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Fatto sbandare e pestato: per gli indagati tre rinvii a giudizio e un patteggiamento
del 25/07/2007 di Cecilia Pierami
LUCCA – Patteggia ad un anno uno degli indagati per il pestaggio di Emanuele Pardini, richiesto il rito abbreviato per gli altri tre: udienza fissata al 27 settembre. I fatti risalgono al febbrario scorso, quando un gruppo di ragazzi inseguì il Pardini con la macchina contringendolo a scendere per poi aggredirlo. Motivi politici all’origine dell’episodio.
Ha patteggiato Alessandro Bartone, il diciottenne, indagato insieme ad altri tre giovani lucchesi di far parte del commando che nella notte fra il 23 ed il 24 febbraio avrebbe aggredito Emanuele Pardini, ventisettenne architetto esponente del gruppo Cantiere Resistente, inseguendolo in auto, facendolo sbandare ed infine colpendolo con cinghie, pugni e calci. Pardini allora riportò la frattura del malleolo, e diverse ferite risultate guaribili in quaranta giorni.
Per Bartone, la cui posizione da subito è risultata la meno pesante del gruppo – il giovane è stato infatti indagato a piede libero al contrario degli altri tre, per i quali si sono aperte le porte del carcere – condanna quindi ad un anno e pena sospesa con la condizionale.
Per gli altri indagati invece è stato richiesto il rito abbreviato e l’udienza è stata fissata per il prossimo 27 settembre.
Da subito gli inquirenti che indagavano sull’aggressione si orientarono verso un pestaggio maturato nell’ambito della contrapposizione di carattere politico, che in quei mesi a Lucca stava raggiungendo picchi preoccupanti.
E’ l’otto marzo quando vengono arrestati i tre giovani, stamani rinviati a giudizio, mentre Bartone viene invece indagato a piede libero: tutti risultano legati all’ambiente del tifo lucchese, in particolare al gruppo ultras ‘Bulldog’, e vengono indicati quali simpatizzanti di movimenti politici di estrema destra, pur non essendo ufficialmente iscritti a nessun partito.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti i quattro facevano parte di un commando di estremisti di destra, composto anche da altri minorenni, probabilmente in tutto otto persone, che a bordo di due auto avrebbero inseguito la macchina di Pardini, prima di farlo sbandare per poi, una volta sceso dal mezzo, aggredirlo.
Tra gli arrestati Alessandro Frediani, ventiduenne dipendente di un magazzino di vernici e residente a Sant’Andrea di Compito, è restato associato al carcere di Massa fino al 16 aprile, per poi passare agli arresti domiciliari con la possibilità di recarsi al lavoro.
Per Francesco Preziuso, disoccupato di San Concordio e Giacomo Baroni ventunenne giardiniere di Antraccoli, la permanenza in carcere rispettivamente a Lucca e a Pisa, è durata ottantacinque giorni, fino al primo giugno, quando il giudice per le indagini preliminare Alessandro Dal Torrione ha accolto le istanze degli avvocati Roberto Ciniglio e Alberta Cagnacci concedendo gli arresti domiciliari.
Stamani l’udienza preliminare, che era già stata fissata per lo scorso 17 luglio ma rinviata a causa di uno sciopero degli avvocati, di fronte al gup Silvestri, che ha deciso per il rinvio a giudizio. Per Preziuso, Baroni e Frediani, le cui posizioni risultano molto simili, ad essere contestato è il reato di violenza privata pluriaggravata e lesioni personali aggravate.
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