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Bloccate le ronde della Lega
Un corteo antifascista ha impedito l’azione del Carroccio
Fischi e insulti hanno accolto la prima ronda padana che ha sfilato ieri sera lungo le strade dell’Oltretorrente. Un gruppo di antifascisti ha bloccato il corteo della Lega Nord in strada Bixio. Ma dal Carroccio promettono altre passeggiate a favore della sicurezza.
«Partire dal luogo simbolo delle Barricate del ’22 è una chiara provocazione», dice Lodovico Cutaia. «L’ordine pubblico deve rimanere in mano alle istituzioni» per Augusto Secchi
Tensione in strada Bixio con i giovani della sinistra radicale che hanno sbarrato la strada
Una trentina di manifestanti leghisti silenziosi in cammino scortati dalle forze dell’ordine
La preghiera di Roberto Corradi: «Padre Lino aiutaci a difendere Abele e non Caino»
Pierluigi Dallapina
Una passeggiata in silenzio, sul marciapiedi per non intralciare il traffico,costellata dagli insulti e dalle provocazioni della contromanifestazione antifascista. Chi si aspettava una squadraccia minacciosa di leghisti pronti a perlustrare ogni angolo dell’Oltretorrente è rimasto deluso. Il silenzio, dall’inizio alla fine, ha accompagnato la passeggiata per la sicurezza che ieri sera ha sfilato lungo le strade del quartiere.
Ma dalla Lega promettono altre passeggiate notturne. Doveva essere un corteo in grande stile che terminava in via D’Azeglio davanti alla chiesa dell’Annunziata, e invece la trentina di camicie verdi ha dovuto accontentarsi di un silenzioso e pacifico sit-in in borgo Santa Caterina. «Chiedo un minuto di silenzio – dice il consigliere regionale della Lega Roberto Corradi prima di sciogliere la manifestazione – e una preghiera a padre Lino,perché dall’alto tuteli Abele e non Caino». Solo alla fine, poco prima del rompete le righe, dai vertici del Carroccio arriva qualche colpo di coda polemico, «verso persone e partiti che hanno dimostrato di aver poco o nulla a che fare con la democrazia». La tanto temuta ronda padana ha iniziato il suo cammino, annunciata solo dallo sventolio della bandiere bianche con il sole delle Alpi,da via Minzoni per poi proseguire,sempre lungo il marciapiedi e in silenzio, per borgo San Giuseppe. L’assalto a piazzale Picelli non è nemmeno stato accenato, tanto erano inferociti i giovani antifascisti. Da dietro lo striscione «La sicurezza che vogliamo è quella dei diritti» è partito un coro di insulti che ha accompagnato la pacifica sfilata della Lega. Non appena i padani hanno imboccato borgo san Giuseppe i contromanifestanti li hanno seguiti prendendoli a male parole.
A dividerli era schierato un robusto sevizio di polizia. Fra le fila del Carroccio la parola d’ordine era una soltanto: silenzio. Nessuno doveva rispondere alle provocazioni. Così ha deciso Roberto Corradi, che però, sottovoce, non risparmia commenti al vetriolo.
«Vedendo come si comporta certa gente – attacca – direi che i fascisti sono dall’altra parte della strada. La nostra passeggiata è per la legalità, ma questa è una parola che qualcuno maldigerisce». Accusati di scimmiottare gli squadroni fascisti, quelli della Lega smorzano il tono muscolare della ronda declassandola a una semplice passeggiata. «Noi – aggiunge Corradi – vogliamo sensibilizzare le istituzioni sulla necessità di investire in sicurezza a Parma». Il corteo della Lega sfila anche davanti alla moschea, mantenendo sempre la consegna del silenzio, mentre dall’altra parte un coro di insulti li accompagna a ogni piè sospinto. «Mi sembra evidente chi inneggia alla violenza e chi no – spiega Andrea Zorandi – noi siamo tranquilli e senza schiammazi. A dimostrazione della nostra educazione c’è il fatto che passeggiamo sul marciapiedi per non intralciare il traffico». Arrivati in strada Bixio,con la muraglia umana della contromanifestazione, quelli della Lega hanno capito che non si poteva andare oltre. La voglia di non demordere però resta. «E’certo che faremo altre manifestazioni come questa» promette Fabio Rainieri.
Il corteo di protesta si è mosso da piazzale Picelli ricordando le barricate. Polizia e carabinieri in tenuta antisommossa
Bandiere e slogan, la risposta della sinistra radicale
Cutaia (Prc): «Era una provocazione». Somacher(Antirazzisti): «Azione politica grave»
Bandiere rosse con la falce e martello, striscioni appesi agli alberi e musica sparata a tutto volume da un camioncino che all’occasione si trasformava anche in bar distribuendo per pochi spiccioli latine di birra. Si presentava così ieri sera piazzale Picelli, in un miscuglio di festa e militanza, invaso dalla contromanifestazione di tutte le sigle di sinistra scese nel luogo simbolo dell’Oltretorrente per bloccare la ronda della Lega Nord. Fra i tanti slogan vergati con la bomboletta sugli striscioni,«Bossi t’è pasé ’l Po mo miga la Pèrma», racchiudeva il senso di quel presidio che si rifaceva alle barricate antifasciste del ’22. «E’una chiara provocazione – dice Lodovico Cutaia di Rifondazione comunista – partire con la ronda padana da un luogo come questo. L’Oltretorrente e piazzale Picelli sono emblemi della nostra città.
Certi atteggiamenti non possiamo tollerarli e la nostra è una sorta di vigilanza militante». Più drastico è il commento di Matteo Somacher del Comitato antirazzista: «L’azione della Lega ha connotati politici gravi perché si richiama a concetti, come quelli di ronda, che affondano le loro radici nello squadrismo». L’esigenza di sicurezza,proclamata dal Carroccio, trova consenso anche all’interno di Sinistra democratica.
Ma il modo di perseguire il medesimo fine è totalmente differente. «La gente vuole sicurezza – spiega Augusto Secchi, segretario Sd – ma le ronde, in questo luogo della città, sono una provocazione». Nell’attesa dell’odiato leghista c’è chi stempera la tensione scambiando le figurine comuniste del quotidiano Il Manifesto. Ma c’è anche chi non tollera che una parte politica scavalchi le forze dell’ordine.
«L’ordine pubblico – attacca Alberto Marzucchi del Comitato antirazzista – deve restare in mano delle istituzioni. Delegarlo a gruppi di estremisti può avere risvolti molto pericolosi». Che la ronda sia poco gradita anche da chi in Oltretorrente ci abita lo si capisce da uno striscione «no alle ronde padane» che penzola da una finestra di piazzale Picelli.
«Sono solidale verso gli stranieri – dice Luciano Scaccaglia parroco di Santa Cristina – queste ronde padane sono fuori da ogni logica perché sono sbilanciate a favore della legalità dimenticando la solidarietà».Chi non concede sconti alla manifestazione della Lega è Guglielmo Dall’Asta del Comitato Antifascista:«Questo è l’inizio della fascistizzazione dello Stato, anche se nessuno vuole riconoscerlo». (p. d.)
La barricata
Un muro umano eretto per sbarrare la strada e impedire il passaggio dei leghisti diretti alla chiesa dell’Annunziata. Si sono posizionati lungo strada Bixio i manifestanti antifascisti intenzionati a rimanere nella via fin tanto che non hanno costretto le camicie verdi a ripiegare in borgo Santa Caterina, dove sono rimasti fino al termine della manifestazione.
Se c’è stato un momento di tensione fra i due cortei, è stato proprio in strada Bixio, dove i giovani della sinistra comunista hanno ricoperto di insulti l’altro corteo. Qualcuno, fra i fumogeni degli antifascisti, l’ha buttata pure in goliardia, calandosi le braghe e mostrando le terga ai leghisti. A impedire il contatto fra e fazioni era schierato un robusto cordone di forze dell’ordine.
La trattativa fra i dirigenti delle forze dell’ordine e i manifestanti comunisti è andata avanti a lungo, con veri e propri attimi di tensione: da una parte il corteo non voleva abbandonare la strada, dall’altra si voleva garantire il proseguimento della passeggiata leghista.
Alla fine si è trovato il compromesso con il sit-in del Carroccio in borgo Santa Caterina.
(p. d.)
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