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Lucca, riecco la violenza nazista
da Carta
Alessio Ciacci
15 marzo 2007
Sabato 24 febbraio, ore 4. Ambulanza a sirene spiegate. Emanuele, ventisette anni, si sveglia mentre gli suturano le ferite. Era arrivato all’ospedale svenuto, econ un trauma cranico, la frattura scomposta del malleolo, ferite da taglio sul volto, sulla nuca, sulla coscia sinistra e sul gluteo destro nonché lividi ed escoriazioni.
Emanuele non è sopravvisuto a un incidente stradale, è l’ennesima vittima, a Lucca, di un violento squadrismo che, sempre più insistentemente, minaccia giovani colpevoli solamente di non condividere gli ideali fascisti.
Emanuele stava rientrando a casa dopo una serata trascorsa con gli amici. Tre auto lo affiancano e lo inseguono fino a farlo sbandare e mandarlo fuori strada. L’incubo è appena iniziato.
Dalle tre auto scendono una decina di persone che, in un’escalation di violenza e insulti, si sfogano, a turno, contro di lui. «Infame», «zecca», «comunista di merda» sono solo alcuni degli insulti ricevuti. Emanuele ricorda che «gli aggressori avevano il volto coperto. Mi hanno buttato a terra, mi sono piegato su me stesso e ho atteso che finissero di darmi botte. Sputi, calci, pugni, cinghiate in testa e addosso. Poi hanno tirato fuori dei coltellini e hanno iniziato a ferirmi. Alcuni guardavano, altri mi picchiavano a turno. Tutti continuavano ad offendermi. Il trattamento è durato molti minuti, poi sono svenuto. Mi sono risvegliato che ero sull’ambulanza».
Quel giorno, in città, la tensione era forte fin dal primo pomeriggio. In tribunale si era tenuta un’udienza per l’aggressione a Edoardo Seghi, finito in ospedale dopo un pestaggio nell’estate del 2004. Edoardo venne aggredito nel centro storico dalla città; da un vicolo spuntarono in cinque e giù pugni e calci in testa fino a fratturargli gli zigomi. Gli insulti erano gli stessi subiti da Emanuele.
Al processo, venerdì 23, teste rasate e distintivi dei Bulldog, gli ultràs della lucchese vicini all’estrema destra, erano venuti in gruppo a portare solidarietà agli imputati.
Gli episodi di aggressioni e minacce si ripetono ormai con frequenzain città. Edoardo è un militante del movimento spazi autogestiti, ma le vittime sono, spesso, ragazzi colpevoli soltanto di indossare una kefia o di frequentare un locale «di sinistra».
L’11 aprile 2003 era toccato anche a don Vitaliano Della Sala, a Lucca per un’iniziativa pubblica, ricevere i «convenevoli» di casa. Stava cenando in un ristorante del centro assieme agli organizzatori dell’evento quando è stato aggredito e minacciato ripetutamente da un giovane di Forza nuova.
Nell’estate di quello stesso anno la vetrina della libreria Baroni, nel centro storico, venne imbrattata con croci celtiche e con la scritta «Gay raus», in seguito distrutta a sprangate. Evidentemente occorreva punire il proprietario del negozio, colpevole di aver ospitato la presentazione di un libro dall’associazione «Altro Volto – Lucca gay e lesbica».
Il 18 aprile 2004 venne invece stuprata, a scopo dichiaratamente punitivo, una ragazza lesbica appartenente alla stessa associazione.
Anche Giuseppe Cavalli, segretario di Rifondazione comunista, denuncia da tempo azioni di violenza subite dal suo partito a Montecarlo, sulle colline lucchesi, dove si svolge ogni anno la festa provinciale di Liberazione.
Per questi motivi si è costituito un Comitato di genitori lucchesi che hanno promosso un appello dal titolo Fermiamo la violenza» nel quale, tra l’altro, si legge: «Nella nostra città operano gruppi organizzati che professano ideologie aberranti, condannate dalla storia e dalla coscienza dell’umanità. Gruppi che si richiamano apertamente al nazismo, che si fregiano di essere razzisti, che si vantano di fare della pratica della violenza il proprio credo… è diventato pericoloso andare a scuola, frequentare le vie del centro cittadino, gli spalti dello stadio. Alle istituzioni locali chiediamo di non ripetere gli errori del passato che hanno ridotto al silenzio le associazioni giovanili democratiche per consegnare la piazza ai gruppi neo-nazisti; ma che al contrario vengano ripristinati spazi adeguati che possano diventare centri di aggregazione e socializzazione per i giovani».
Del resto Lucca, politicamente, è sempre stata un’eccezione nella «rossa» toscana. Prima con la Democrazia cristiana poi, dopo un’esperienza di timido centrosinistra negli anni novanta, è rimasta fino ad oggi un feudo della destra. Il senatore Marcello Pera, ex presidente della camera, è considerato uno dei politici più influenti che la città sia riuscita ad esprimere negli ultimi decenni. Suo fido compagno di partito è stato per molti anni Pietro Fazzi, eletto sindaco per due mandati, poi espulso in seguito alle diatribe con il senatore. Oggetto del contendere tra i due forzisti [o almeno l’argomento usato a pretesto] era la privatizzazione della società locale del gas che, secondo Pera, doveva essere ceduta all’Enel. Ipotesi osteggiata dal sindaco tanto da sventolare in consiglio comunale le mail di pressione ricevute dall’allora presidente della Camera.
Ed è proprio lo stesso sindaco che ha accreditato «politicamente» l’estrema destra concedendo continuamente spazi, edifici comunali e piazze per eventi, manifestazioni e ritrovi organizzati da Forza nuova. Forte di questa accettazione istituzionale Fn a Lucca ha organizzato più volte ritrovi e manifestazioni di carattere nazionale, ha una sede nel centro storico e molti simpatizzanti. La curva dello stadio, le scuole, le piazze sono divenuti da tempo luoghi di arruolamento.
Forza nuova ha avuto la prima grande ribalta il 25 aprile del 2002, data che molti lucchesi ricordano con tensione e rabbia, quel giorno la città era stata completamente blindata. Centinaia di agenti in tenuta anti-sommossa, blindati della polizia, zone rosse ed elicotteri che sorvolavano il centro. Tutto questo perché il sindaco aveva concesso a Fn una manifestazione di stampo revisionista. Centinaia di cittadini e militanti antifascisti, però, in un giorno tanto importante per la nostra storia, avevano deciso di manifestare di fronte allo sventolio provocatorio di svastiche e celtiche.
La forte reazione cittadina non servì a far cambiare idea al sindaco Fazzi, che fino alla caduta della sua amministrazione ha continuato ad offrire loro ospitalità. I legami di Fn con la politica si fanno ancor più forti nel Comune di Altopascio, poco distante da Lucca, dove il giovane Alessandro Balduini, è stato nominato assessore.
La storia dell’eversione nera a Lucca viene però da lontano. È il caso, ad esempio, di Marco Affatigato, esponente di Ordine nuovo, accusato di ricostituzione del Partito nazionale fascista e poi di favoreggiamento per la fuga del terrorista nero Tuti dal carcere. Negli anni settanta e ottanta Affatigato è, per sua stessa ammissione, operatore della Cia e, non a caso, al centro di due depistaggi importanti nella storia della nostra repubblica. Sulla strage di Bologna e sul caso Ustica. È infine arrestato nel “94 con l’accusa di porto e detenzione di esplosivi. Dopo anni di esilio in Francia oggi vive a Lucca, non senza rapporti privilegiati di affari con i vertici dell’allora Democrazia cristiana.
Tra poche settimane a Lucca ci saranno le elezioni e lo scontro politico è forte. Il centrodestra, di fronte a terribili atti di violenza ne nega la matrice politica. Forza Italia, attraverso le parole del consigliere regionale Dinelli, minimizza e parla di bullismo.
Nella società civile si moltiplicano però le iniziative e cresce l’insoddisfazione nei confronti di istituzioni e forze dell’ordine, poco protagoniste, secondo molti, nel contrastare l’emergere della violenza nazifascista. Qualcuno comincia a chiedersi, intanto, «se si dovrà giungere al morto per smuovere questo stato di cose…».
A Lucca, prima del G8 a Genova decine di associazioni, sindacati, comitati e collettivi riuscirono ad animare un coordinamento che per mesi ha organizzato eventi e informato i cittadini sugli effetti, anche a Lucca, dei processi di globalizzazione neoliberista. Nonostante la fine dell’esperienza del Forum sociale locale sono molte le organizzazioni che continuano a lavorare in rete per costruire nuove forme di cittadinanza e di partecipazione.
Arcipelago è la rivista pubblicata dall’Arci che, ogni mese, descrive la città vista dal basso, dà voce ai movimenti, annuncia iniziative e racconta quello che i giornali non hanno il coraggio di scrivere.
L’associazione Mani Tese, presente da anni sul territorio, è animata da oltre trenta giovani che gestiscono un mercato dell’usato solidale, svolgono attività di informazione nelle scuole e sostengono le campagna degli zapatisti in Chiapas [www.manitese.it]. Equinozio è invece la bottega del commercio equo e solidale, fondata da un’associazione che, tra le molte cose, redige un mensile e cura direttamente progetti di importazione di artigianato dal Sud America. C’è poi l’assemblea Spazi autogestiti, un collettivo che da anni chiede spazi per attività culturali e sociali: cinque anni fa occuparono uno stabile abbandonato, ma dopo poche settimane l’edificio fu sgombrato. Ancora oggi Lucca non ha spazi dove i giovani possano autogestirsi.
A Capannori, comune poco distante da Lucca, ai giovani è affidata la gestione di un bar «alternativo», il Mattaccio [www.ilmattaccio.it], e il Forum dei giovani ha in concessione una ex scuola elementare dove ogni anno si svolge il mercatino dei libri usati e diverse iniziative.
Stanno crescendo in tutta la provincia numerosi Gruppi d’acquisto solidale. Un’esperienza positiva che, secondo i promotori, cerca di unisce socializzazione, ricerca di alternative al consumismo e reciproca sensibilizzazione per la sobrietà nei propri stili di vita. Non da ultimo, segnaliamo il Tavolo lucchese acqua, un coordinamento che promuove la ripubblicizzazione dei servizi idrici e una gestione sostenibile del bene comune acqua. Nei mesi scorsi, al dibattito organizzato alle sorgenti dell’acquedotto storico, centinaia i cittadini presenti ad ascoltare e discutere con Alex Zanotelli ed Emilio Molinari.
Intanto, dopo gli ultimi atti di violenza fascista un numeroso gruppo di genitori ha deciso di ribellarsi. Tra le prime attività promosse un appello alle istituzioni locali e nazionali affinché si mobilitino per bloccare il dilagarsi della presenza dei gruppi nazifascismi in città. All’appello segue il lungo ed impressionante elenco delle violenze ad opera fascista subite in città dal 2002 ad oggi.
Decine di sigle da Mani Tese ai Cobas, dai collettivi ai sindacati si sono unite per la costruzione di un percorso comune volto a monitorare le violenze e informare i cittadini. Si lavora già per un’assemblea pubblica e una grande manifestazione, ma si parla anche di redigere un dossier su tutte le violenze fasciste degli ultimi anni e sulla connivenza di questi gruppi con alcuni partiti di destra.