pubblicato il 2.03.24
Faida tra neofascisti per il controllo della Curva Nord dell'Inter ·
L’edizione odierna de Il Fatto Quotidiano pubblica un report - ripreso oggi da Calcio&Finanza - che si concentra sul tentativo del neofascismo milanese di prendere il controllo della Curva Nord dell'Inter. uesto fatto è stato già segnalato dal procuratore di Milano Marcello Viola e trova riscontro nelle informazioni fornite dal Raggruppamento Operativo Speciale (ROS) durante l’ultima fase giudiziaria sugli affari criminali della banda della Barona, guidata da Nazzareno Calajò, noto come Nazza.
La lotta coinvolgerebbe due fazioni: da un lato gli affiliati a CasaPound, dall’altro i membri degli Hammerskin legati al movimento Lealtà e Azione. Le tensioni tra i vari gruppi neofascisti sarebbero emerse dopo la morte dell’ultras nerazzurro Daniele Belardinelli negli scontri prima di Inter-Napoli il 26 dicembre 2018. Questo evento porta allo scioglimento della direzione della curva, facilitando l’ingresso di Vittorio Boiocchi, collegato a Cosa Nostra e assassinato il 29 ottobre 2022. Ardolino discute con Polacchi sulla situazione e chiede se conosce Andrea Beretta, ex braccio destro di Boiocchi. Polacchi risponde positivamente, affermando che i rapporti erano buoni. Ardolino insiste sull’importanza di mantenere buoni rapporti, considerando i cambiamenti in corso nella curva.
Allo stesso modo, Giacomo Pedrazzoli (non indagato), oltre ad avere legami con Lealtà e Azione, è stato attivo nel gruppo ultras Irriducibili, affiliato agli Skins interisti. Nonostante sia stata fotografata in un contesto criminale, la rivalità non ha ancora portato a conseguenze legali, ma ha avuto un impatto tangibile: l’espulsione degli Irriducibili. In risposta alle indagini, CasaPound ha dichiarato a Il Fatto Quotidiano: «Attualmente, nessun membro militante fa parte della direzione della sezione dell’Inter».
https://www.linterista.it/news/i-il-fatto-quotidiano-i-faida-tra-neofascisti-per-il-controllo-della-curva-nord-dell-inter-116053
Caos curva Inter: 'Occhi sulla lotta per il controllo del tifo organizzato'. Cosa sta succedendo
del 01/03/24
In queste ore in casa Inter si è accesa una vera e propria faida, che però non coinvolge ne la società, ne tantomeno i giocatori. Il riferimento va in particolar modo alla tifoseria della Curva Nord, che stando a quanto accertato dal ROS prevede una lotta tra due fazioni per il controllo del gruppo direttivo. Si tratta di individui affiliati a CasaPound e i membri degli Hammerskin, collegati al movimento Lealtà e Azione. Stando a quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, a capo di tutto ci sarebbe Domenico Rosa, noto ai più come Mimmo Hammer, che secondo i giudici ha legami con le organizzazioni criminali, contrastato a sua volta da Giacomo Pedrazzoli. Quest'ultimo, oltre ad avere legami con Lealtà e Azione, è stato un membro del gruppo ultras Irriducibili, affiliato agli Skins interisti.
LA VICENDA
Tutto ha avuto inizio con il sequestro del cellulare di Matteo Ardolino, ex membro di CasaPound ed ultras dell'Inter. Ma le vere tensioni tra i neofascisti arriveranno dopo la morte dell’ultras nerazzurro Daniele Belardinelli, a seguito degli scontri avvenuti prima di Inter-Napoli il 26 dicembre 2018. Questo ha generato lo scioglimento della direzione della curva, facilitando l’ingresso di Vittorio Boiocchi, collegato a Cosa Nostra e assassinato il 29 ottobre 2022. Ardolino insiste sull’importanza di continuare a mantenere buoni rapporti nonostante gli episodi avvenuti, tenendo in considerazione una serie di cambiamenti all'interno della Curva. Da li inizierà una serie di incontri tra Ardolino, Clemente e Polacchi per discutere delle questioni legate allo stadio. L’obiettivo è quello di convincere Boiocchi ad inserire Ardolino nella curva con un ruolo di rilievo.
LA DICHIARAZIONE
Alla fine del 2019, gli sforzi sono stati ripagati, con lo stesso Ardolino che afferma: "Clemente chiamerà lo zio (Boiocchi) e mi daranno un ruolo di rilievo, ci sono buone possibilità… gli Hammer sono stati respinti".
https://www.ilbianconero.com/a/caos-curva-inter-occhi-sulla-lotta-per-il-controllo-del-tifo-org-43423
Caos nella curva Nord dell'Inter. Le forza dell'ordine hanno scoperto un brutto giro per prendere il potere del tifo
Il neofascismo milanese mira a prendere il controllo della Curva Nord dell’Inter. Questo fatto è stato già segnalato dal procuratore di Milano Marcello Viola e trova riscontro nelle informazioni fornite dal Raggruppamento Operativo Speciale (ROS) durante l’ultima fase giudiziaria sugli affari criminali della banda della Barona, guidata da Nazzareno Calajò, noto come Nazza.
Secondo il ROS, la lotta per il controllo del gruppo direttivo coinvolge due fazioni oscure a Milano: da un lato, individui affiliati a CasaPound, e dall’altro, i membri degli Hammerskin, collegati al movimento Lealtà e Azione. Tra questi – scrive Il Fatto Quotidiano nella sua edizione odierna – il capo è Domenico Bosa, conosciuto come Mimmo Hammer, che secondo i giudici ha legami con le organizzazioni criminali (anche se non è indagato in questa indagine).
Allo stesso modo, Giacomo Pedrazzoli (non indagato), oltre ad avere legami con Lealtà e Azione, è stato attivo nel gruppo ultras Irriducibili, affiliato agli Skins interisti. Nonostante sia stata fotografata in un contesto criminale, la rivalità non ha ancora portato a conseguenze legali, ma ha avuto un impatto tangibile: l’espulsione degli Irriducibili. In risposta alle indagini, CasaPound ha dichiarato a Il Fatto Quotidiano: «Attualmente, nessun membro militante fa parte della direzione della sezione dell’Inter».
La vicenda ha preso avvio con il sequestro del cellulare di Matteo Ardolino, ex membro di CasaPound, ultras dell’Inter e, secondo i pubblici ministeri, armiere della banda della Barona. Ardolino è in contatto con Marco Clemente (non indagato), un ex dirigente di CasaPound in Lombardia, candidato per il Popolo della Libertà (Pdl) a sostegno di Letizia Moratti e con radici nell’area politica degli ex AN, affiliati a Ignazio La Russa.
Tra i contatti c’è anche Francesco Polacchi. Polacchi, non indagato, oltre ad essere legato a CasaPound, è amministratore della Pivert srl, un marchio di abbigliamento sponsorizzato sui social dall’ultras pregiudicato Nino Ciccarelli. Nel gennaio 2019, Polacchi informa Ardolino dell’interruzione dei rapporti con «loro amici» e della fine della collaborazione.
Le tensioni tra i neofascisti emergono dopo la morte dell’ultras nerazzurro Daniele Belardinelli negli scontri prima di Inter-Napoli il 26 dicembre 2018. Questo evento porta allo scioglimento della direzione della curva, facilitando l’ingresso di Vittorio Boiocchi, collegato a Cosa Nostra e assassinato il 29 ottobre 2022. Ardolino discute con Polacchi sulla situazione e chiede se conosce Andrea Beretta, ex braccio destro di Boiocchi. Polacchi risponde positivamente, affermando che i rapporti erano buoni. Ardolino insiste sull’importanza di mantenere buoni rapporti, considerando i cambiamenti in corso nella curva.
Il ROS sottolinea la preoccupazione di Ardolino riguardo alla possibilità che gli eventi nella curva possano essere sfruttati da CasaPound, in quanto, secondo lui, Lealtà e Azione non ha più rilevanza ma sa adattarsi. Iniziano quindi i negoziati tra Ardolino, Clemente e Polacchi per questioni legate allo stadio, nonché gli incontri tra Clemente e Boiocchi. L’obiettivo è convincere Boiocchi ad inserire Ardolino nella curva con un ruolo di rilievo.
Prima dell’incontro tra Clemente e Boiocchi, Ardolino scrive: «Stasera pompami con Vittorio». Clemente invia successivamente un messaggio di Gilberto Cavallini (ex Nar condannato per la strage di Bologna) a Boiocchi per favorire il rapporto tra quest’ultimo e Ardolino. Nel 2019, gli affiliati a CasaPound cercano attivamente di guadagnarsi la fiducia del nuovo direttivo, anche inviando membri del Blocco Studentesco per sostenere la curva del Seregno controllata da Beretta.
Alla fine del 2019, sembra che le manovre abbiano avuto successo. Ardolino afferma: «Clemente chiamerà lo zio (Boiocchi) e mi daranno un ruolo di rilievo, ci sono buone possibilità… gli Hammer sono stati respinti». Tuttavia, dagli atti emerge che gli Hammers non sono convinti della situazione. Pedrazzoli commenta in un post: «Una formica più un’altra formica non fa un elefante, ma solo due formiche». Ardolino avvisa un amico di prepararsi, indicando che al futuro incontro con i “pelati” sarebbe stato presente anche il boss della Barona, Nazza Calajò. Il risultato di queste dinamiche non si fa attendere. Lo scrive Calcio e Finanza
https://www.labaroviola.com/battaglia-tra-neofascisti-per-prendere-il-controllo-della-curva-nord-dellinter-ce-anche-il-nome-di-la-russa/242223/
documentazione
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