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Circa 200 le persone ieri sera sono scese in piazza nella borgata Fidene per una fiaccolata, organizzata dal movimento di estrema destra Forza Nuova, in ricordo di Vanessa Russo. «Ora basta. L’Italia agli italiani» era lo striscione in testa al corteo. «E’ un omaggio alla memoria di Vanessa – ha detto Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova -: proponiamo delle misure forti come l’espulsione immediata per i clandestini».
Tra i partecipanti anche Simone, il fratello di Vanessa: «Ringraziamo tutti, soprattutto il quartiere, ma penso che la cosa si stia un po’ strumentalizzando». E ha aggiunto: «La politica non c’entra nulla con l’omicidio. Oggi stanno facendo una cosa bella e io li ringrazio, ma i loro ideali non c’entrano con la morte di mia sorella».
Il sindaco Veltroni, rientrato dal viaggio in Malawi, ha fatto visita alla famiglia Russo. E al cimitero di Prima Porta, tanti fiori bianchi di mamma e papà, dove è stata sepolta Vanessa.
Cimbala: «Ogni mese mando 90 euro in Romania, devo comprarmi casa»
Parlano le colleghe rumene di Doina:
«I clienti ora sono più cattivi con noi»
Una giornata sulla Salaria con le baby-prostitute romene «Ci insultano, ma poi si calano i pantaloni come al solito»
ROMA – Prostitute romene. Prostitute assassine. Prostitute con l’ombrello brandito come una spada. Prostitute come Doina che batteva sulla Tiburtina. Prostitute che «Forza Nuova» vorrebbe cacciare via dall’Italia. E prostitute come Giorgiana, 18 anni, di Bucarest, che ieri pomeriggio sulla Salaria diceva: «Agli uomini non vendo mai la mia bocca. Perché non voglio sporcare il mio bambino, quando poi torno a casa e gli do un bacio».
Sulla Salaria, il giorno dopo i funerali di Vanessa, molte ragazze sono già tornate al lavoro. Il colle di Fidene è lassù in alto, ma oggi sembra meno minaccioso. Ogni tanto si vede passare qualche gazzella dei carabinieri in perlustrazione. Evidentemente, l’appello lanciato l’altro giorno dal presidente del IV municipio, Alessandro Cardente, direttamente in chiesa, all’assessore capitolino alla Sicurezza, Jean Leonard Touadì, ha sortito effetti concreti. La vigilanza è aumentata, si temono rappresaglie. Il sindaco di Roma, Walter Veltroni, tornato mercoledì notte dal Malawi, è appena andato in via Quarrata a visitare la famiglia Russo col suo dolore. Ecco che lo incrociamo con l’auto di scorta sul cavalcavia che lo riporterà in Campidoglio. Sono le tre del pomeriggio di ieri. Sul cavalcavia c’è Giorgiana, in compagnia di altre due ragazze romene, Viorica e Cimbala, entrambe di 23 anni. La berlina del sindaco passa ma non si ferma. Giorgiana grida: «Veltroni, Veltroni, vieni qui…». Per un rapporto sessuale con loro, il cliente deve pagare 30 euro. É questa la tariffa stabilita. La visita del sindaco alla famiglia di Vanessa Russo, ieri, ha spinto il IV municipio a ripulire in fretta le scritte xenofobe sui muri di Fidene. Soltanto una svastica ha resistito, in via Radicofani: una grande svastica nera sotto la scritta No rumeni.
La borgata ora è tappezzata di volantini di Forza Nuova: «In ricordo di una giovane donna. In difesa di Fidene. In difesa dell’Italia». Il movimento di estrema destra annuncia una fiaccolata per la sera. L’amica di Giorgiana, Cimbala, racconta che da quando la povera Vanessa, la settimana scorsa, è stata ammazzata con quel colpo d’ombrello fatale tirato da Doina Matei, prostituta rumena in servizio permanente sulla Tiburtina, i clienti italiani sono diventati più ombrosi, più cattivi. «Ci dicono che noi romene siamo tutte str… che non si fidano più di noi. Però poi si abbassano i pantaloni e fanno esattamente come prima». Cimbala viene da Focsani, dice che a sua madre in Romania ha raccontato che lei qui in Italia fa la badante di una signora anziana. Ogni mese le manda 90-100 euro: «In Romania 90 euro sono tanti – assicura Cimbala – Alla fine con i risparmi di questa vita vorrei riuscire a comprarmi una casa a Focsani. Devo arrivare a mille euro. Chissà se potrò mai realizzare il mio sogno». Inaspettatamente, le ragazze della Salaria – dopo la cattura di Doina e della sua amica minorenne – hanno voglia di parlare, di sfogarsi. Hanno visto la televisione, sanno perfettamente cosa è successo. «Io non ho paura delle vendette – dice Alexandra, una moretta mezza nuda con addosso solo un costume di leopardo e sulle braccia tante punture di zanzare – Perché dovrei? Gli italiani non sono razzisti. Eppoi io non ho fatto niente, non è colpa mia se quella ragazza italiana è morta, io non ho niente a che fare con quelle due che l’hanno ammazzata, nemmeno le conosco. Io qui lavoro, non mi diverto. La mia famiglia non sa niente, non sa che faccio la puttana. Ma devo lavorare per vivere ». Anche Lorena, 32 anni, di Brasov («La mia città – ci informa – è vicinissima al famoso Castello di Dracula…») batte il marciapiede all’insaputa dei suoi numerosi cugini. «Solo mio marito – ammette – sa che lavoro qui sulla Salaria, ma abbiamo 4 bambini e non sappiamo più come fare per andare avanti. Io lavoro solo due ore, poi torno a casa».
Sul cavalcavia della Salaria, proprio sotto il colle di Fidene, Giorgiana, Viorica e Cimbala adesso s’infilano un maglione perchè il cielo all’improvviso s’è rannuvolato e minaccia pioggia. «Noi non abbiamo paura dei razzisti – racconta Cimbala, la più loquace delle tre, anche perchè vive a Roma da 2 anni e parla abbastanza bene l’italiano – Noi, piuttosto, abbiamo paura dei clienti violenti, di quelli che ci rubano e ci fanno del male. Un giorno, è venuto un italiano con dei muscoli enormi, uno sui 55 anni, diceva di essere stato un campione mondiale di boxe. Mi ha chiesto di salire sulla sua macchina e di volermi portare a casa. Gli ho detto che per fare sesso a casa sua volevo 150 euro per un’ora. Lui mi ha detto di sì, così sono andata. Poi, però, siamo arrivati davanti a una roulotte e io allora non volevo più entrare. Ma lui ha tirato fuori un coltello e mi ha costretto a salire, poi mi ha fatto tirare fuori tutti i soldi che avevo nella borsetta e s’è preso 100 euro. Me ne ha lasciati solo 10 perchè l’ho supplicato di farmi almeno mangiare. Ecco, sono queste le persone di cui noi abbiamo paura…». Quando le mostriamo le foto di Doina e dell’altra ragazza arrestata per l’omicidio di Vanessa, Cimbala giura di essere certa di aver incontrato Doina in questura, non più tardi di due settimane fa. Stavano tutte insieme, un’ottantina di prostitute finite nella rete di un pattuglione. «Ma non abbiamo parlato, in questi casi ognuna pensa agli affari suoi». Ad agosto – dice – andrà in Romania per le vacanze: «Finalmente mi riposerò». Quasi tutte le prostitute rumene, ad agosto, si prendono una pausa. Anche Giorgiana, la diciottenne che non vende mai la sua bocca per non sporcare il figlioletto quando rientra a casa, tornerà a Bucuresti, Bucarest, la sua città. «Ma poi con l’Italia ho chiuso, non verrò più – conclude con una faccia triste triste – . Non mi piace questa vita. Non è una vita normale».
Fabrizio Caccia
04 maggio 2007
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