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Alcuni genitori dei fermati dell’11 marzo: carcere illegittimo
Antifa
Milano, 13 giu. (Apcom) –
“Ogni forma di violenza è da condannare, ma i nostri figli sono innocenti” dei reati loro contestati per i fatti dell’11 marzo a Milano, e la carcerazione è illegittima.
Lo sostengono genitori e difensori dei 24 esponenti dell’area antagonista milanese in custodia cautelare in carcere per gli scontri in corso Buenos Aires. La manifestazione, non autorizzata dalla questura, si proponeva di ostacolare il successivo corteo della Fiamma Tricolore in corso Venezia. “A oltre tre mesi dall’evento mi domando, e iniziano a chiederselo anche tanti milanesi, che senso abbia quella misura eccezionale” dichiara Juri Cerfoglio, parente di uno dei giovani in carcere, durante una controversa conferenza stampa a Palazzo Isimbardi, sede della Provincia di Milano, organizzata grazie a Rifondazione Comunista.
Sulla presunta illegittimità della carcerazione preventiva insiste anche Davide Steccanella, uno degli avvocati: “Quando abbiamo chiesto la sostituzione del carcere con altre misure cautelari come gli arresti domiciliari il tribunale del riesame l’ha negata con motivazioni inesistenti come il rischio che evadano e facciano altre manifestazioni analoghe. Questa è fantascienza giuridica” in quanto i giovani sono accusati di un reato che non è individuale, sostiene Steccanella, che aggiunge: “C’è stata disapplicazione della legge e la misura è palesemente illegittima”.
“Non mi interessa la geografia di quello che è successo lì – aggiunge il penalista Mirko Mazzali – ma quello che ha fatto ogni singolo soggetto. Abbiamo chiesto il processo fino allo sfinimento e sono convinto che si rivelerà come uno dei più grossi bluff rispetto agli imputati, perché coloro che sono in carcere sono, per la maggior parte, persone rifugiatesi nel portone di corso Buenos Aires 15, quelli cioè che meno hanno capito cosa stesse succedendo, mentre quelli che hanno bruciato la sede di An e lanciato i razzi non sono in carcere”.
“Chiediamo il rispetto del diritto e che i responsabili vengano giudicati individualmente per ciò che hanno fatto” aggiunge Silvia Fiore, madre di una delle sei ragazze fermate. I parenti dei giovani hanno organizzato sabato 17 giugno un corteo di solidarietà che partirà da piazza del Duomo alle 15. L’11 marzo vennero fermate 45 persone, per 34 venne confermato il carcere. Nei mesi successivi sono state rifiutate due istanze di scarcerazione e una al tribunale del riesame. L’imputazione è di concorso in devastazione, incendio e resistenza a pubblico ufficiale. Le indagini preliminari si sono concluse dopo due mesi, con due ulteriori arrestati poi rilasciati, e un numero finale di 29 indagati. L’udienza preliminare è stata fissata il 28 giugno.
Martedì, 13 Giugno 2006 – 07:00
Siamo i genitori dei ragazzi arrestati in seguito ai disordini avvenuti in corso Buenos Aires durante la manifestazione dell’11 marzo scorso.
I nostri figli sono detenuti in carcere da oltre due mesi e mezzo senza processo e, finora, per molti di loro non vi è nessuna prova concreta della loro partecipazione agli atti violenti che hanno caratterizzato quella giornata.
Chiediamo:
Alla città di Milano, alle istituzioni e a tutta la cittadinanza, di aiutarci ad ottenere il rispetto dell’innocenza e quindi del diritto alla libertà dei nostri figli fino a quando non vengano dimostrate le loro personali e individuali responsabilità, diritti sanciti dall’art. 11 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e ribaditi dall’art. 108 della Costituzione Europea.
Ridate la libertà ai nostri figli
Ridateci la libertà di vederli vivere