le otto e mezza di sera. Mi hanno riconosciuto – dice ancora Mauro, 26 anni coordinatore dei giovani comunisti a Pavia – erano galvanizzati, sovraeccitati. Forse era l’effetto della radunata. La compagna che era con me ha spruzzato uno spray urticante e siamo scappati. Fortunatamente eravamo attrezzati». Di necessità virtù; del resto la vita, per Mauro, non è facile o meglio, «in questa città non è facile per nessun comunista» come dice lui. A Pavia è presente da anni un gruppuscolo di naziskin, legati al Veneto Fronte Skinheads (dal ’91 candidato a veicolare l’ondata xenofoba e razzista in Italia), prima facenti parte di Forza Nuova e dal 2004 alla Fiamma Tricolore di Romagnoli, oggi alleata di Berlusconi nella corsa al Viminale. 11 di questi neonazisti sono stati condannati in vari processi per numerosissimi atti violenti tra cui l’assalto del 28 marzo 2003 al centro sociale Barattolo. «I personaggi che hanno provato ad uccidermi li conoscevo già – prosegue Mauro – Sono da poco stati condannati ad un anno e mezzo per l’aggressione al centro sociale». E non era un fatto isolato: le cronache degli anni precedenti abbondano di aggressioni alle “zecche”, ai centri sociali a militanti di Rifondazione, ma anche a semplici ragazzi vestiti in maniera diversa. Durante le loro manifestazioni la città veniva posta sotto assedio. «Una situazione pericolosa che ha costretto anche la prefettura ad un giro di vite sulle manifestazioni neofasciste, prima troppo tollerante». La questione ha investito direttamente anche il ministro degli Interni Pisanu, attraverso una interrogazione presentata dal senatore Luigi Malabarba nel 2004. Violenze e agguati fortunatamente conclusi non in maniera tragica anche se questa volta poteva andare diversamente: «Hanno preso a calci la macchina tentando di sfondare i vetri. Ci hanno inseguito fino ad una pizzeria dove ci eravamo rifugiati. I proprietari ci hanno nascosto in una sala al piano di sotto. Eravamo terrorizzati. Con l’arrivo dei carabinieri, il coltello era sparito ma hanno continuato a minacciarci, sostenendo poi, che eravamo stati noi gli aggressori». Solita storia, dunque, soliti criminali con precedenti penali di cui ora la magistratura dovrà nuovamente occuparsi dopo la denuncia presentata ieri da Mauro e la sua compagna. «Abbiamo paura, devo essere sincero, ma non possiamo fermarci. La via giudiziaria è la miglior risposta alla violenza criminale e al tentativo di ridurre tutto ad una storia tra bande».
Dall’inizio dell’anno, sono 36 le aggressioni riconducibili ad estremisti di destra, sei nel solo mese di marzo. Una rinata vitalità collegata al clima elettorale, contro cui le forze dell’ordine sembrano incapaci di provvedere, e allo sdoganamento nella politica italiana, ottenuto con l’accordo nella Cdl. E mentre gli inquirenti saranno impegnati ad individuare le responsabilità degli scontri di Milano, in molti continueranno a chiedersi perché “certa gente” continua a manifestare liberamente.
da indymedia
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