|
|
ULTRADESTRA
Fiamma, l’inchiesta si allarga
A Bologna proibita la piazza per evitare problemi. Oltre a Boccacci, altri nel mirino per ‘manifestazioni fasciste’
Milano, 23 marzo 2006 – Un pomeriggio intero a visionare i filmati girati dalla Digos l’undici marzo.
Quelli della follia scatenata la mattina in corso Buenos Aires dai black-block alla milanese, che hanno bruciato auto e devastato vetrine, ma anche quelli della manifestazione pomeridiana della Fiamma tricolore, un tripudio di croci celtiche, cori di ‘viva il duce’, il passo dell’oca, i saluti romani.
E nell’inchiesta giudiziaria aperta dai pm Pietro Basilone e Luisa Zanetti sul corteo dell’estrema destra, potrebbero esserci nuovi indagati, man mano che vengono identificati i giovani con il braccio teso e i camerati che attorniavano Maurizio Boccacci, già leader del disciolto Movimento politico e oggi tra i responsabili dell’organizzazione della Fiamma, uno dei primi, nei giorni scorsi, a finire nel registro degli indagati con l’ipotesi di violazione della legge Scelba del ’52 che, tra l’altro (articolo 5), punisce ‘chiunque, partecipando a pubbliche riunioni, compie manifestazioni usuali del disciolto partito fascista’.
Una norma diversa da quella che (articolo 1) vieta la vera e propria ‘ricostituzione del disciolto partito fascista’, ma che comunque prevede pene fino a tre anni di reclusione oltre a una multa.
A differenza di quanto avvenuto in questi giorni a Bologna, a Milano la Fiamma aveva trovato una piazza per i suoi comizi, anche se il corteo, che in un primo tempo si sarebbe dovuto tenere due mesi fa, era stato fatto slittare dal questore per motivi di ordine pubblico, essendo stato ritenuto in quel momento troppo vicino alla ‘giornata della memoria’ di fine gennaio (che ricorda la fine della Shoah) con conseguente alto rischio di contestazioni.
Nel capoluogo emiliano, invece, nessuna valutazione di ordine pubblico, visto che a negare le piazze (già prenotate da altri partiti) è stato il sindaco Sergio Cofferati.
Qui in città il corteo partì con alcune centinaia di giovani, per lo più naziskin, da Porta Venezia con arrivo scontato in piazza San Babila, da sempre territorio della destra.
“Ecco il saluto fascista – disse Boccacci sabato 11 dal palco, tendendo romanamente il braccio al termine della manifestazione – ora mi denuncino per apologia del fascismo. Ne sono orgoglioso” .
La piazza rispose con un collettivo «viva il duce». Al fianco di Boccacci, sul palco, c’era anche l’eurodeputato della Fiamma Luca Romagnoli, alleato della Casa della libertà alle prossime elezioni e candidato nonostante le polemiche seguite all’intervista televisiva in cui assicurava di non poter dire se le camere a gas siano o meno esistite.
Nulla trapela, dagli ambienti giudiziari, circa un suo possibile coinvolgimento diretto nell’inchiesta.
Milano – Slogan fascisti al corteo della Fiamma, indagato l’ultrà Boccacci
dal corriere Sunday, Mar. 26, 2006 at 11:18 AM
Slogan fascisti al corteo della Fiamma, indagato l’ultrà Boccacci.
Oltre che ai violenti dell’ultrasinistra, la Procura presenta il conto anche all’«istigatore» dei neofascisti della Fiamma Tricolore e attende le prime condanne dei naziskin accusati di una serie nera di accoltellamenti «politici». Le nuove indagini sono affidate alla stessa squadra investigativa, guidata dal pm Pietro Basilone. Gli inquirenti stanno completando l’identificazione dei partecipanti alla manifestazione della Fiamma che l’11 marzo era il bersaglio degli autonomi. Il corteo dei circa 200 estremisti di destra era autorizzato dalla questura, ma nulla li autorizzava a esibire croci celtiche, striscioni, slogan, simboli e cori apertamente inneggianti al Duce e perfino al nazismo. Il reato ipotizzato dalla Procura è l’apologia del fascismo (punito dalla legge Scelba, che fu il più famoso ministro dell’Interno della Dc) e gli indagati rischiano fino a un anno di carcere.
A lanciare gli inni al Duce fu soprattutto Maurizio Boccacci, che dal palco sfidò così la polizia: «Eccolo il saluto fascista… Sono fiero di essere denunciato». Boccacci è già stato condannato a 5 anni di reclusione, tra l’altro, per le violenze del 20 novembre ’94 in uno stadio di calcio, dove fu gravemente ferito un poliziotto.
L’inchiesta sui neofascisti della Fiamma dovrà verificare tra l’altro se al corteo di due settimane fa abbia partecipato qualcuno degli 11 naziskin che sono imputati delle più gravi violenze politiche dell’ultimo quinquennio: decine di pestaggi e perfino accoltellamenti di «rossi», spesso scelti a caso, ad esempio perché avevano giornali o «look» di sinistra.
La sentenza per gli 11 naziskin è prevista per il 30 marzo. Nelle intercettazioni, uno dei tre presunti capi si vantava così degli accoltellamenti (parlando di lame in gergo): «Ne abbiamo già lamati venti…»
da “Indymedia”: http://italy.indymedia.org/news/2006/03/1030464.php
Inchiesta sul corteo della Fiamma
Il corteo nero della Fiamma finisce sotto inchiesta per apologia di fascismo Tra gli indagati il capo delle teste rasate Boccacci e l’eurodeputato della Fiamma Luca Romagnoli.
Milano, 20 marzo 2006 – Inchiesta giudiziaria sulla Fiamma tricolore, per la manifestazione fascista di sabato scorso. E gli inquirenti stanno valutando anche la posizione dell’eurodeputato Luca Romagnoli, segretario del partito. Dopo gli arresti dei no-global che misero a ferro e fuoco corso Buenos Aires bruciando auto e devastando vetrine, la Procura ha dunque aperto un fascicolo anche sul corteo dell’estrema destra che era stato il motivo del presidio deciso dai centri sociali e finito poi con gli scontri. Sarebbero già una decina gli indagati per la violazione della legge Scelba del ’52, quella che fra l’altro punisce le ‘manifestazioni fasciste’ come quella andata in scena da piazza Oberdan a San Babila. Tra gli iscritti nel registro degli indagati, ci sarebbe anche Maurizio Boccacci, già leader del disciolto Movimento politico, capo degli skinhead, un passato in Avanguardia nazionale con Stefano Delle Chiaie. ‘Ecco il saluto fascista – disse Boccacci sabato scorso facendo dal palco il saluto romano al termine della manifestazione – ora mi denuncino per apologia del fascismo. Ne sono orgoglioso’. Pare sia stato accontentato. Per la cronaca, la piazza rispose con l’analogo saluto al grido di ‘Viva il Duce’. Al fianco di Boccacci, sul palco, c’era anche l’eurodeputato della Fiamma Luca Romagnoli, alleato della Casa della libertà alle prossime elezioni, candidato lui stesso anche dopo le polemiche seguite all’intervista in cui si proclamava ‘agnostico’ sull’esistenza delle camere a gas. Sulla base dei filmati e della relazione della Digos, i pm Piero Basilone e Luisa Zanetti stanno esaminando anche la sua posizione. ‘Ha ragione Berlusconi: è sempre la solita magistratura – commenta Romagnoli – ringrazio i giudici per la persecuzione assicurata alle idee e non a chi mette a ferro e fuoco la città e minaccia donne e bambini. Preferiscono prendersela con qualche ragazzino che goliardicamente ha fatto un saluto romano piuttosto che con chi ha incendiato e seminato il panico a corso Buenos Aires’. Sabato scorso, al corteo della Fiamma non si contavano le bandiere con croci celtiche e quelle con il fascio littorio, prima del conclusivo saluto romano al grido di «Viva il duce» da parte di alcune centinaia di giovani, per lo più con l’inequivocabile look da naziskin. C’erano anche gli striscioni contro la guerra in Iraq, in quanto ‘siamo a favore della guerra del popolo palestinese e iracheno – spiegò Boccacci – siamo antiamericani’. In piazza San Babila, a prendere la parola fu poi il segretario della Fiamma, Romagnoli. Boccacci, già condannato a suo tempo in primo grado a 5 anni di carcere per gli scontri tra ultrà calcistici di estrema destra dopo un lontano Brescia-Roma in cui rimase gravemente ferito un vice questore, sarebbe ora indagato per la violazione dell’articolo della legge Scelba, che punisce con la pena della reclusione sino a tre anni e con una multa, i partecipanti a ‘manifestazioni usuali del disciolto partito fascista ovvero di organizzazioni naziste’. di Mario Consani
news