pubblicato il 24.06.18
Iolanda Palladino, uccisa dalla violenza fascista, nel 1975 ·
“Iolanda Palladino, uccisa dalla violenza fascista”, nel 1975…
Il voto per il rinnovo del Consiglio comunale di Napoli del 15 giugno 1975, premia fortemente il Partito Comunista. Lo spoglio delle schede relative mostra un netto successo del PCI e un arretramento della Dc.
Per tutto il pomeriggio, in via Foria, sede di una sezione missina , i rappresentanti di lista portano notizie sull’andamento degli scrutini. Il loro segretario è stato eletto consigliere comunale, ma forte è il risentimento per la vittoria dei comunisti che si sarebbero posti alla guida della città e che nel frattempo festeggiano anche lungo Via Foria con le auto imbandierate e chiassose.
Alle 22 la sezione “Berta” chiude e i militanti missini ne escono con diverse bottiglie incendiarie con la determinazione di sfogare la loro rabbia per l’esito delle elezioni. Appostatisi lungo una scalinata che porta nel dedalo dei vicoli adiacenti, da lì lanciano una bottiglia molotov. Una giovane ragazza, Iolanda Palladino, sta tornando a casa dopo un breve giro con la sua auto, quando si trova imbottigliata nel traffico dei festeggiamenti per la vittoria del PCI.
La molotov colpisce il tettuccio della Fiat 500 guidata da Iolanda, di venti anni, mamma casalinga e papà cuoco. La ragazza scende dall’auto, quando le fiamme l’hanno già ricoperta e trasformata in una torcia umana. Quando alcuni passanti la soccorrono e la portano in ospedale, Iolanda è completamente ustionata. Dopo essere stata trasferita al centro ustioni di Roma muore dopo una lunga agonia durata giorni, in cui rimane sempre cosciente.
Su quei gradini il giorno successivo la polizia trova ancora 4 bottiglie incendiarie pronte per l’uso e una tanica contenente mezzo litro di benzina. Sono in tanti assiepati sulle scale, ma solo tre gli arrestati.
Iolanda, diplomata geometra, primo anno di Giurisprudenza, lavoro nei cantieri, qualche comparsa negli spettacoli e il progetto di diventare avvocato, perde la vita nella maniera più atroce per mano criminale.
Quella sera, erano le nove, nel suo appartamento alle spalle della chiesa del Carmine, il telefono rimane bloccato e Jolanda deve dire qualcosa di urgente al suo fidanzato. Esce con gli abiti di casa, camicione e zoccoli, tanto sarebbe ritornata subito. Una corsa in 500 a piazza Garibaldi, poi il ritorno lungo via Foria.
Fa caldo, Iolanda apre il tettuccio. La molotov entra nell’auto. La morte arriva il 21 giugno. Sandro Pertini, presidente della Camera, le rende omaggio all’obitorio di Roma.
Il 24 a Napoli nella basilica si svolgono i funerali della giovane. Tutto il tragitto del corteo funebre è caratterizzato da lanci di confetti bianchi e fiori dai balconi. Durante il percorso del corteo funebre verso il cimitero, alcune migliaia di manifestanti, si dirigono verso via Foria, dove c’è la sede missina a cui appartengono gli assalitori di Iolanda.
Qui il corteo viene caricato duramente dalla polizia nel tentativo di evitare nuovi scontri. Uno degli assassini scappa ad Ischia. Quando la polizia lo rintraccia, si decide a confessare fin da subito o, come sostiene qualcuno, accetta di fare da capro espiatorio. La Corte d’Assise di Roma condanna i tre imputati a pene dai sei anni e otto mesi ai due anni e dieci mesi.
Le pene sono ridotte in appello e in parte condonate. E la famiglia Palladino dimenticata. Nessun risarcimento dallo Stato. Solo un loculo gratis al cimitero.
Fiori bianchi: ai funerali di Iolanda Palladino nella chiesa del Carmine si raccolgono 30 mila persone, studenti, lavoratori, operai di tutte le fabbriche napoletane.
Il 25 aprile 2015, la rete antifascista napoletana all’angolo tra via Foria e via Cesare Rosaroll, appone una lapide: “In memoria di Iolanda Palladino, uccisa dalla violenza fascista”.
Un evento, la morte di Iolanda, tanto doloroso quanto lontano ma non cancellabile, che deve uscire dal riserbo diventando memoria. È un dovere della nostra città quello del ricordo, restituendo alla memoria storica di Napoli un evento tremendo ma che può illuminare la presente e le future generazioni con quei valori che tale tragedia ci impone di praticare.
http://www.napoliflash24.it/iolanda-palladino/
24 giugno 1975: i funerali di Iolanda Palladino
Un gruppo di fascisti dell'Msi tra cui Umberto Fiore, cameriere di 20 anni, Giuseppe Torsi, operaio di 19 anni, Bruno Torsi, apprendista di 16 anni, raggiungono la manifestazione e si appostano sulle scalinate di via Michele Tenore, da lì lanceranno una bottiglia molotov sul tettuccio della 500 di Iolanda, per punire i "rossi" nel mucchio. La ragazza scende dall'auto quando le fiamme l'hanno già ricoperta e trasformata in una torcia umana. Quando alcuni passanti la soccorrono e la portano in ospedale, Iolanda è completamente ustionata. Dopo essere stata trasferita al centro ustioni di Roma muore dopo una lunga agonia durata giorni, in cui rimane sempre cosciente.
Il 24 a Napoli nella basilica ci sono i funerali della giovane simpatizzante di sinistra. Vi partecipano migliaia di persone tra cui moltissimi operai dell'Alfasud, e tanti antifascisti napoletani, che durante il funerale e durante il trasporto al cimitero salutano Iolanda con cori antifascisti e corone di fiori.
Durante il percorso del corteo funebre verso il cimitero, alcune migliaia di antifascisti, si dirigono prima in via San Giovanni e poi in via Foria, dove c'è la sede missina a cui appartengono gli assassini di Iolanda.
In via San Giovanni, viene divelta e danneggiata un'insegna dell'Msi, poi in via Foria il corteo viene caricato duramente dalla polizia, che difende la sede fascista. I fascisti hanno appeso in questa via uno striscione provocatorio su cui è scritto: "Né Dio né gli uomini fermeranno la violenza fascista". Lo striscione viene tolto dagli antifascisti e dopo ne segue una carica della Polizia. Dopo gli scontri il corteo viene ancor caricato dalle forze dell'ordine quando cerca di depositare una corona di fiori nel luogo dell'attentato squadrista.
Fiore scappato ad Ischia i giorni dopo la l'omicidio viene arrestato e dopo aver confessato, viene condannato con gli altri imputati a sei anni e otto mesi di carcere. La famiglia Palladino non ricevette alcun tipo di risarcimento e alcuni degli assassini fascisti, qualche tempo dopo, si arruolarono fra le fila dei Nar di Fioravanti.
https://www.infoaut.org/storia-di-classe/24-giugno-1975-i-funerali-di-iolanda-palladino
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