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30 marzo 2005
Vicenza Molotov contro giornalista, chiamata in causa forza nuova
Bottiglie incendiarie contro la casa di una collaboratrice d’un mensile locale. La ragazza, 20 anni, aveva scritto di atti di vandalismo di stampo razzista
Quattro Molotov per spaventare una giovane giornalista. All’alba della mattina di Pasqua ignoti si sono introdotti nel giardino della casa di Selva di Montebello in cui vive Daria Maule, ventenne studentessa universitaria e collaboratrice del Corriere Vicentino, ed hanno scagliato quattro bottiglie Molotov contro la porta a vetri della cucina mandandola in frantumi. «Erano più o meno le cinque del mattino – ha esordito Daria Maule – lo ricordo bene perché ero appena rientrata in casa. Per tutta la notte infatti ho lavorato in uno stand della Festa del vino che si è tenuta nei giorni scorsi qui a Selva. Mentre mi stavo mettendo a dormire ho dapprima sentito dei rumori strani a cui però, forse per il sonno non ho badato, pochi secondi dopo un boato incredibile mi ha gelata».
In un primo momento né Daria né i suoi hanno capito i motivi dell’esplosione: «Credevamo – ha detto – che fosse scoppiata la caldaia. Però quando con mia madre siamo entrate in cucina le fiamme e la vista della porta distrutta ci hanno terrorizzate ed abbiamo chiamato i carabinieri. Credo di aver provato in quel momento la paura più grande della mia vita».
I motivi del gesto, che poteva avere conseguenze drammatiche per Daria, se solo fosse stata in cucina, potrebbero collegarsi alla sua attività giornalistica. L’attentato di chiaro stampo intimidatorio potrebbe essere la risposta ad un articolo, apparso nel numero di marzo del Corriere Vicentino, in cui la ragazza attaccava gli autori di alcune scritte razziste comparse ultimamente sulle vetrine di diversi negozi di Montebello: «Nel mio articolo avevo riportato, con tanto di foto, il fatto che tra le scritte razziste campeggiasse la sigla Fn che sta per Forza Nuova, e in modo ironico richiamavo gli autori di questi atti a esternare in modo più civile il proprio pensiero. Tra l’altro il segretario provinciale di Fn ci ha fatto sapere di essere estraneo e di condannare la vicenda. A questo punto credo che chi ha gettato le bottiglie incendiare sulla mia porta di casa sia qualcuno del posto che mi conosce e che ha controllato i miei movimenti di quella notte». Ad avvalorarne la tesi un brandello semibruciato dell’articolo in questione trovato, come fosse una firma, tra i resti della porta ed ora nelle mani dei carabinieri.
La paura dell’attentato subito ha sconvolto la studentessa di Montebello che perà non perde la passione per il giornalismo: «Ho trascorso due giorni bloccata dalla paura – ha spiegato – perché mi son resa conto di essere attaccabile e di esser stata spiata. Non volevo neppure divulgare la notizia, ma poi i miei genitori mi hanno spinto a non tacere e a non nascondere un fatto così grave. Ora a mente fredda so che di certo non smetterò di scrivere per colpa di questo gesto. Non nego di aver un po’ di paura ad uscire, ma non voglio smettere di fare una cosa che mi piace». Adesso Daria rileggendo l’articolo per il quale è stata presa di mira cerca le cause che possono aver scatenato una simile reazione: «Mi rendo conto di aver sottovalutato il potere delle parole, forse sono stata estremamente diretta, ma questo non giustifica un attentato. Ora spero solo che i carabinieri trovino i colpevoli al più presto».
il Giornale di Vicenza
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