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Chi devasta? Chi saccheggia?
Dopo sei mesi di reclusione tra galera e arresti domiciliari e circa quattro mesi di obbligo di firma, il 27 giugno inizierà il processo per i 10 arrestati e i 2 denunciati (8 già sono stati condannati con rito abbreviato con pene che vanno dai sei mesi ad un anno e due mesi) per due manifestazioni avvenute prima dell’estate. Una di solidarietà con la popolazione migrante rinchiusa nel Cpt di
corso Brunelleschi, in agitazione in quel periodo, e l’altra relativa alla mobilitazione antifascista del 18 giugno scorso indetta in seguito all’aggressione di matrice fascista e al ferimento con armi da taglio di 2 abitanti del Barocchio Squat di Grugliasco. In entrambi i casi le manifestazioni sono terminate con alcuni momenti di tensione con le forze dell’ordine.
A gennaio è arrivato il rinvio a giudizio con l’accusa di Devastazione e Saccheggio.
Questo reato che è stato usato per il G8 di Genova, per la mobilitazione antifascista dell’11 marzo a Milano contro 25 compagn* (in carcere da più di tre mesi,) e che, a quanto si dice, potrebbe essere in futuro utilizzato contro chi liberò il cantiere del tav di Venaus l’8 dicembre scorso, prevede una pena che
va dagli 8 ai 15 anni di reclusione e permette la carcerazione preventiva; un reato insostenibile, scelto tardivamente da chi ci accusa, con prove a carico vaghe e confuse.
Riteniamo impensabile che si possa essere accusati di devastazione e saccheggio per manifestazioni di quel tipo. La situazione giudiziaria dei 12 imputati dimostra inoltre la chiara volontà della magistratura di gestire le lotte sociali come problemi d’ordine pubblico. Negli scritti dei giudici ci viene
chiaramente spiegato come siano le personalità dei soggetti a essere messe sotto processo, quelle personalità giudicate pericolose perché segnalate dalla Digos come attive a decine e decine di manifestazioni e iniziative di movimento. Sotto
accusa sembrano essere non tanto i fatti compiuti, ma l’appartenenza degli imputati ad ambiti di lotta anarchici e antagonisti, come se la loro opinione e pratica politica fosse di per sé reato e dunque perseguibile per legge!
Non vogliamo con questo fare alcun tipo di vittimismo in quanto non è nostra pratica politica e siamo soliti rivendicare pienamente le lotte che portiamo avanti, assumendocene le responsabilità.
Facciamo appello a quanti intendono mobilitarsi, prendere posizione ed esprimersi perché non si continui ad avallare un’ingiustizia clamorosa che potrebbe trasformarsi in un grave precedente a pregiudizio della generale libertà.
Per questo facciamo appello:
– alla derubricazione del reato di devastazione e saccheggio – ad una pubblica denuncia dell’attacco preordinato alla nostra pratica ed alle nostre idee – alla difesa della libertà di manifestare – alla partecipazione alle iniziative di solidarietàiniziando dal presidio davanti al palazzo di giustizia martedì 27 giugno ore 9
Gli imputati
da Federazione Anarchica Torinese
e-mail: fat@inrete.it manifestazioni antifa