pubblicato il 27.06.13
La mia settimana con l'estrema destra ungherese 1/2 ·
Di Brian Whelan
L??Ungheria ha uno dei movimenti di estrema destra più organizzato in Europa. Lo Jobbik Magyarországért Mozgalom [Movimento per un??Ungheria Migliore], o più semplicemente Jobbik??appoggiato da chi ne ha abbastanza della corruzione del governo, additato dagli oppositori come un gruppo di omofobi anti-rom, antisemiti e neonazisti??promette di diventare il secondo partito, quanto a presenza in parlamento, alle elezioni del 2014. Ho trascorso una settimana con lo Jobbik cercando di capire i motivi del loro odio.
Uno spettro si aggira per l??Europa. In Bulgaria, Grecia, Polonia, Francia, Spagna e Ucraina, il supporto al nazionalismo cresce, e i partiti che rappresentano interessi nazionalisti stanno facendo progressi tangibili. Lo Jobbik predica la restituzione dell??Ungheria alla sua antica gloria, idea che??piuttosto vaga e probabilmente condivisa nelle intenzioni da quasi tutti gli altri partiti??diventa più tangibile e credibile quando sono gli zingari a essere presi come capro espiatorio. Questa ideologia ha fruttato agli alleati del BNP un enorme successo ai ballottaggi, e le loro milizie in uniforme pattugliano le strade indisturbate.
A novembre ho assistito inorridito mentre 10.000 nazionalisti di estrema destra sciamavano per le vie di Varsavia. Stavo girando un documentario sull??ascesa dell??estrema destra in Polonia e ho visto fascisti in passamontagna aggredire i fotografi e lanciare cose sulla polizia.
Il Primo Maggio, a Budapest, mi sono trovato in mezzo a una folla di 8.000 sostenitori dello Jobbik, spettatori di un concerto rock nazionalista dei Karpathia, che suonavano orribili canzoni patriottiche. La folla era uno strano mix di skinhead a braccio teso, vecchi nazionalisti e giovani ungheresi qualunque. Ero lì con la troupe di Channel 4 News a girare un documentario sull??ascesa dell??estrema destra e, dato che gli altri erano occupati a riprendere gli stand di fruste e scuri e i castelli gonfiabili e i recinti di animaletti gestiti da skinheads, sono riuscito a ritrovarmi da solo in mezzo alla folla nel momento in cui è iniziato l??inno nazionale.
Non avevo mai sentito l??inno nazionale ungherese, ma l??intera folla era lì in piedi, completamente catturata, con lo sguardo reverenzialmente perso nel vuoto. E così anch??io, in piedi tra loro, mugugnavo qualcosa tra me e me e speravo di non dare nell??occhio. In una folla del genere è chiaro che le cose possono prendere una brutta piega da un momento all??altro, se scoprono che fai parte dei ??media liberali?. Sì, avevo il mio pass Jobbik, ma non credo sarebbe servito a molto, nel tenere a bada un branco di fascisti incazzati. Probabilmente, a niente.
All??imbrunire, la maschera di rispettabilità è scivolata via. Mentre un ufficiale dello Jobbik stava lì a guardare, mi sono preso una sberla in testa da un ubriacone infastidito dal fatto che degli ??ebrei? fossero presenti al suo festival. Dopodiché mi ha rovesciato la birra in testa. Anche se era irritante e appiccicaticcio, poteva andarmi peggio??ero pur sempre in una foresta, di notte, circondato da migliaia di nazionalisti e stand che vendevano fruste e asce. Detto questo, è stato anche stranamente confortante: hanno lasciato cadere la loro facciata di decenza e si sono trasformati negli estremisti di destra a cui sono abituato??ubriachi, molesti e con una gran voglia di alzare le mani su tutti quelli diversi da loro
Avevo trascorso la mattina ad assistere a un??esercitazione del Magyar Nemzeti Garda (una milizia nazionalista legata allo Jobbik). Il capogruppo mi ha spiegato le loro motivazioni politiche: ??Ci sono due grossi problemi. Quello della criminalità rom all??interno del Paese e, all??esterno, l??espansione territoriale degli ebrei.? Zingari ed ebrei??retorica riciclata dagli inizi del Ventesimo secolo che sembra tornare in grande stile in Ungheria.
Ma persino con la loro ideologia fascista riciclata, con le loro uniformi e i saluti alla bandiera come le reclute alla prima sessione di addestramento, sembrano abbastanza innocui. Mi hanno spiegato che donano il sangue, aiutano i senzatetto e si occupano di varie attività patriottiche??il che stona con il loro inquadramento militare, con le uniformi e con quello che ho sentito raccontare su di loro.
Comunque, è in cittadine come Gyongyospata??o qualunque altra area abbia una popolazione rom numerosa??che risalta il vero ruolo delle milizie. Nel 2011 le tensioni tra lo Jobbik e la popolazione rom locale sono arrivate al punto di rottura e centinaia di nazionalisti in uniforme sono arrivati per pattugliare come vigilantes il ghetto desolato che i rom chiamano casa.
Lo Jobbik ha marciato, torce in mano, fuori dalle case dei rom, e ci sono stati scontri tra i rom e un gruppo neonazista. Da quel momento, la città è diventata una roccaforte dello Jobbik. La notte prima che arrivassi, ci sono stati dei nuovi scontri tra gli abitanti e i rom??il sindaco Jobbik si è lamentato del fatto che avessero rifiutato di stare calmi durante l??esecuzione dell??inno nazionale al festival cittadino, costringendolo a interrompere l??intero evento.
documentazione
r_internazionale
articolo precedente
articolo successivo