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Ultrà arrestati subito a processo
Violenze a Milano e Bergamo: fermati dieci tifosi di Inter e Milan
di Davide Carlucci
Il più giovane, l´interista Riccardo Colato, a soli diciott´anni ha già un curriculum di tutto rispetto: ne aveva solo sedici quando, nel gennaio 2006, partecipò, con naziskin pugliesi trapiantati a Milano, a un raid punitivo contro un pub di Bari frequentato da gay e ragazzi di sinistra.
Denunciato per discriminazione razziale e danneggiamento, ricevette il divieto di tornare nel capoluogo pugliese per tre anni ma, una volta a Milano, è di nuovo nei guai: durante il trofeo di calcio Tim viene arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. Diffidato anche durante la partita Inter-Napoli, un mese fa, ora aderisce all´organizzazione di estrema destra Ambrosiana skinheads, nell´orbita di Forza Nuova: i carabinieri del nucleo informativo lo hanno arrestato per “inottemperanza al Daspo”, il provvedimento che vieta la partecipazione a manifestazioni sportive a chi si è macchiato di azioni violente.
Colato è uno dei dieci ultrà finiti in manette ieri per i disordini di Milano e Bergamo seguiti alla morte di Gabriele Sandri, ucciso da un agente della stradale. I carabinieri hanno arrestato anche Giovanni Aglio, 38 anni, di Pogliano Milanese, elemento di spicco degli “Irriducibili” della curva nerazzurra, a San Siro, segnalato anche per intemperanze al seguito della squadra milanese di hockey, nella tifoseria dei Vipers.
Studenti, ragazzi delle periferie ma anche responsabili di negozi d´abbigliamento. Il grosso degli arresti li ha effettuati la Digos, diretta da Bruno Megale, su richiesta del pm Sergio Spadaro: in manette tre milanisti delle “Brigate rossonere” coinvolti negli scontri a Bergamo – uno di loro, già noto per reati da stadio, è stato immortalato mentre scagliava una transenna contro la polizia – e tre “Irriducibili” dell´Inter.
A nessuno si contesta il terrorismo, il reato più grave è violenza a pubblico ufficiale. Altri due giovanissimi – il più grande ha vent´anni – sono stati sorpresi dalle volanti della polizia lunedì sera mentre scrivevano sui muri, di fronte allo stadio San Siro, scritte come “Morte agli sbirri” oppure “D´ora in poi domenica è sinonimo di violenza”. Frasi che per il pm Bruna Albertini denotano «una spiccata pericolosità sociale» e rendono «assai probabile la reiterazione di analoghi comportamenti alla luce di quanto accade negli stadi».
I due ultrà della curva nord dell´Inter, legati al centro sociale Cuore nero, sono apparsi agli agenti «per nulla preoccupati di quanto accaduto»: ai due «sembrava strano essere fermati per così poco». Quasi tutti gli arrestati simpatizzano per l´ultradestra ma per l´avvocato Monica Arossa «non c´è una matrice politica che li accomuna», è solo «rabbia per quel che è successo domenica». Oggi otto ultrà saranno processati per direttissima, altri due saranno interrogati dal giudice Guido Salvini per la convalida dell´arresto.
(14 novembre 2007)