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fonte: l’Adige del 25.02.2006
Negata la sala della Regione all’ex membro dei Nar
Domenica 26 febbraio 2006
Luigi Ciavardini non avrà a disposizione una sala della Regione. Per bloccare il confronto nel palazzo di piazza Dante organizzato dall’associazione Eleuteros con l’ex membro dei Nar è sceso in campo personalmente Lorenzo Dellai, nella sua veste di vicepresidente della Regione. La concessione degli spazi (un meccanismo quasi automatico, ma che andrà cambiato, ha assicurato il presidente dell’ente, Durnwalder) aveva suscitato l’indignazione del presidente dell’Associazione familiari delle vittime della strage di Bologna: «Niente spazi pubblici per i terroristi».
Niente sala per il terrorista nero. Alla fine ci ha pensato Lorenzo Dellai. In qualità di vicepresidente della Regione, ieri ha revocato il permesso: Luigi Ciavardini – l’ex dei Nar (Nuclei armati rivoluzionari), condannato per l’omicidio del giudice Mario Amato e in attesa della sentenza della Cassazione per l’esecuzione della strage di Bologna – non potrà essere ospite del palazzo di piazza Dante, a Trento. La sala al primo piano dell’edificio era stata presa in affitto dall’associazione Eleuteros: la conferenza («Strage di Bologna, 25 anni di inchieste. I risultati») era stata fissata per il 3 marzo. Dellai e, con lui, il presidente della Regione Luis Durnwalder, salvano in corner la situazione. Infatti la sinistra universitaria, il consigliere di Rifondazione comunista, il Circolo Mario Pasi e i Giovani Comunisti avevano già annunciato una mobilitazione «anti Ciavardini» e una lettera aperta alla città. È inaccettabile – era stato detto – che un ente pubblico conceda uno spazio a chi è stato protagonista degli anni bui del nostro Paese. Si è parlato di «offesa alle vittime della strage» (il 2 agosto 1980 – ricordiamo – la bomba esplosa nella stazione ferroviaria causò la morte di 85 persone) e di «via libera» incomprensibile. Da Bologna si è fatto sentire anche il presidente dell’Associazione familiari delle vittime: «Che un ente pubblico conceda l’utilizzo di uno spazio ad un terrorista è quantomeno strano – dice Paolo Bolognesi -. Così si rischia di dare un aiuto ai cattivi maestri che hanno insanguinato l’Italia». Ricorda che Ciavardini «è stato condannato in via definitiva anche per banda armata finalizzata alla strage di Bologna». E le argomentazioni sostenute dall’associazione Eleuteros? Marika Poletti, studentessa di Giurisprudenza, coordinatrice del progetto, sostiene che la conferenza sarebbe stata un’occasione per dimostrare che l’impianto accusatorio era deficitario. «Le tesi della difesa – replica Bolognesi – erano sciocche. Sono state superate dal processo. L’obiettivo di questa gente è di fare dimenticare, di “distruggere” le sentenze. Se vogliono portare avanti certi discorsi lo devono fare in circoli privati: le conferenze le facciano nelle loro librerie, non negli edifici pubblici». Alla fine l’appuntamento presso il Palazzo della Regione è stato annullato. Né Dellai né Durnwalder sapevano dell’assegnazione della sala. Il governatore del Trentino, ieri in trasferta a Roma, è stato informato del problema dal consigliere margheritino Giorgio Viganò, esponente dell’«ala sociale» della Civica. Un breve consulto e poi l’ordine di annullare. Il Landeshauptmann ha avuto notizia dal nostro giornale. «Non ne ero a conoscenza – dice Durnwalder -. La “sala rosa” viene assegnata alle associazioni culturali che ne fanno richiesta. Visto ciò che è accaduto, abbiamo dato disposizione che, per il futuro, se arrivano richieste da “associazioni dubbie”, prima di concedere l’uso della stanza, devono essere informati i rappresentanti politici (i governatori delle due provincie, in qualità di presidente e vicepresidente della Regione,ndr)». Ma come mai si è arrivati ad un pelo dallo scontro ideologico, dall’«incidente diplomatico» con i familiari delle vittime? La ragione – si spiega in piazza Dante – è molto semplice: il regolamento della Regione è a «maglie larghe». Insomma basta fare domanda e pagare per l’affitto: si riempie un modulo, si indica per sommi capi l’argomento e il gioco è fatto. Non c’è una commissione esaminatrice. Non è escluso che possa essere istituita in futuro. Anche il presidente del Consiglio regionale Mario Magnani (che in realtà non è responsabile in materia perché a lui compete la gestione di un’altra sala, al piano terra dello stesso edificio) ritiene che sarebbero necessarie «regole più stringenti». Norme, vincoli, paletti: sistemi per evitare situazioni imbarazzanti agli esponenti politici se non veri e propri scontri (per lunedì la sinistra universitaria aveva indetto un’assemblea di protesta). All’Università, nel marzo 2005, una situazione analoga l’aveva affrontata il rettore Davide Bassi. Ospite della facoltà di Economia era Gabriele Marconi, ex di Terza Posizione, autore di un libro dedicato agli «Anni di Piombo» visti da destra. Allora a promuovere l’incontro – che, a sinistra, aveva alimentato un mare di polemiche – erano stati gli esponenti di Azione Studentesca, Azione Universitaria e Azione Giovani (la giovanile di An). Nelle settimane successive venne quindi varato un nuovo regolamento. A questo, negli scorsi giorni, si è appellato il preside Borzaga. Infatti l’associazione Eleuteros – che gravita nell’orbita della destra – prima di tentare la «carta della Regione», si era rivolta al vertice della facoltà di Economia. Il docente aveva però negato il permesso, ritenendo inopportuna la richiesta e inadeguato il «curriculum» di Ciavardini.
di ANDREA TOMASI
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