pubblicato il 27.06.13
La mia settimana con l'estrema destra ungherese 2/2 ·
Una bambina rom a Gyongyospata.
I rom non hanno parole gentili per il sindaco, e non è sorprendente. Nonostante le strade ordinate e asfaltate intorno a lui, sembra che non ci siano abbastanza soldi per asfaltare le strade nelle aree zingare, mentre ce ne sono molti da spendere in telecamere a circuito chiuso fuori dalle loro case. Una famiglia che ci ha invitato a prendere il tè ci ha detto che da 600 anni i rom vivono in quel paese, ma che ora loro, e con loro molti altri, stanno per andarsene in Canada per paura di altri attacchi dei nazionalisti.
Nel 2009 sono stati assassinati sei rom in un pogrom di estrema destra; le loro case sono state incendiate e loro sono freddati a colpi d??arma da fuoco mentre cercavano di fuggire. Si stima che circa un milione di rom vivano in Ungheria, ma il tasso di disoccupazione nella comunità è al 60 percento??sei volte il tasso nazionale, e un dato molto comodo per gli attacchi dei nazionalisti. Lo Jobbik promette che darà lavoro ai rom disoccupati, ma non è chiaro come intenda creare posti per loro.
Emarginata e devastata dalla povertà, la comunità rom è diventata un capro espiatorio per la destra. Un attivista dello Jobbik mi ha detto che ??il 60 percento dei rom sono criminali; se pensi che io sia razzista vieni tu a vivere vicino a loro.? Stranamente, però, tutti quelli con cui parliamo conoscono qualcuno che è stato vittima di un crimine rom, ma nessuno lo è stato personalmente.
Membri del Magyar Nemzeti Garda.
Di ritorno a Budapest, a un raduno dello Jobbik contro il Congresso Ebraico Mondiale, le milizie sono schierate in ranghi militari. Il Congresso Ebraico si è spostato qui da Gerusalemme per evidenziare la crescita dell??antisemitismo in Ungheria, e far capire allo Jobbik che non se ne staranno con le mani in mano mentre la loro religione viene usata come scappatoia per i problemi di una nazione. I nazionalisti non amano che gli ebrei esprimano liberamente le proprie opinioni, e hanno quindi mandato a pareggiare i conti l??amichevole gruppo del Garda insieme a un manipolo di persone vestite di nero con caschi e maschere antigas.
Lo Jobbik vorrebbe che i servizi segreti indagassero sugli ungheresi con doppia cittadinanza, ungherese e israeliana, perché temono che sia in atto una cospirazione ebrea volta a comprare l??Ungheria intera??un ridicolo caso di paranoia basato su un??uscita un po?? avventata del Presidente israeliano Shimon Peres qualche anno fa.
Un vecchio manifestante, solo, mostra un cartello con una svastica, contro l??imminente Congresso Ebraico. Viene portato via in sordina, e la sicurezza dello Jobbik lo porta alla polizia, che prende i suoi dati. Dall??altra parte della strada, uomini in tenuta paramilitare fanno un??esercitazione, e nessuno fa una piega.
Più tardi, mi unisco a una crociera sul Danubio organizzata per i delegati ebrei provenienti da tutto il mondo e gli chiedo perché siano venuti qui. ??Perché non vogliamo che accada di nuovo,? è la risposta unanime. La polizia è schierata sulle banchine, terrorizzata che possa succedere qualche incidente.
Il monumento di Pauer Gyula in memoria dell'Olocausto.
Passiamo accanto alle scarpe, il monumento sul Danubio in corrispondenza del punto in cui le Croci Frecciate ungheresi uccidevano gli ebrei facendo cadere i loro corpi direttamente nel fiume, dopo averli costretti a togliersi le scarpe. Il monumento ha un forte impatto su tutti, sulla nave; le famiglie di molti dei presenti sono scappate dall??Europa negli anni Quaranta per sfuggire all??antisemitismo. Settant??anni più tardi, dopo decadi in cui gli ebrei ungheresi hanno cercato di superare la sofferenza delle persecuzioni, altri ungheresi si divertono, di nuovo, a marciare per la città sotto le insegne del Partito delle Croci Frecciate.
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