|
|
16/3/2007 I giovani vittime della violenza di estrema destra
20/12/2006 L’estremismo di destra alla lente d’ingrandimento
24/04/2006 Non punibile la marcia dei neonazisti a Brunnen
01/02/2006 Gli attivisti di sinistra vietati a Brunnen
18/01/2006 Nessun biglietto per i neonazisti al Rütli
16 marzo 2007 – 17.09
I giovani vittime della violenza di estrema destra
In Svizzera vi sarebbero circa 1000 militanti e 800 simpatizzanti di estrema destra (RDB)
Un giovane su dieci è confrontato alla violenza d’estrema destra: è quanto scaturisce da uno studio condotto tra gli allievi di 184 classi in tre cantoni svizzeri.
I giovani svizzeri e i loro coetanei stranieri sono praticamente esposti in ugual misura alle aggressioni degli estremisti di destra.
La violenza dell’estrema destra non può essere considerata un fenomeno marginale nella nostra società. In Svizzera, il bacino potenziale dell’estrema destra si situa infatti tra il 6 e il 7% della popolazione.
Lo rileva uno studio del Fondo nazionale svizzero, realizzato dall’agenzia di ricerche sociali “Ecce die” e presentato venerdì a Basilea.
Secondo i ricercatori, che hanno intervistato circa 3000 giovani nella Svizzera nord-occidentale, almeno un giovane su 10 è vittima nella sua vita di atti di violenza dell’estrema destra.
Il 3,5% degli interpellati afferma inoltre di aver dovuto far fronte almeno 5 volte negli ultimi 5 anni a bande di estrema destra.
Fenomeno soprattutto urbano
La violenza dei gruppuscoli di estrema destra, indica ancora lo studio, interessa essenzialmente le località con più di 10’000 abitanti.
Oltre quattro quinti delle aggressioni verbali e fisiche da parte di estremisti di destra contro altri giovani si verificano durante il fine settimana, dopo le dieci di sera, nei pressi delle stazioni e delle fermate di autobus e tram.
Nel 57,8% dei casi le vittime non conoscono gli aggressori, nel 24% li conoscono solo di vista. L’indagine indica pure che gli autori di violenze sono riuniti nel 58% dei casi in bande di cinque o più persone.
Categorie a rischio
Tre sono i gruppi particolarmente presi di mira da naziskin e gruppi affini: anzitutto i “fumatori di spinelli”, seguiti dagli “alternativi di sinistra” o presunti tali e dagli amanti della musica hip hop. Questi ultimi sono costituiti per tre quarti da giovani di origine straniera.
Lo studio sottolinea tuttavia che i giovani stranieri non sono molto più a rischio degli svizzeri, sia per quanto riguarda la violenza di estrema destra (9,3% contro 10,1%), sia per quanto attiene ad altre forme di violenza.
I più soggetti agli attacchi di naziskin e affini risultano essere i giovani con la doppia nazionalità (15,8%).
Vittime e aggressori
Le vittime non rimangono peraltro sempre passive. Nel 44% dei casi, la persona aggredita si difende ricorrendo a sua volta alla violenza e nell’8,9% dei casi passa per prima all’uso delle mani per rispondere a provocazioni verbali o insulti.
Lo studio sottolinea pure che certi gruppi di vittime, in particolare i “fumatori di spinelli”, si tramutano spesso in aggressori e tollerano ampiamente il ricorso alla violenza.
In molti casi, ricordano i ricercatori, la violenza può lasciare tracce sull’equilibrio psichico delle vittime. Le famiglie e gli amici possono svolgere un ruolo importante per ridurre tali conseguenze, prendendosi cura delle vittime.
Sempre secondo il sondaggio, il 9,6% dei giovani interpellati – una fetta definita “molto grande” – può essere considerato “di orientamento nazional-patriottico favorevole alla violenza”. Il 30% di questo gruppo si richiama espressamente alle idee di estrema destra.
20 dicembre 2006 – 21.31
L’estremismo di destra alla lente d’ingrandimento
L’estremismo di destra si manifesta spesso tramite l’abbigliamento o la capigliatura
Per un giovane che vuole lasciare un movimento di estrema destra, il sostegno di amici e famiglia è centrale. Lo rivela uno studio dell’Università di Basilea.
Sociologi e psicologi dell’ateneo renano hanno schizzato un ritratto degli estremisti di destra seguendo 40 di loro per tre anni.
Un giovane estremista di destra si distanzierà con più facilità dal gruppo al quale appartiene se ci è entrato senza grandi convinzioni ideologiche. Lasciare il gruppo è inoltre più semplice se si sono conservati degli amici e delle attività annesse.
Sono le conclusioni alle quali è giunto uno studio del Fondo nazionale condotto dall’Università di Basilea, la quale ha seguito 35 uomini e 5 donne di età compresa tra i 14 e 35 anni. Durante il periodo di osservazione (tre anni), 13 persone hanno lasciato la cerchia alla quale appartenevano, mentre dieci si sono distanziate parzialmente.
Due tipi di estremisti
Interrogandosi sui motivi che spingono un giovane ad aderire e ad abbandonare il movimento, i ricercatori hanno potuto distinguere due profili.
Dapprima vi è l’adolescente poco sicuro di sé, senza particolari convinzioni ideologiche o politiche, che ricerca la coesione del gruppo durante una fase instabile della sua vita. Si tratta del tipo «compensatore», sovente riconoscibile dall’abbigliamento.
Il secondo tipo, «l’ambizioso», è invece mosso da un’ideologia di estrema destra e vorrebbe cambiare la società in questo senso. In generale ha qualche anno in più e di preferenza sceglierà dei gruppi più strutturati e meno identificabili a partire dall’apparenza.
Contatto con gli stranieri
Data l’assenza di una motivazione radicata, il primo tipo sarà più incline a lasciare il gruppo al momento in cui si forgerà una personalità e un’identità propria.
Alla base di un cambiamento di attitudine – rileva lo studio – ci potrebbero essere dei contatti positivi e ripetuti con giovani immigrati. Un certo livello di saturazione può inoltre apparire nelle persone che si sono evolute dal punto di vista personale e che aspirano ad esperienze più variate e meno stressanti rispetto agli scontri permanenti con stranieri, polizia e giustizia.
Un allontanamento dal gruppo può anche essere sollecitato dalle procedure penali alle quali questi giovani sono confrontati. I ricercatori avvertono tuttavia che tali provvedimenti devono intervenire poco dopo il crimine. Chi infrange la legge deve poi essere obbligato a fornire uno sforzo personale, come ad esempio un lavoro sociale.
Non respingere i pentiti
Fondamentali nell’evoluzione del giovane estremista di destra rimangono la famiglia e, soprattutto, gli amici. Chi conserva delle attività personali e delle relazioni esterne avrà più facilità ad allontanarsi dal gruppo.
Per questo motivo, è importante che il vecchio circolo di amici non escluda «il pentito» al momento del suo ritorno.
Secondo i ricercatori, l’influenza della famiglia è invece meno forte. I genitori, a volte un po’ passivi, dovrebbero ricercare maggiormente il dialogo con i figli.
Pregiudizi latenti
Infine, gli psicologi e i sociologi renani avvertono che lasciare un gruppo di estrema destra non significa abbandonare automaticamente ogni pensiero discriminatorio o razzista.
Paradossalmente, il rischio sussiste in particolare presso i giovani senza grandi motivazioni politiche: essi non opereranno una riflessione profonda e conserveranno dei pregiudizi latenti.
27 aprile 2005 – 18.00
Le ombre inquietanti dell’estrema destra
Manifestazione di estrema destra in occasione del 1. agosto 2004, al Rütli (Keystone)
Per la prima volta in Svizzera, un partito di estrema destra siede in un esecutivo. Secondo un osservatore, il fatto – anche se inquietante – va relativizzato.
Il comune solettese di Günsberg ha recentemente eletto in Consiglio comunale un ventenne nazionalista.
I 1’164 abitanti del comune di Günsberg, nel Canton Soletta, hanno eletto per la prima volta in Svizzera un rappresentante del «Partei National Orientierter Schweizer» (PNOS – Partito degli svizzeri ad orientamento
Nazionale) nell’Esecutivo di un comune. Si tratta del ventenne Dominic Bannholzer, che siederà insieme agli altri sei membri nel consiglio comunale.
Secondo quanto promesso durante la campagna elettorale, Bannholzer intende lottare contro gli spacciatori di droga e i richiedenti l’asilo che commettono reati, impegnandosi nel contempo per i contadini del villaggio. Il 21% dei votanti ha deciso di accordare la propria fiducia al giovane.
Già nell’ottobre 2004, un rappresentante del PNOS era stato eletto nel Parlamento cittadino di Langenthal, nel Canton Berna. Secondo Hans Stutz, giornalista e osservatore dell’estrema destra svizzera, in questo caso la causa è da ricondurre alla scarsa partecipazione dei cittadini allo scrutinio.
Consensi tra i nazional-conservatori
Per quanto concerne Günsberg, la spiegazione è differente. Il comune ha un tasso di stranieri dell’8% (circa 20% su scala nazionale a fine 2004): qui l’Unione democratica di centro (UDC) – che pure ha fatto della paura nei confronti degli stranieri un cavallo di battaglia – non si è presentata, a differenza di liberali-radicali e socialisti.
Secondo l’osservatore, «sembra dunque che un candidato di estrema destra possa raccogliere consensi negli ambienti nazional-conservatori». Tuttavia – ritiene Stutz – pur tenendo conto dei due casi considerati, l’elezione di altri candidati di questi ambienti resta poco probabile.
La novità è costituita dal fatto che il PNOS partecipa alla vita politica istituzionale: secondo Stutz, «questo è possibile perché, durante gli ultimi venti anni, l’UDC, l’ASNI (Associazione per una Svizzera neutrale e indipendente) e altri schieramenti simili hanno fomentato un clima di discriminazione e diffamazione nella società».
Basso profilo
Il PNOS è stato fondato nel 2000 e conta approssimativamente 100-130 membri. Il partito è attivo soprattutto nei cantoni del Mittelland (regione di Berna, Friburgo, Soletta, Argovia) e nei due semicantoni di Basilea.
Hans Stutz sottolinea che il PNOS ha sempre cercato di profilarsi come un normale partito politico, ribadendo il proprio rifiuto della violenza nonostante diversi esponenti – tra cui il presidente – siano stati condannati per infrazioni penali.
«Il PNOS ha tentato, anche per quanto concerne il vocabolario utilizzato, di non comportarsi in maniera rozza. Però, osservando con attenzione il programma, emerge chiaramente che il nucleo è in parte nazionalista e in parte razzista», ribadisce Stutz.
Quest’analisi è condivisa dal rapporto 2004 della Confederazione sugli estremismi: «Il programma del partito, il giornale ufficiale e altre pubblicazioni del PNOS sono impregnati di retorica contro gli stranieri, antidemocratica e di estrema destra».
Minoranze prese di mira
Secondo Stutz, il PNOS è pericoloso in quanto tra le sue file vi sono personaggi che non esitano ad esercitare violenza nei confronti delle minoranze, quali militanti di sinistra, omosessuali, ebrei e stranieri in generale.
Sono inoltre noti i contatti tra alcuni giovani esponenti del PNOS e membri del «Nationaldemokratischen Partei Deutschlands» (NPD – Partito Nazionaldemocratico tedesco). A questo proposito, Stutz rileva che alcuni rappresentanti dell’NPD hanno preso parte a manifestazioni del PNOS, precisando però che «normalmente il partito agisce in maniera autonoma».
Hans Stutz condivide l’opinione di Marcel Alexander Niggli, professore di diritto penale all’Università di Friburgo, secondo cui è necessario che la giustizia si occupi del programma del PNOS. Infatti, la norma penale sul razzismo non permette da sola di proibire un partito: è necessario passare da un tribunale.
Secondo il giornale «Neuen Luzerner Zeitung», il Dipartimento federale di Giustizia e Polizia non intende proibire le organizzazioni di estrema destra. Tale misura è infatti contemplata solo quale “ultima ratio” ed è stata applicata ultimamente contro l’organizzazione terroristica Al Qaida.
Restare vigili
Stutz non intende drammatizzare l’elezione del giovane estremista nel comune di Günsberg: “Nonostante il successo del PNOS, l’estremismo di destra resta comunque uno sviluppo marginale della società. Non mi risulta che vi siano finesettimana all’insegna del terrore: non vedo quindi ragioni per farsi prendere dal panico, il traffico stradale è ben più pericoloso…”
Tuttavia, conclude l’osservatore, come si va ripetendo da anni «dobbiamo tenere occhi e orecchie aperte, restando pronti a reagire di fronte a propositi o atti di estrema destra»
24 aprile 2006 – 11.38
Non punibile la marcia dei neonazisti a Brunnen
La marcia dei neonazisti a Brunnen il 1. agosto 2005 (Keystone)
La giustizia del Cantone di Svitto non ha nulla da rimproverare ai neonazisti che hanno sfilato a Brunnen per la festa nazionale del 1° agosto 2005: avevano un accordo verbale.
L’inchiesta era stata aperta contro diversi estremisti di destra che avevano marciato a Brunnen, al ritorno dalla tradizionale festa sul prato del Rütli, che si trova sulla riva opposta del Lago dei Quattro Cantoni.
Gli estremisti di destra che hanno marciato attraverso Brunnen il primo agosto 2005, dopo le celebrazioni per la festa nazionale sul praticello del Rütli, non hanno compiuto nulla di penalmente rilevante. La manifestazione era stata autorizzata verbalmente, stando alla giudice istruttrice Alexandra Haag.
La Haag ha confermato notizie pubblicate dalla stampa locale, nonché nel sito web della formazione di estrema destra PNOS (Partei National Orientierter Schweizer) che aveva organizzato la dimostrazione. Stando alla magistrata, i neonazisti si erano messi d’accordo per la marcia con l’allora comandante della polizia, Barbara Ludwig e con il consigliere di Stato Alois Christen.
Slogan contro gli stranieri
Il 1. agosto scorso centinaia di estremisti avevano insultato il presidente della Confederazione allora in carica Samuel Schmid, fischiando il suo discorso ogni volta che toccava il tema degli stranieri.
Dopo la festa sul Rütli, circa 600 neonazisti erano sfilati attraverso la località svittese scandendo slogan ostili agli stranieri. Allora si era parlato di dimostrazione non autorizzata.
La polizia era rimasta in disparte. In seguito si è venuto a sapere che la marcia era stata concordata dal PNOS con la polizia, che riteneva che gli estremisti dovessero pure arrivare in qualche modo alla stazione dall’imbarcadero.
Estremisti fuori dalla culla della patria
Dopo le aggressioni verbali contro Samuel Schmid, è stato deciso di escludere i neonazisti dalle celebrazioni del Rütli. Ma nemmeno gli antifascisti potranno manifestare il prossimo 1° agosto a Brunnen, per evitare scontri tra estremisti di destra e sinistra.
Chi desidera accedere alla festa nazionale sul praticello del Rütli è d’ora in poi sottoposto a severi controlli. Solo 2300 persone munite di un biglietto ottenuto gratuitamente in precedenza e disposte a declinare la propria identità otterranno l’accesso.
Il presidente della Confederazione di quest’anno, Moritz Leuenberger, non parteciperà alla festa, e non sarà presente nessun ministro. Il discorso ufficiale sarà pronunciato dal presidente del consiglio d’amministrazione di Swisscom, Markus Rauh.
1 febbraio 2006 – 12.33
Gli attivisti di sinistra vietati a Brunnen
I militanti antifascisti non potranno manifestare a Brunnen
Gli antifascisti non potranno manifestare il primo agosto prossimo a Brunnen, sulle rive del lago dei Quattro Cantoni, di fronte al praticello del Rütli.
Le autorità cercano così di evitare scontri tra estremisti in margine alla tradizionale Festa nazionale, organizzata sul celebre prato dal quale i neonazisti sono stati recentemente esclusi.
Come lo scorso anno, il gruppo antifascista Bündnis für ein Buntes Brunnen (Alleanza per una Brunnen multicolore) si è visto rifiutare l’autorizzazione per una manifestazione a Brunnen il prossimo primo agosto, giorno della Festa nazionale.
Per il comizio, che sarebbe dovuto durare tutto il pomeriggio, si prevedeva un’affluenza di 500-800 persone.
Evitare scontri
È quanto ha deciso l’esecutivo della cittadina nel canton Svitto, da dove si imbarcano la maggior parte delle persone che assistono alle celebrazioni sul praticello del Rütli.
Le autorità di Brunnen vogliono evitare che la dimostrazione degeneri in scontri con i neonazisti, che lo scorso anno erano sfilati senza autorizzazione per le strade della città dopo aver disturbato la festa al Rütli, in particolare fischiando il presidente della Confederazione Samuel Schmid.
Il diritto di manifestare e il diritto alla libertà d’espressione non può però essere preso a pretesto per cercare un confronto con gli estremisti di destra, si legge in un comunicato diramato mercoledì.
L’esecutivo si dice convinto che il gruppo antifascista potrà trovare un’alternativa valida per presentare il suo punto di vista. Le autorità affermano di aver proposto altre opzioni all’alleanza.
Ritrovare la dignità
Il municipio auspica che la festa del primo agosto possa tornar ad essere celebrata in maniera pacifica e degna.
Due settimane fa, la commissione che si occupa di organizzare le celebrazioni del Rütli aveva indicato che in occasione delle prossime feste potranno accedere al praticello solo coloro che saranno muniti di un biglietto.
In tal modo, si vuole evitare che gli estremisti di destra creino ancora una volta scompiglio.
Per quanto concerne la manifestazione orchestrata dai neonazisti lo scorso anno a Brunnen, l’inchiesta non è ancora conclusa. Le 13 persone contro le quali le autorità giudiziarie hanno aperto una procedura non sono accusate di razzismo, ma unicamente di aver partecipato ad una sfilata non autorizzata.