pubblicato il 13.12.19
Casapound e la 'Ndrangheta in Umbria: i piani delle cosche per pilotare la politica ·
Antonio Ribecco, il boss arrestato per traffico di stupefacenti, è zio di un candidato di Casa Pound alle amministrative di Perugia. Al nipote suggeriva come muoversi per manovrare il sindaco e assicurarsi voti
12 dicembre 2019
“Basta spaccio” tuonava da palchi e manifesti elettorali Antonio Ribecco, giovane candidato sindaco di Casa Pound alle ultime amministrative di Perugia. Peccato che il suo omonimo, e più anziano, zio sia stato arrestato oggi dalla procura antimafia di Catanzaro anche per aver inondato di droga l’Umbria per conto dei clan di San Leonardo di Cutro di stanza a Perugia.
Oltre a estorsioni, intimidazioni, riciclaggio e shopping mafioso di aziende e terreni, Ribecco senior è accusato anche di aver “organizzato insieme al figlio Natale il traffico di stupefacenti che dalla Calabria venivano immessi in Umbria”, grazie ai rapporti con esponenti della ‘ndrangheta e di aver intrattenuto "in funzione del medesimo traffico rapporti con altre organizzazioni criminali straniere (albanesi)".
Alla famiglia – svelano fonti investigative – non è che l’impegno di Ribecco junior facesse troppo piacere, ma di certo non per ragioni ideologiche. Intercettato, il boss Cosimo Commisso non fa altro che magnificare Mussolini e il Ventennio. Nel 2019 però la strategia – si teorizza in quella riunione – deve essere diversa. “Non capiscono cos’è Casa Pound, così è difficile” dice uno degli affiliati intercettati e lo zio dell’aspirante sindaco delle tartarughe concorda e annuisce “Questo gli ho detto pure io tempo fa, scegli un altro ramo. A quest’ora era arrivato”.
Poi interviene un altro “Lui doveva scegliere Salvini, perché c’ha un carattere che dice.. parla, parla”. In realtà, il progetto di imbarcare Casa Pound in una più ampia coalizione di destra c’era. O, almeno, così spiegano Ribecco e compari nelle conversazioni intercettate. “I patti erano così, fino ad un mese fa.. il sindaco di Perugia è di destra, centro destra.. Romizi. Noi abbiamo mangiato insieme al sindaco. I patti erano che si candidava con Salvini e si collegava con loro che sono di destra”.
Poi le cose sono andate diversamente, Romizi – spiegano – ha scelto la partnership con il socialista Nilo Arcudi e secondo quanto emerso dall’indagine, su di lui il clan avrebbe fatto convergere i voti, persino comprandoli se necessario. Ma per il gip, tanto impegno non avrebbe avuto contropartita, perché una volta eletto Arcudi si sarebbe dimenticato dei “benefattori”.
https://www.repubblica.it/cronaca/2019/12/12/news/_ndrangheta_in_umbria_-243291811/?fbclid=IwAR13bV2ONxYjQl1jmHfY3kSus4oPuYTlUqux4GbnxHil7tg0Nz4a63s-Jps
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