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Tra le persone in manette diversi accusati dell’irruzione
a un concerto rock della Banda Bassotti a Villa Ada, nel giugno 2007
Assalti caserme dopo morte Sandri
Arrestati 20 estremisti di destra
Molti di loro sono ultras laziali. Eseguite una cinquantina di perquisizioni
ROMA – Una ventina di simpatizzanti dell’estrema destra, alcuni vicini a Forza Nuova, ed in gran parte ultras laziali, sono stati arrestati stamane a Roma nel corso di un’operazione dei carabinieri del Ros e Digos romani. Gli arrestati fanno parte, secondo gli inquirenti, di una struttura criminale protagonista di atti di violenza, anche di matrice politica, tra i quali gli assalti alle caserme di Ps in occasione della morte di Gabriele Sandri e l’irruzione ad un concerto rock della Banda Bassotti a Villa Ada. In corso ci sono anche una cinquantina di perquisizioni.
Tra i reati contestati associazione per delinquere, devastazioni, lesioni, porto di oggetti contundenti. Per coloro che risultano coinvolti negli scontri dell’11 novembre scorso dopo l’uccisione del tifoso laziale Gabriele Sandri, è scattata anche l’aggravante del terrorismo, la stessa già presa in esame in occasione dei primi arresti per l’assalto alla caserma di via Guido Reni.
Quattro gli indagati coinvolti nei fatti di Villa Ada (fine giugno dello scorso anno) quando una ventina di persone a volto coperto ed armati di bastone fecero irruzione durante il concerto della Banda Bassotti ferendo due persone. Le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate dal Gip Guglielmo Muntoni su richiesta dei Pm Pietro Saviotti, Franco Ionta e Caterina Caputo.
Repubblica
(26 febbraio 2008)
Altre notizie – Tifosi violenti: blitz nella Capitale, 15 arresti
da Redazione RealSports.it – 26/02/2008
Quindici le custodie in carcere, 4 gli obblighi di firma e numerose le perquisizioni eseguite dai Carabinieri del Ros e dalla Digos della Questura di Roma nei confronti di soggetti appartenenti ad una struttura associativa responsabile delle programmazione e, in diversi casi, dell’esecuzione di aggressioni e spedizioni punitive.
Secondo quanto fa sapere la Procura di Roma, che ha coordinato le indagini, le aggressioni e le spedizioni punitive, di matrice violenta, erano contro le tifoserie considerate nemiche o gruppi ritenuti politicamente avversi nella costante ricerca di scontro con le forze dell’ordine e spesso di stampo intollerante e xenofobo.
Le indagini sono partite a giugno scorso dopo l’aggressione, avvenuta a Villa Ada, da parte di circa 20 giovani con volti travisati e coltelli. Aggressione che aveva destato allarme nella collettivita’ e attenzione tra le autorita’ di pubblica sicurezza. Le investigazioni dei Ros e della Digos di Roma, coordinate dalla Procura di Roma, hanno consentito di acquisire elementi indiziari sulla struttura criminale e sulle responsabilita’ per fatti specifici.
A carico di numerosi indagati sono emersi ruoli di promotori e partecipi agli scontri dell’11 novembre scorso, dopo la morte del tifoso laziale Gabriele Sandri. Non solo, ma sempre secondo gli inquirenti gli stessi tifosi erano pronti ad organizzare altre spedizioni nei confronti di caserme e mezzi delle forze dell’ordine, sempre come atto di ritorsione per la morte dell’ultras laziale ad Arezzo. Alle 11 di oggi si terra’ una conferenza stampa in Procura per illustrare maggiori dettagli sull’operazione.
Come spiegano i Carabinieri del Ros dalle indagini e’ emerso che gli arrestati volevano affermare il predominio territoriale della destra oltranzista nella zona di Piazza Vescovio e di Villa Ada. L’aggressione di Villa Ada di giugno scorso, secondo il Ros, e’ stata anche frutto dell’evoluzione di tensioni che sin dagli anni sessanta avevano caratterizzato il quartiere di Piazza Vescovio, teatro di scontri e di violenza, compresa la morte di Francesco Cecchin il 16 giugno 1979.
Proprio nella zona in cui Cecchin e’ morto e’ stato aperto un negozio che, come sottolinea il Ros, e’ riconducibile alla compagine di Forza Nuova. Le indagini dei Carabinieri hanno accertato che, oltre all’attivita’ commerciale del negozio, un locale sottostante era destinato ad incontri riservati di alcuni esponenti dell’area. Sui vani del negozio esclusi al pubblico si e’ concentrata l’attivita’ tecnica del Ros che ha potuto cosi’ documentare l’organizzazione di azioni di violenza contro forze di Polizia, extracomunitari ed appartenenti alla sinistra extraparlamentare.
In particolare l’associazione criminale e’ ritenuta responsabile di aver progettato azioni violente contro extracomunitari, di aver messo a segno un attentato incendiario nel campo nomadi di via Walter Procaccino nell’ottobre scorso, di aver occupato abusivamente un immobile dell’Atac, di aver organizzato e partecipato agli scontri dell’11 novembre scorso con attacchi contro le forze dell’ordine e la caserma della Polizia di via Guido Reni, l’ex commissariato di Polizia ‘Porta del Popolo’, la caserma dei carabinieri ‘La Bulgarella’, la stazione dei Carabinieri di Roma-Ponte Milvio.
Agli arrestati sono contestati reati che vanno dall’associazione a delinquere alla devastazione e saccheggio aggravate, violenza e minacce a pubblico ufficiale aggravate, porto di armi o di oggetti atti ad offenedere, lesioni personali aggravate in concorso, invasioni di terreni o edifici, incendio in concorso aggravato.
Tifo e violenza politica, arresti a Roma
Blitz all’alba di oggi di carabinieri del Ros e Digos romani nei confronti di una struttura criminale protagonista di atti di violenza, anche di matrice politica, e tra questi gli assalti alle caserme di Ps in occasione della morte di Gabriele Sandri e l’irruzione ad un concerto rock della Banda Bassotti a Villa Ada. Gli investigatori stanno eseguendo una ventina di ordinanze di custodia cautelare emesse dalla magistratura. Si tratta di simpatizzanti dell’estrema destra, alcuni vicini a Forza Nuova, ed in gran parte ultras laziali. Una cinquantina le perquisizioni in corso.
Associazione per delinquere, devastazioni, lesioni, porto di oggetti contundenti ed altri i reati contestati a seconda delle singole posizioni. Per coloro che risultano coinvolti negli scontri dell’11 novembre scorso dopo l’uccisione del tifoso laziale Gabriele Sandri, è scattata anche l’aggravante del terrorismo, la stessa già presa in esame in occasione dei primi arresti per l’assalto alla caserma di via Guido Reni. Quattro gli indagati coinvolti nei fatti di Villa Ada (fine giugno dello scorso anno) quando una ventina di persone a volto coperto ed armati di bastone fecero irruzione durante il concerto della Banda Bassotti ferendo due persone. Le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate dal Gip Guglielmo Muntoni su richiesta dei Pm Pietro Saviotti, Franco Ionta e Caterina Caputo.
NEL MIRINO EMERGENZA RIFIUTI NAPOLI
Avrebbero anche progettato di organizzare una spedizione per l’emergenza rifiuti a Napoli ed unirsi ai violenti negli scontri con le forze dell’ordine. C’era anche questo negli intenti di una parte degli ultras laziali destinatari di ordinanze di custodia cautelare firmate dal Gip di Roma. La circostanza, secondo quanto si è appreso, è emersa in un’intercettazione telefonica. In particolare, si parla della possibilità di organizzare una-due macchine per recarsi in Campania. La maggior parte dei soggetti finiti nel mirino della magistratura gravitava intorno alla zona di Piazza Vescovio, storico punto di ritrovo dei giovani di destra romani e dove, nei mesi scorsi, erano stati bloccati una sessantina di laziali in partenza per Bergamo dopo la scoperta di alcuni borsoni contenenti machete, bastoni ed altri oggetti contundenti che, secondo gli investigatori, dovevano essere usati in uno scontro in autostrada con i tifosi napoletani.
ansa
Indagine dei ROS Villa Ada che ha portato all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del tribunale di Roma il 22 febbraio 2008
villa_ada_1.pdf (17.3MB)
villa_ada_2.pdf (17.6MB)
villa_ada_3.pdf (18.6MB)
“Vojo ammazza’ qualcuno”.
Quelle cento pagine di follia
«Stasera voglio ammazzare qualcuno, voglio andare in battaglia». Oppure: «Ragà non è che se stamo a parlà vedemose e annamo ad assaltà un centro sociale o annamo a pijà i napoletani sull’autostrada».
Gli scontri a Roma E ancora: «Sti rumeni stanno infestando la nostra razza!! Pulizia etnica, solo quella può salvarci».
Parlavano così i ragazzi di piazza Vescovio, i frequentatori del pub Excalibur, ritrovo di ultras di Roma e Lazio, assidui frenquentatori anche del “Presidio”, in via Montebuono. Sono “Alfredone”, “Chicco”, “Cipolla”, “Giorgetto!”, “Guerriero”, “Zazà”, “Yoghi”, “Er Vampiro”, o “Valterino dei Fedayn” e altri ancora. In circa un centinaio di pagine di ordinanza, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, Guglielmo Montoni, spiega questo scorcio di tifo violento romano così com’è trapelato dalle indagini di Ros e Digos.
E lo riassume in cinque azioni violente.
Aggressione a Villa Ada.
La data è quella del 28 giugno 2007. È l’1,10 della notte. Sul palco sta suonando la Banda Bassotti, «espressione dell’area della sinistra antagonista capitolina. Assistono 1.500 persone». All’improvviso «un gruppo di facinorosi» armati «di bastoni e altri oggetti contundenti, con caschi e sciarpe» e inneggianti «al partito fascista e al duce» si avvicina agli spettatori, li fa indietreggiare poi l’aggressione.
Occupazione dell’immobile Atac in viale Etiopia.
Il 2 ottobre «alcuni elementi gravitanti attorno al movimento Forza Nuova irrompono nel locale e all’esterno affiggono un cartello con la scritta “Forza Nuova – Federazione romana” senza tuttavia permanervi all’interno». Reati? Nessuno. Elementi utili alle indagini? Uno: «La vicenda comprova il collegamento tra i vari indagati e tra le varie situazione delittuose».
Azioni violente contro romeni.
La miccia che accende l’ira del gruppo sarebbe scoccata dopo il 30 ottobre, con l’omicidio di Giovanna Reggiani a Tor di Quinto. Scrive il Gip: «Già il 1° novembre gli indagati concordavano sulla necessità di attivarsi per dare una risposta in termini punitivi a quanto accaduto…», per mettere a segno una «rappresaglia xenofoba contro i campi nomadi… che non sia dimenticata nel giro di due settimane». Un’azione «”da far strippare il culo e pensare chi ti governa dall’alto”». Il 9 ottobre ne commettono una, al campo di via Procaccino: in due lanciano una bottogilia incendiaria su una baracca.
Piani di guerriglia contro gli ultras.
Parlano al telefono in piena notte, alle 4,08 del 23 settembre 2007, prima della partenza alle sei del mattino per Bergamo. «Stasera voglio ammazzare qualcuno, voglio andare in battaglia». Poche ore dopo in piazza Vescovio la polizia controlla 67 tifosi laziali. Gli agenti trovano un borsone abbandonato con due fumogeni, pugno di ferro, manganello di ferro e sei coltelli con lame da 20-30 centimetri.
Assalto alle caserme.
A Roma l’11 novembre scoppia l’inferno. A scoperchiare la rabbia è l’uccisione del tifoso laziale Gabriele Sandri, ferito a morte dal proiettile sparato da un agente in un autogrill vicino Arezzo. Il giorno degli scontri, all’ora di pranzo in una conversazione uno degli indagati dice a un amico: «Vojo brucià tutto, vojo brucià tutto». Un altro, in un’altra conversazione: «Oggi sarà violenza pura, Roma andrà a fuoco. Stasera sarà l’inferno». Poi la follia scoppia davvero: caserme di polizia e carabinieri assaltate, date alla fiamme, agenti e tifosi feriti, e i primi arresti.
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