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Prossima udienza il 30 gennaio 2007
Feature su Indymedia
Sabato 30 settembre cena benefit per gli antifascisti sotto processo.
Appuntamento ore 20 in corso Palermo 46. Prenotatevi allo 011 857850 oppure 338
6594361
Lunedì 2 ottobre ore 9 partecipiamo al presidio di solidarietà al tribunale di
Torino
Corso Vittorio Emanuele 130
Un anno fa, nella notte dell’11 giugno, a Torino una squadraccia fascista armata
di coltelli e bastoni si introdusse nella casa occupata Barocchio: due anarchici
vennero accoltellati. Uno di loro, l’intestino trapassato da un fendente,
dovette essere operato d’urgenza. Solo per un caso non c’è scappato il morto.
La settimana successiva, il 18 giugno, un corteo di denuncia venne caricato in
via Po dalla polizia. Durante la fuga dalla carica vennero danneggiati alcuni
tavolini e sedie di bar e una vetrina. 10 antifascisti, dopo galera e
domiciliari, sono accusati di “devastazione e saccheggio”: un reato che costa
dagli 8 ai 15 anni di reclusione.
Siamo di fronte a una vera e propria torsione politica del diritto: semplici
“danneggiamenti” danno luogo a un’imputazione da tempo di guerra, da disastro
epocale.
Il 2 ottobre si terrà la prima udienza del processo ai 10 antifascisti torinesi.
Questo processo ha una valenza che va ben la di là della Mole. Il reato per il
quale sono perseguiti e per cui rischiano lunghi anni di detenzione, è,
intrinsecamente, un reato di natura collettiva, poiché prescinde dalle
responsabilità individuali. L’accusa di “devastazione e saccheggio” palesa la
chiara volontà di criminalizzare le manifestazioni di piazza.
Non c’è uno straccio di prova a carico dei 10 compagni. Ma che importa? A
sentire i PM, basterebbe l’intenzione. E che l’intenzione vi fosse lo deducono
dalle biografie politiche redatte dai funzionari di polizia. Detto in altro
modo: sono colpevoli perché anarchici o antagonisti, al di là della
responsabilità individuale sui fatti loro contestati.
Di fronte alle violenze fasciste, alla predazione delle risorse e dei beni
comuni, allo sfruttamento selvaggio, al razzismo che si fa legge, alla guerra e
al militarismo in questi anni sono scesi in piazza milioni di uomini e donne.
In Italia ci sono 9000 procedimenti in corso contro i protagonisti delle lotte
sociali. Chi si oppone all’ingiustizia e all’oppressione finisce nel mirino di
polizia e magistratura.
La nostra regione sta vivendo ormai da mesi sotto assedio: sgomberi, arresti,
repressione delle rivolte al Cpt, violenza contro i No Tav…
Gli antifascisti arrestati a Milano per la manifestazione dell’11 marzo contro
l’indecente sfilata fascista nel centro della città sono stati accusati di
“devastazione e saccheggio” e condannati con rito abbreviato a 4 anni di galera.
Chi nel luglio del 2001 manifestò a Genova contro i padroni del mondo è da anni
sotto processo per “devastazione e saccheggio”.
Con questo delirio giuridico si vuole colpire e criminalizzare la mera
partecipazione alle manifestazioni, si vuole attaccare la libertà di partecipare
attivamente alle lotte esprimendo le proprie idee.
Federazione Anarchica Torinese – FAI
Corso Palermo 46 – la sede è aperta il giovedì dalle 21,15 in poi
IL 2 OTTOBRE INIZIA A TORINO IL PROCESSO AGLI ANTIFASCISTI
Appuntamenti
02.10.2006
Il lunedì 2 ottobre vengono processati gli arrestati e i denunciati dell’estate scorsa.
La notte tra l’11 e il 12 giugno 2005 una banda di 15 fascisti, da noi mai cagati prima, armati di coltelli, mazze e bastoni, assaltò il Barocchio Squat di Grugliasco approfittando del sonno degli occupanti, e accoltellò con intenzioni omicide i primi due ragazzi che, disarmati, erano intervenuti per fermare l’aggressione.
Per quanto minimizzati dalle autorità e dai media, questi episodi non sono purtroppo rari nel nostro bel paese da qualche anno; le aggressioni sono ormai all’ordine del giorno in tutta Italia: dall’omicidio di Dax a Milano nel 2003 all’irruzione con un ferito grave al Forte Prenestino di Roma neanche una settimana prima a quella del Barocchio, dallo stupro premeditato di una militante a Bergamo all’assassinio di Davide poche settimane fa sempre a Roma. Non si può più far finta di niente o risolverla con “sono ragazzini” (Violante), “sono storie da stadio” (Chiamparino), comunque dissociarlo dalla politica della vile aggressione fascista.
Ma questi sono solo i fatti più eclatanti, mentre non si contano gli incendi e le devastazioni di centri sociali, case occupate e sedi sindacali, i pestaggi di immigrati, squatters, comunisti, sindacalisti, omosessuali e chi più ne ha, più ne metta. Il ritorno dei simboli littori sulle liste elettorali, gli sfregi a lapidi e monumenti partigiani, anche qui vicino, a Collegno e Grugliasco. Noi stessi al Barocchio non contiamo più le varie intimidazioni e molestie dai ragazzi di quartiere annoiati e figli di carabinieri e poliziotti che lanciano pietre e bottiglie una volta alla settimana e poi scappano da papà, agli incendi di auto, allo sfigato che strappa i manifesti… Dal capo della sezione di Torino di Forza Nuova, gruppo di estrema destra, che tira le molotov, viene fermato in compagnia di tre compari con mazze, tirapugni, bottiglie incendiarie e coltelli che ha in auto e poi rilasciato subito perchè vengono giudicati da chi li ha fermati “attrezzi da lavoro”... ma che lavoro fa?! Non basta: il 18 giugno il corteo di protesta per gli accoltellamenti venne caricato violentemente dalle forze dell’ordine in via Po, affinchè non giungesse in piazza Castello a disturbare la riunione preolimpica dei Chiamparino-Bresso.
Nel frattempo vennero identificati una dozzina di fascisti accoltellatori sorpresi a vantarsi telefonicamente della loro impresa con amici destroidi di Bergamo. A casa avevano armi e materiale nazista: solo due sono stati condannati per porto d’armi ad una multa e uno di quelli che riuscirono a mettere a segno le coltellate, tale Giuseppe Pepe di Collegno, è stato condannato a quattro anni e poche migliaia di euro di indennizzo per le ferite che potevano essere mortali.
Ritornando agli scontri del 18 giugno durarono 6 secondi come lo stesso PM conferma in sede processuale. Per i successivi incidenti con qualche sedia e alcuni tavolini messi in mezzo alla strada per fermare le cariche di carabinieri e poliziotti con due vetrine rotte dalle stesse forze dell’ordine, vennero arrestati subito 4 ragazzi, 2 rilasciati la sera stessa e 2 trattenuti 13 giorni alle Vallette, il carcere di Torino. Il 20 luglio toccò ad altri 10 antifascisti (più altrettanti denunciati a piede libero) andare alle Vallette. Restarono in carcere fino all’8 Agosto, poi agli arresti domiciliari fino al 19 Gennaio 2006. Per molti rimase l’obbligo di firma. Nel calderone gettarono anche accuse per antecedenti proteste davanti al C.P.T., così da poter rastrellare in un colpo solo più gente possibile. Lo stesso giorno venne sgomberata e posta sotto sequestro la palazzina del Fenix di corso San Maurizio, sede dell’Osservatorio Astronomico contro la Repressione.
A giustificazione di misure tanto severe vennero imputati di devastazione e saccheggio, accusa che prevede da 8 fino a 15 anni di carcere . Dal momento che non esistevano prove se non la parola dei poliziotti (i filmati non mostrano nessuno nell’atto di devastare e saccheggiare, se non un poliziotto che lancia una sedia contro una vetrina rompendola, e i bastoni sequestrati “con le impronte” degli accusati non possono essere sottoposti a controperizia perchè toccati a mani nude dai carabinieri – vedi C.S.I.), si introduce la compartecipazione ideologica e psichica, guarda caso,è una legge spolverata dal codice Rocco degli anni trenta durante il regime di Mussolini…”C’eri, è colpa tua anche se non sei stato tu”. In pratica una spada di Damocle sulla libertà di manifestare perchè chiunque partecipa ad una protesta può essere accusato delle conseguenze quand’anche non si possa dimostrarne la responsabilità personale.
D’altro canto, le testimonianze di passanti e manifestanti favorevoli agli imputati non sono state ammesse al processo. Sbirri e politici tutti ben lieti di tali risultati si danno un gran da fare per non far parlare degli assassinii fascisti enfatizzando invece il ruolo di chi ha osato protestare pubblicamente e spiattellando i loro nomi, cognomi, indirizzi, fatti personali e foto per mesi su tutti i giornali e le tivù possibili, mentre grande riserbo e protezione sono riservati agli aggressori. Niente di strano vista la perfetta intesa che hanno con polizia e carabinieri.
E la sinistra istituzionale cosa fa?
Parla di questioni di quartiere che non hanno niente a che fare con la politica che invece non è violenta: participa attivamente all’apertura in Libano di un terzo fronte nella guerra dell’occidente contro il “terrorismo”, rinchiude arbitrariamente migliaia di immigrati in carceri, i C.P.T., privi di ogni forma di rispetto umano (sovrappopolamento, carenza d’igiene, qualità del cibo, ostruzione alle corrispondenze, processi sommari), sgombera selvaggiamente strutture occupate da immigrati o da realtà varie (Cofferati a Bologna) dimenticandosi del loro passato (Mazzù a Grugliasco), sostiene le forze dell’ordine senza mai condannare qualsiasi abuso o errore come dopo Genova 2001 o perlomeno ridimensionare il loro ormai strapotere ed inoltre, fatto incredibile, latita di fronte a fatti gravissimi quali omicidi politici e tentativi tali nelle “loro” città senza dimostrare nessuna forma di dissociazione o denuncia.
Il lunedì 2 ottobre vengono processati gli arrestati e i denunciati dell’estate scorsa.
SOSTIENI GLI ANTIFASCISTI
Presidio con colazione e musica davanti al palazzo di giustizia di Torino
Lunedì 2 0ttobre 2006 ore 9:00
Barocchio Squat, Asilo Squat, Mezcal Squat, Fenix, Osservatorio Ecologico
Per contatti, info, ed ospitalità in quel periodo: asilosquat@autistici.org
da tutto squat
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