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Mercoledì, 7 Giugno 2006
Colpo di scena nel processo al presunto leader degli skin pordenonesi. I magistrati della Procura hanno fatto cadere l’accusa di istigazione all’odio razziale con la violenza
Botte al Parareit, condannato
Il Pm chiede 3 anni, i giudici ne infliggono uno. Quattromila euro alla parte civile
Non sono mancati i colpi di scena e le novità nel procedimento penale nel quale – ieri davanti ai giudici Piera Binotto, Francesco Saverio Moscato e Paola Costa – Francesco Da Pieve, 32 anni, di Cordenons – assistito e consigliato dall’avvocato Giovanni Adami – era chiamato a rispondere delle contestazioni di lesioni personali e di violenza motivata dall’odio razziale, ideologico o religioso (Legge Mancino). Nelle conclusioni il pm Daniela Bartolucci, sulla base delle prove raccolte dagli investigatori della Digos, ha chiesto la condanna dell’indagato a 3 anni di reclusione, ma nello stesso tempo ha di fatto cancellato l’accusa di violenza motivata dall’odio razziale o ideologico, mantenendo in piedi soltanto quella di lesioni personali.
Da Pieve, dopo lo stralcio della posizione di altri quattro indagati che sfileranno davanti ai giudici a metà autunno, è stato così chiamato a rispondere dell’aggressione e delle lesioni personali e psicologiche causati a tre giovani di Zoppola e Fiume Veneto il 24 settembre 2000. I tre, al rientro da una festa pacifista (ma comunque aperta a tutti) in località Parareit, vennero fermati e picchiati da Da Pieve (con altri che hanno già definito la propria posizione con il patteggiamento in udienza preliminare).
Poi il nuovo colpo di scena. L’avvocata Piera Tartara, parte civile per Paolo L., ha formalizzato la richiesta di un risarcimento di 12 mila euro per il cliente (danni biologici e psicologici perché per “l’ansia” smise di frequentare l’Università), con il pagamento delle spese di costituzione. Avrebbe poi dovuto intervenire l’avvocato Antonio Malattia (assisteva le altre due parti civili: Mirco T. e Stefano P.: quest’ultimo riportò ferite molto gravi alla mandibola), che però non si è presentato. Secondo i giudici tale condotta avrebbe circonstanziato la rinuncia alla costituzione e all’eventuale risarcimento.
L’avvocato Adami, dopo aver rinnovato la richiesta di un patteggiamento a 6 mesi di reclusione (era già stato bocciato in preliminare), ha concluso chiedendo l’assoluzione di Federico Da Pieve o in subordine il minimo della pena, con la concessione di attenuanti e benefici. «Sono comunque stupito – ha concluso – che la discriminante della violenza motivata dall’odio ideologico sia stata cancellata solo oggi, dopo tre anni d’inchiesta».
I giudici, dopo aver esaminato documenti e le conclusioni di accusa, difesa e parte civile, hanno condannato Federico Da Pieve a un anno di reclusione e a rifondere con 4 mila euro la parte civile. la difesa ha annunciato ricorso in Appello.
Roberto Ortolan
La rassegna stampa del settembre 2000 e il resoconto delle successive manifestazioni dei compagni sul sito del Gatanegra
Sabato 23 settembre, presso l’area “PARAREIT” di Cordenons, un gruppo di naziskin locali ha fermato una macchina con tre persone che avevano appena lasciato la festa ivi svoltasi.
Scaraventato fuori il conducente, i tre hanno sequestrato i due passeggeri e la macchina, parcheggiandola poco lontano, ed hanno brutalmente pestato i due innocenti, uno dei quali, con mandibola e setto nasale fratturati, ancora in ospedale con prognosi di almeno 15/20 gg.
A differenza di quanto affermato da alcune testate locali, il pestaggio stato privo di qualsiasi connotazione politica, ed è ancora più assurda l’ipotesi di una contesa a causa di una donna, perché dalle testimonianze risulta che le tre persone sono state scelte a caso.
Da quanto riportato dai giornali sembrerebbe questo un fatto isolato da attribuire a tre esaltati, ma in realtà esso non che l’ultima di una lunga serie di aggressioni che militanti dell’estrema destra stanno compiendo, non solo nella nostra provincia.
Gli episodi sono numerosi: un ragazzo sfregiato a Trieste, 20 punti al volto; l’aggressione al docente di origini ebraiche a Verona; sempre a Verona, dopo una manifestazione di solidarietà allo stesso professore, dieci manifestanti sono stati pestati. Alla questura di Pordenone sono già note altre aggressioni compiute da questi nazi, ma nulla di concreto è stato fatto per fermarli, ed anche l’opinione pubblica è finora rimasta indifferente.
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Domenica notte, nella campagna di Cordenons, due giovani sono stati picchiati selvaggiamente da quattro “skin”. Uno di loro stato operato mercoledi’ scorso. Ha il viso massacrato, la mascella e lo zigomo distrutti.
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Dopo il pestaggio, messo in atto mentre era legato con le cinture di sicurezza, non soddisfatti, gli sconosciuti lo hanno tirato fuori dell’auto e per interminabili minuti gli hanno sbattuto il capo sul cofano della sua auto.
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