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Ultima udienza del processo a carico di due dei quattro antifascisti milanesi accusati dagli stessi PM Canepa e Canciani di aggressione e rapina per aver allontanato un gruppetto di fascisti da un treno di manifestanti. Per questo processo é stata emessa nel pomeriggio la sentenza: proscioglimento di Milo, condanna di 3 anni e 8 mesi ad Orlando con sospensione degli obblighi in attesa del processo d’appello.
[URGENTE] Sequestrati i pc di due consulenti del Genova Legal Forum Genova, 16 Marzo 2005
Sono stati sequestrati oggi a Genova i computer di due consulenti del Genova Legal Forum.
Insieme all’ordinanza di sequestro é stata loro notificata unaTre anni e otto mesi di reclusione per Orlando. Si chiude il processo agli antifascisti milanesi.
Una condanna a 3 anni e 8 mesi di reclusione per Orlando, un’assoluzione per Milo.
Questa la sentenza pronunciata ieri dal tribunale di Genova.
Per Milo un’assoluzione che arriva quasi d’obbligo, considerato che, nel momento in cui ci siamo imbattuti con quei quattro neofascisti, non era presente e mai gli è stato contestato alcun episodio specifico.
Solo il fatto di essere presente sul treno, anche se in un altro scompartimento, gli è costato un arresto preventivo durato più di 6 mesi tra carcere e arresti domiciliari, seguiti da altri mesi di obblighi. I PM si sono appellati al concetto di compartecipazione psichica, già comparso nel processo del G8, provando a estenderlo fin attraverso le porte dello scompartimento, con una richiesta di condanna a 2 anni.
Se la corte è stata giusta rispetto alla posizione di Milo, dall’altro lato una pena pesante si abbatte sul compagno Orlando. Condannato per rapina e per violenza.
Una sentenza infame che conferma l’impianto accusatorio formulato e non diminuisce di molto la richiesta avanzata dall’accusa che era 4 anni e 6 mesi. Si chiude così una vicenda durata quasi un anno in cui siamo passati dal carcere, agli arresti domiciliari, agli obblighi di firma e di dimora.
L’ atmosfera intorno a questa vicenda assumeva sia in fase d’indagine preliminare, sia durante lo svolgimento del processo i tratti di una persecuzione politica, con il susseguirsi di rifiuti verso le istanze di scarcerazione, dei permessi di lavoro dell’allentamento delle misure restrittive della libertà., questo nonostante gli imputati fossero incensurati.
Basandosi su un episodio pretestuoso i PM hanno costruito un teorema incentrato, in particolare, sulla figura Orlando. Un compagno additato come il “capo” responsabile di tutto ciò che è successo e contro il quale viene scagliata una condanna esemplare.
Anche la giornata di ieri, l’ultima udienza, è stata caratterizzata da un clima provocatorio esasperato dai numerosi agenti della Digos presenti. Approfittando della pausa dopo la fine del dibattimento, hanno sequestrato i computer dei compagni di indymedia usati per il prezioso lavoro di trascrizione delle udienze. L’ordine di sequestro parte proprio da una querela per diffamazione presentata da Anna Canepa e Andrea Canciani, i PM inquisitori sia in questo processo che in quello per il G8.
Scegliere di svolgere questa operazione proprio il giorno della sentenza, oltre a creare momenti di tensione fuori dal tribunale, ha impedito di rendere pubblici i contenuti delle arringhe finali.
Dopo aver ascoltato il verdetto siamo tornati a Milano, in via Brioschi, dove il 16 marzo di due anni fa, una domenica sera, alcuni compagni veniva aggredito da un gruppo di fascisti armati di coltelli. Un compagno è lasciato in fin di vita con sette coltellate inferte nella schiena, mentre Dax, muore, assassinato. E poi il S. Paolo, i compagni e gli amici di Dax feriti, picchiati a sangue da polizia e carabinieri dentro il Pronto Soccorso dell’ospedale.
Sono passati due anni, ma non è meno vivo nella mente il ricordo di ciò che è successo quella notte, e non è certo lo scorrere del tempo che lenisce questa ferita.
Arriviamo in questo secondo anniversario con una pena di 3 anni e 8 mesi che pende sulla testa del compagno Orlando.
In queste ore non abbiamo tanti ragionamenti politici da fare, né molte parole da spendere.
Concludiamo con una frase scritta dal compagno ferito gravemente insieme a Dax,:
“…nessuno stupore, cari compagni, nessun lamento, solo odio e tanta voglia di lottare.”
Officina della Resistenza Sociale, 17 MARZO 005
repressione