pubblicato il 21.09.08
Via Gramsci? Piazza pulita! La controrivoluzione toponomastica ·
Via Gramsci? Piazza pulita! La controrivoluzione toponomastica dalla par condicio alla caccia agli spettri
Cento cancella Gramsci dalle strade
« Dopo il tentativo di intitolare una via al gerarca fascista Igino Ghisellini [*], ora il centrodestra centese ci riprova dall’altra parte. Niente vie che richiamino al comunismo tout court. È passato in consiglio comunale un ordine del giorno della Lega che inibisce la denominazione di strade e piazze di Cento a persone che fanno riferimento al comunismo. In base a questa delibera rischia di sparire l’unica via di Cento che ricadrebbe in tale “casistica”, cioè via Gramsci» [da estense.com, 17/9/08].
« La giunta di centrodestra - riferisce il manifesto di oggi a p. 4 - vieta "l'inserimento di persone che fanno riferimento al comunismo". Peccato che l'unica a rientrare in questa categoria sia la piccola via Gramsci, che a breve verrà cancellata dalle mappe ferrraresi. "Nella Costituzione manca una condanna del comunismo. Non vorrei una via intitolata a Ciano, ma neanche un a Lenin". Il parallelismo è di Gianluca Panzacchi, uno dei due Consiglieri del Carroccio che ha presentato il testo approvato da Lega, AN e Alleanza per Cento, lista civica di destra».
Come avrebbe potuto la Costituzione italiana (scritta, come sappiamo, dai partiti che aveano combattuto vittoriosamente il nazifafascismo, dunque anche dal Pci che nella Resistenza aveva svolto un ruolo decisivo) includere una condanna del comunismo, il signor Panzacchi ha dimenticato di spiegarlo, emozionato, forse, per l'importanza "storica" della sua iniziativa che (se non fosse per l'increscioso fatto che si iscrive nel solco del programma del regime fascista di far tacere ed eliminare Gramsci) potrebbe forse apparire "originale".
Correva un tempo il detto "siamo nani sulle spalle dei giganti". Nell'epoca novella della "fine delle ideologie", assistiamo allo spettacolo di nani - o delle truppe di un nano - che i giganti li vorrebbero demolire, inavvertiti del rischio di restare schiacciati dalla modesta e inoffensiva lapide che ricorda un gigante
...e, chissà perché, in questa situazione, mi è tornata in mente una stranisima canzone:
Quello lì (compagno Gramsci)
di Claudio Lolli
Il giorno che arrivò in città fresco dalla Sardegna, per fare l'università c'aveva già lui la faccia di chi c'insegna, aveva già la sua strana testa grossa e l'aria di uno che ha freddo fin nelle ossa.
Io lo sapevo quello lì, me lo sentivo quello lì, che non sarebbe andato avanti molto.
Che tipo strano e riservato, che aria da sbandato. E non sempre una gobba porta fortuna e oggi si vede che non mi ero sbagliato. E poi di sardi qui ce n'è già abbastanza, dissi a quel pazzo che gli affitto la stanza.
Io lo sapevo quello lì, me lo sentivo quello lì, che non avrebbe fatto mai molta strada.
Era capace di star dei giorni chiuso nella sua stanza, forse a studiare non so a che fare, io non gli ho dato mai troppa importanza. Certo non era allegro come goliardo, ma non ci dimentichiamo che era gobbo e sardo.
Io lo sapevo quello lì, me lo sentivo quello lì, che non avrebbe fatto una bella fine.
Cosa facesse oltre a studiare, non l'ho saputo mai. Ma avevo capito che fin dall'nizio che quello lì andava in cerca di guai, avevo capito che era un socialista, quelli li riconosco a prima vista.
E soprattutto quello lì, io lo sapevo quello lì, avrebbe avuto quello che meritava.
Dopo un po' d'anni e chi ci pensava, ho appreso con sgomento, che quello lì, quel sardo lì, era finito eletto in parlamento, vabbene che il parlamento non conta niente, però non è proprio il posto per certa gente.
E soprattutto quello lì, io lo sapevo quello lì, che avrebbe cercato di farla franca.
Ma ieri ho saputo, che finalmente, si son decisi a farlo, l'han messo dentro, avrà vent'anni, abbiam risparmiato il tempo di ammazzarlo, perchè è malato ed è una cosa vera, che non uscirà vivo dalla galera.
Io lo sapevo quello lì, me lo sentivo quello lì, non poteva finire altro che così.
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[*] Il gerarca Ghisellini - come ricorda en. ml. nell'articolo del manifesto di oggi -, morì in un'imboscata nel '43, "per vendicarne l'uccisione vennero fucilati 11 antifascisti. La magistratura ha dimostrato che la morte di Ghisellini avvenne per una faida interna al fascismo ferrarese".
http://incidenze.blogspot.com/2008/09/via-gramsci-piazza-pulita-la.html
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