pubblicato il 28.05.15
«Sporco negro», insulti dai sostenitori di Matteo Salvini «Io, nato a Catania, offeso per aver difeso una ragazza» ·
Al comizio del segretario della Lega Nord a San Giovanni La Punta c'era anche Alex Beraki, 34enne nato a Catania di origine eritree. Vicino a lui una ragazza urlava contro Salvini. «Stavano per metterle le mani addosso. Mi sono messo in mezzo e in dialetto siciliano ho detto: "U problema qual è?"», racconta il giovane. Una reazione a cui sono seguiti minacce e insulti razzisti
«Sporco negro, ora ti dugnu na manata nda facci». Matteo Salvini sta parlando dal palco di piazza Lucia Mangano, a San Giovanni La Punta, quando uno dei suoi sostenitori nel pubblico si scaglia contro Alex Beraki, 34enne di origine eritrea ma nato a Catania. Insulti razzisti al culmine di un diverbio nato durante il comizio del segretario della Lega Nord. «Una ragazza che era vicino a me ha urlato qualcosa contro Salvini, subito tre uomini stavano per metterle le mani addosso e sono intervenuto», racconta il giovane, residente proprio nel Comune puntese.
Si è vissuto un pomeriggio di forte tensione nel centro etneo che si appresta ad andare al voto. Per sostenere il suo candidato Lorenzo Seminerio, è arrivato anche il segretario della Lega Nord. Un gruppo di contestatori è stato tenuto a distanza da un folto cordone di polizia e non sono mancati piccoli tafferugli. «Io - racconta Beraki - ho esercitato il mio diritto di cittadino di San Giovanni La Punta ad ascoltare il comizio e sono riuscito a entrare nella piazza». Insieme a lui avrebbero raggiunto il luogo del comizio altri tre giovani, tra cui una ragazza, Anna.
È proprio lei a urlare contro Salvini. «Stava parlando di agricoltura, di contadini del Sud - racconta Anna - gli ho solo urlato che era un falso, gli ho detto "Vergogna" e mi sono ritrovata in pochi secondi circondata da diversi uomini». Accanto a lei c'è il 34enne catanese di origini eritree, che collabora anche con la Cgil locale. «Stavano per metterle le mani addosso - spiega - erano in tre, sui 40-50 anni, avevano le mani protese. Mi sono messo in mezzo e, parlando in dialetto siciliano, ho detto: "U problema qual è?"». Gli uomini avrebbero quindi minacciato Beraki, ma non avrebbero però fatto in tempo a passare alle vie di fatto per l'intervento di altre persone presenti. «Ma sono arrivati altri cinque uomini - continua il giovane - che ci hanno aggredito verbalmente». È in questo momento che uno di loro, alto, con una maglietta rossa e il giubbotto blu urla: «Sporco negro, ti dugnu na manata nda faccia, ni videmu dopu».
La situazione non precipita grazie all'arrivo di alcuni poliziotti in borghese. «Non so chi fossero le persone che mi hanno aggredito - aggiunge Beraki - non avevano nessun adesivo, non erano ragazzi comunque, ma uomini con almeno più di 40 anni. Io non ho offeso nessuno, sono solo intervenuto per difendere una ragazza. Sono nato a Catania - conclude - i miei genitori si sono trasferiti a San Giovanni La Punta quando avevo tre anni. E i leghisti nella mia città non ce li voglio».
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