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dall’Unita
Strategia del manganello
Nicola Tranfaglia
Quello che succede in Italia e in particolare a Roma e in altre città, piccole e grandi, della penisola dovrebbe stimolare alla riflessione entrambe le coalizioni che si contendono da più di dieci anni il governo del Paese. Mi riferisco, naturalmente, al centrodestra e al centrosinistra. Assistiamo da alcune settimane una strategia nuova della destra che adotta nello stesso tempo metodi parlamentari, sia pure con frequenti sbavature, in Parlamento. Qui contrasta in modo costante la legge finanziaria rallentando il dibattito e di fatto costringendo il governo Prodi a chiedere la fiducia per arrivare in tempo all´approvazione delle due Camere. Contemporaneamente giovani attivisti dei vari movimenti di estrema destra come Fiamma Tricolore, Forza Nuova e altri ancora, mai condannati da Alleanza Nazionale, da Forza Italia o dalla Lega Nord, attaccano con la violenza i giovani che sono su altre posizioni e in generale a sinistra.
Ritorna così la doppia strategia del movimento fascista già adottata agli inizi dopo la prima guerra mondiale. Certo le differenze tra quello che sta accadendo ora e quello che avvenne nel primo dopoguerra sono numerose e innegabili. In quegli anni il movimento fascista aveva due anime e una guida unica che si riassumeva nella leadeship di Benito Mussolini. Invece oggi ci sono partiti e movimenti in apparenza ostili tra loro ed è difficile individuare un leader capace di metterli insieme e di condurli alla vittoria.
Ma l´aspetto inquietante di oggi è costituito dal fatto che si può andare in maniera sostanzialmente impunita nei licei, picchiare i giovani che non sono d´accordo e trovarsi di fronte a un´opinione pubblica a livello di televisioni e di giornali che, salvo eccezione, restano silenziosi o indifferenti a una simile strategia che, per realizzarsi, ha bisogno di indubbie complicità in istituzioni dello Stato e sostanziale condivisione da parte di forze che sono in Parlamento e sono appena usciti da una lunga esperienza di governo.
Non dovrebbe esser consentito, in uno Stato democratico, mescolare violenza e legalità, parlare di operazioni come quella annunciata da Pino Rauti, leader di Fiamma Tricolore oggi, di Ordine Nuovo negli anni Settanta, che annuncia la volontà di ricostruire sugli Appennini le grandi scritte celebrative di Benito Mussolini, non applicare le leggi tuttora vigenti sul divieto di esaltazione del fascismo, celebrare in molte altre maniere leggende che risalgono al peggior repertorio del regime fascista e che esprimono, accanto all´anticomunismo più arretrato,un rifiuto della modernità e della democrazia.
Di chi è la responsabilità di un clima che si trova in molte scuole della penisola? Sicuramente dell´ignoranza storica e in particolare della storia del Novecento che, dopo gli anni in cui al ministero della Pubblica Istruzione c´era Luigi Berlinguer e Tullio De Mauro, è ritornata ad essere una cenerentola con Letizia Moratti e i suoi numerosi seguaci. Ma, dobbiamo pur dirlo, anche con la debolezza dell´attuale centrosinistra che, con alcuni suoi ministri, sembra quasi vergognarsi delle pagine straordinarie scritte dagli antifascisti in tutto il secolo scorso e viceversa celebra, anche in giornali e altri mezzi di comunicazione di grande rilievo, gli epigoni del movimento fascista e da qualche anno anche della repubblica sociale italiana.
Chi pensava che la fine della guerra fredda avrebbe restituito agli italiani la libertà di non farsi guidare dall´anticomunismo conservatore, e a volte reazionario, e di giudicare in maniera critica quel che succede anche nei Paesi democratici dell´Occidente ha dovuto ricredersi di fronte alla vittoria piena del populismo di Silvio Berlusconi nel nostro Paese, alla debolezza della sinistra in tutto il continente europeo, alla difficoltà che mi sembra ancora assai forte di deberlusconizzare le istituzioni dello Stato e degli enti locali ma ancora di più delle televisioni e dei giornali (per non parlare dei nostri servizi segreti!).
C´è, insomma, da chiedere alla coalizione di centrosinistra che è al governo ormai da sei mesi che cosa intende fare su un problema come quello degli attacchi allo Stato di diritto e alle libertà dei cittadini. L´uso della violenza soprattutto tra i giovani e nelle scuole non può essere tollerato da qualsiasi parte venga esercitato. Se poi si lega a una tradizione e a un fenomeno che ha caratterizzato non solo la prima metà del secolo ma anche successivi decenni è particolarmente pericoloso. Ed è necessario che da parte di chi si considera erede dell´opposizione al regime fascista, sia pure in forze diverse, e di chi ha lottato per il ritorno alla democrazia e alla libertà non ci siano esitazioni o incertezze. La Costituzione repubblicana, come le leggi tuttora vigenti, sono una guida sicura per difendere il diritto di ciascuno a manifestare le proprie idee a condizione che sia bandita ogni forma di violenza o di una strategia ambigua fatta di apparente rispetto della democrazia e di contemporanea azione squadristica.
Del resto è noto che una parte non piccola di Alleanza Nazionale critica apertamente l´on. Fini e si prepara a celebrare il sessantesimo del Movimento Sociale Italiano che fu all´origine, con apparati dello Stato che eufemisticamente si definivano «deviati», a generare Avanguardia Nazionale e Ordine Nuovo, vere e proprie officine del terrorismo stragistico del secondo dopoguerra. O mi sbaglio?
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