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Vittime due fratelli, bloccati prima di entrare nell’atrio della stazione Lingotto
Aggrediti dai neonazisti
armati di tirapugni e lame
TORINO 13/05/2008 – Puniti perché davano troppo nell’occhio, per un’acconciatura e degli abiti troppo appariscenti. O, forse, solo per pura noia. Pestati con inaudita violenza da due neonazisti armati di tirapugni e lame, mentre aspettano il treno. Vittime designate dal caso, nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Non sono passati nemmeno quindici giorni dall’omicidio del ventinovenne veronese Nicolò Tommasoli, ucciso a calci e pugni lo scorso primo maggio da una squadraccia di cinque naziskin appena ventenni, che anche Torino riscopre il fanatismo neonazista dei picchiatori di strada. Francesco e Luca (i nomi sono di fantasia), due fratelli di 24 e 26 anni, hanno lasciato gli amici dopo un concerto. La notte è appena trascorsa, l’alba non è lontana. Sono le cinque e mezza di domenica mattina, attorno alla stazione Lingotto è il deserto. I due ragazzi imboccano a piedi via Passo Buole, raggiungono l’atrio della stazione Lingotto. I due non si sono accorti di essere stati seguiti fino a che non si trovano davanti altri due ragazzi. Due giovani come loro, così diversi da loro. Il bomber, il jeans attillato che termina dentro un paio di anfibi lucidi e legati stretti, la testa rasata. Ai ragazzi non resta il minimo dubbio, a seguirli erano due neonazisti. Si avvicinano, iniziano le provocazioni. Qualche battuta, uno sfottò per un look troppo appariscente. La tensione tra le coppie di giovani aumenta, gli sguardi si fanno truci.
Il sorriso beffardo delle due teste rasate diventa sfida. «Perché non andiamo a farci un giro?». Accettare o rifiutare, a quel punto, è la stessa cosa. Coraggio e paura sono un unico sentimento: «Andiamo pure», rispondono i due fratelli. Una battuta che per i picchiatori vale quanto accettare il confronto. Francesco e Luca voltano le spalle alle due teste rasate, la violenza scatta in un attimo. Giusto il tempo per i due di armarsi uno di un tirapugni in acciaio, l’altro di un coltello. Luca riceve un pugno sulla schiena, si volta e il tirapugni lo colpisce in pieno volto, tra gli occhi. La colluttazione dura pochi minuti, uno dei due ragazzi con un tagliacarte ferisce Francesco in viso, in pancia, sulle gambe. Luca reagisce brutalmente, sollevando e scaraventando uno dei due teppisti in mezzo alla strada, scagliandosi poi anche sull’altro. «Cosa fai bastardo? La dovete finire, lasciateci stare!». Una reazione inattesa, che evita il peggio. Le urla risvegliano il quartiere: chi non dormiva ha assistito alla scena, ha pensato ad un banale diverbio tra ragazzi. Gli aggressori, solo a quel punto, capiscono che è meglio abbandonare l’impresa. Il rischio, ora che è giorno, è quello di attirare troppa attenzione. Magari anche quella delle forze dell’ordine.
Enrico Romanetto
azioni_fasciste