|
|
Ufficio stampa Arcigay, 7 settembre 2006
“La violenza antigay e la violenza alle donne hanno la stessa origine: un impotente tentativo di affermazione di una malintesa identità di maschio eterosessuale e il disprezzo per un’identità percepita come differente ed inferiore. Occorre rilanciare con forza, a livello locale come nazionale, il tema del rapporto fra identità differenti, che tocca i campi del genere e dell’orientamento sessuale come quelli legati all’origine geografica o alla religione.”
Il presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice, commenta così l’aggressione di cui sono state vittime la notte scorsa due ragazzi gay ad opera di tre uomini, probabilmente dell’Europa orientale. I tre giovani, che si stavano recando al Cassero (la sede del comitato Arcigay di Bologna e delle direzioni nazionali di Arcigay e Arcilesbica, posto nello storico edificio della Salara) sono stati prima insultati e poi aggrediti a colpi di spranga. Uno è finito in ospedale col naso rotto.
“Se ci sono ormai numerosi precedenti di violenza antigay a Bologna sul piano nazionale la criticità si fa ancora più evidente – aggiunge Lo Giudice – Basti pensare alla violenza sessuale accaduta qualche settimana fa a Torre del Lago o ai numerosi omicidi di gay registrati nell’ultimo anno. Chiederemo al ministro degli Interni Giuliano Amato di riattivare gli specifici interventi per la sicurezza delle persone omosessuali e transessuali che erano stati impostati ai tempi del ministero di Giorgio Napolitano. Ma la questione è soprattutto culturale: occorre rispondere al tema della relazione fra identità diverse col linguaggio del pluralismo, dell’inclusione sociale, del rispetto delle differenze”.
Va in questa direzione un’iniziativa nazionale che Arcigay metterà in campo proprio a Bologna il prossimo 17 dicembre: un workshop dal titolo “Multi-culti-arcigay: omosessualità, immigrazioni, prevenzione”, a cui parteciperanno oltre ad esperti di ambito giuridico, sociologico e antropologico, anche rappresentanti delle comunità di immigrati di Bologna e provincia con l’intento di affrontare le delicate questioni dell’integrazione sociale e culturale e delle condizioni degli stessi immigrati omosessuali e bisessuali.
10 ANNI DI VIOLENZE ANTIGAY A BOLOGNA
3 marzo 1996 – Naziskin aggrediscono due ragazzi gay
Alle tre del mattino di domenica, di ritorno da un locale, due studenti omosessuali, M.R. di 23 anni e P.P. di 25 anni, sono aggrediti con insulti e sputi e minacciati con coltelli e manganelli da un gruppo di sei giovani naziskin, fra cui una ragazza, in tenuta da “branco”, con bomber e anfibi nella centralissima via Montegrappa. Prima gli insulti e gli sputi, poi le minacce, quindi un manganello e la lama di un coltello. I due studenti si allontanano prima che succedesse l’irreparabile. Arcigay e Arcilesbica denunciano il diffondersi in città di un atteggiamento di intolleranza nei confronti delle persone omosessuali che tende ad assumere toni violenti. Ripetute aggressioni verbali ai soci del Cassero davanti alla sede; l’anno precedente un’aggressione fisica davanti ad una discoteca bolognese; la distribuzione di volantini insultanti davanti al Cassero e sotto l’abitazione privata di Franco Grillini da parte di una associazione di cattolici integralisti sono solo gli esempi più eclatanti
16 giugno 1999 – Aggressione a Sergio Lo Giudice
Stavano rincasando da Palazzo D’Accursio, alle quattro del mattino dopo avere visionato assieme a tanti altri i risultati elettorali, la sera del primo turno delle elezioni comunali. All’angolo fra via Farini e Piazza Galvani vengono aggrediti da due individui ben vestiti che si presentano come “Ronde Cittadine”. Inveendo, spintonando e sputando in faccia si accaniscono contro Sergio Lo Giudice, presidente di Arcigay e candidato nelle liste Ds, gridando “Sporco frocio! rotto in culo! Terrone di merda!”. Lo Giudice, con il dirigente Arcigay Luigi Valeri e un altro amico, cercano di allontanarsi, ma quando Lo Giudice estrae il cellulare per chiamare la Polizia, gli aggressori gli si sono avventano contro malmenandolo.
Solo il fortuito passaggio di un’auto dei Carabinieri pone termine all’aggressione. I due si rivelano essere un candidato di Alleanza Nazionale e il padre, entrambi noti commercialisti bolognesi. Qualche mese dopo, a seguito di querela, i due chiederanno pubblicamente scusa per l’episodio.
20 dicembre 1999 – Murato l’accesso al Cassero
Alcuni ignoti nella notte hanno murato la porta principale del Cassero di Porta Saragozza, sede storica di Arcigay e Arcilesbica. Sui mattoni, è stato lasciato un cartello con su scritto “Si entra da dietro”. Il consiglio provinciale di Bologna stigmatizza l’accaduto con un testo approvato all’unanimità ( la Lega si astiene).
28 ottobre 2000 – Gay aggrediti in pizzeria da poliziotti
Nella centrale pizzeria “Nino” tre ragazzi gay vengono aggrediti con insulti e un lancio di un bicchiere da un gruppo di quattro persone, che dopo l’aggressione cercano di scappare. Due di loro (non quello che ha lanciato il bicchiere) si riveleranno essere poliziotti in borghese.
Il questore di Bologna, Romano Argenio, interviene stigmatizzando il comportamento dei poliziotti in quanto la pizzeria sarebbe un locale “notoriamente frequentato da omosessuali”, e i poliziotti avrebbero dovuto stare alla larga da “un locale del genere”, da “quell’ambiente dove litigano spesso”. Aggiunge: “La frequentazione di un locale del genere non è tollerabile, come non lo sarebbe andare con una prostituta “
Arcigay chiede le dimissioni del Questore, accusato di atteggiamento offensivo e diffamatorio.
9 gennaio 2003 – Due gay aggrediti da skinhead
Due giovani gay sono aggrediti a calci, pugni e colpi di guinzaglio di cuoio da una gruppo di ‘teste rasate’ – almeno sette ragazzi, forse ubriachi, dopo le 23, nella centrale via Sant’Isaia. Da un pub escono i sette, vestiti di nero, con anfibi, bretelle esposte, teste rasate e basette. Uno del gruppo insulta i due (‘’brutti froci’’) e intima di fermarsi. I due tentano di fuggire ma sono picchiati e rapinati di un cellulare. G.N., colpito alla nuca dal guinzaglio, si fai medicare all’ospedale Sant’Orsola ed e’ dimesso con una prognosi di quattro giorni per trauma cranico di terzo grado. Chiamati da alcuni cittadini, sono intervenuti i carabinieri, che hanno accompagnato le vittime all’interno del locale da dove erano usciti gli aggressori e ne hanno identificati alcuni. Più avanti verrà fuori che si trattava di un gruppo di redskin, teste rasate di estrema sinistra.