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Da La Libertà
Il 21enne era accusato di altri episodi di vandalismo messi a segno in città con tre amici minorenni
Molotov nel giardino di un’insegnante:
giovane piacentino patteggia un anno
(ferr.) Un anno al ragazzo piacentino accusato di avere lanciato una bottiglia molotov contro l’abitazione di una sua insegnante e di altri episodi di vandalismo sempre contro la professoressa e edifici scolastici cittadini. Il ragazzo, 21 anni, ha patteggiato la pena ieri mattina davanti al giudice per l’udienza preliminare Gianandrea Bussi. Pubblico ministero era Gilberto Casari. L’imputato è difeso dall’avvocato Mauro Pontini. Il magistrato ha applicato la sospensione condizionale della pena. Erano stati i carabinieri della compagnia di Piacenza nell’autunno di due anni fa a scoprire una banda di ragazzini, di cui uno solo (l’imputato di ieri) a quell’epoca maggiorenne, che avevano messo a segno una serie di atti vandalici sia contro una loro insegnante che contro scuole cittadine: “Raineri Marcora” e “Gioia”.
L’episodio più grave risale al settembre del 2005 con un fatto che aveva suscitato scalpore: il lancio di una bottiglia incendiaria nel giardino dell’abitazione di un’insegnante di matematica in un istituto superiore cittadino. Secondo le successive indagini dei carabinieri l’obiettivo delle persone che avevano lanciato la bottiglia incendiaria sarebbe stato quello di “punirla” per essere stata troppo dura con gli studenti.
Dopo questo primo episodio erano accaduti altri atti vandalici che secondo l’accusa sarebbero da attribuire all’imputato di ieri e ad alcuni altri suoi amici minorenni.
Dopo la molotov nel giardino dell’insegnante erano partiti una serie di stringenti controlli da parte dei carabinieri che avevano “monitorato” gruppi di giovani. A finire nel mirino degli investigatori erano stati alcuni studenti e i sospetti si erano concentrati sul più “anziano” del gruppo, unico maggiorenne.
I militari avevano iniziato una serie di pedinamenti. E tre studenti erano stati individuati mentre imbrattavano con vernice spray i muri del liceo “Gioia”. Scritte inneggianti al nazismo in generale e insulti contro il sindaco Roberto Reggi che aveva poi denunciato il fatto ai militari dell’Arma. Quest’accusa era stata comunque successivamente archiviata.
L’insegnante già vittima degli studenti era poi stata vittima di altri lanci di bottiglie di vino e di birra che, sempre nei fine settimana, si erano andati ad infrangere contro i muri della sua abitazione.
Ma vittime dei vandalismi erano stati non solo l’insegnante, anche un cittadino a cui era stata data alle fiamme l’auto. In un primo tempo le fiamme avevano distrutto solo una parte del mezzo e secondo i carabinieri si era reso necessario un secondo atto di vandalismo per “completare” l’opera e l’auto era stata completamente distrutta dalle fiamme. A conclusione delle indagini di quella che era stata definita “l’operazione Gianburrasca” i carabinieri avevano denunciato a piede libero alla procura della Repubblica di Piacenza il 19enne e tre suoi amici di sedici anni. Nei confronti di questi ultimi era scattata una denuncia alla procura della Repubblica presso il tribunale dei minorenni di Bologna.
Il ragazzo piacentino comparso ieri mattina davanti al giudice per l’udienza preliminare doveva rispondere di sei episodi di vandalismo, il più grave dei quali quello del lancio della molotov, considerata dal codice alla stregua di un’arma da guerra. È stata comunque riconosciuta al giovane l’attenuante costituta dal fatto che la bottiglia incendiaria era stata realizzata in modo molto rudimentale.
Ieri mattina il legale dell’imputato ha chiesto e ottenuto di patteggiare la pena che è stata concordata con il pubblico ministero in un anno di reclusione con la sospensione condizionale.