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PIOVONO PIETRE
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Infatti. Fino alle 17 e 30 il tempo regge bene, anche con qualche spiraglio di sole. Piazza Vetra è già popolata da decine e decine di compagni e compagne, tanta gente conosciuta, un po’ di tutti i giri. Tanti anche i giovani e super giovani, forse attratti dal concerto. Si mangia, si beve si ride e si scherza e c’è un po’ di preoccupazione per il corteo. Tutto deve andar bene, Milano ha bisogno di un bel corteo, che ci dia quella forza costruttiva, quell’entusiasmo e quella spinta necessaria per riprendere agibilità in questa città così paralizzante. Il problema della partecipazione numerica sembra superato visto le presenze, ma un buon corteo non è fatto solo di grandi numeri. C’è l’anima, lo spirito, la tensione emotiva che lo caratterizza, insomma c’è una questione di qualità che non dipende solo da quello che fai (azioni, attacchinaggi, volantinaggi, …) ma da come quel momento viene sentito/vissuto da ognuno.
Sulle note degli RFT il cielo comincia a farsi nero, nero, sullo sfondo i lampi lo squarciano con sempre più frequenza, lo scenario è molto HC. Contemporaneamente anche alcune facce diventavano sempre più scure:
L’iniziativa in merda per la pioggia!!!!!! Che fare? Muoviamoci,
facciamolo subito prima che venga giù l’acquazzone. Ok. cominciamo a sbaraccare, caricare sul furgone le cose, predisporre telo per riparare l’impianto. Ok. Siamo pronti. In quel momento comincia a piovere a dirotto, alla pioggia segue la grandine, e che grandine!! Piovono pietre di ghiaccio. E’ un fuggi fuggi generale, qualcuno se ne va a casa, altri si riparano sotto, gli alberi, i portici o nei bar intorno, mentre sul furgone i monzesi reggono eroicamente il telo per difendere l’impianto. Una
situazione surreale, una tempesta di grandine mai vista prima, qualcosa di eclatante… . Di fronte a quel cataclisma allo sgomento iniziale subentra, piano piano, una sorta di entusiasmo, di voglia di reagire, con quel pizzico di follia necessario ad affrontare le intemperie. Appena sembra che la sassaiola di grandine si sia placata un po’, qualcuno prende lo striscione e comincia ad urlare CORTEO!! CORTEO!! Così, dopo un secondo di esitazione la gente si mette in strada, esce dai bar e dai ripari. Si parte, gridando tutti insieme “DAX è VIVO…”. Riparte anche la fitta grandine che ci bastona ben bene, rispondiamo urlando ancora più forte. La
gente dalle vetrine guarda allibita, gli sbirri se ne stanno lontani
cercando di ripararsi con gli scudi. Il corteo continua al sfilare, unito, compatto, determinato, rabbioso, dietro lo striscione “Con Dax nel cuore.
16/03/2003 – 16/03/08”.
Superata Piazza 24 Maggio la grandine piano piano si placa e, in un attimo non piove neanche più. La luna torna a rischiarare il cielo. Andiamo in Brioschi. L’iniziativa riprende come da programma e si conclude in via Gola con un fragoroso applauso.
“Ripigliamo sti sassi, ripigliamo le strade che conosciamo!” così
Davide aveva scritto in una lettera datata dicembre 2002. E i sassi ci sono arrivati dal cielo, forse per scuoterci un po’, noi, i compagni di Milano, che ci sentiamo talmente indeboliti da aver faticato anche a decidere di organizzarlo questo corteo. Forse per dirci che uniti si vince, e l’unione si crea nella battaglia, con la rabbia e la voglia di lottare.
Chi ha scelto di andarsene se n’è andato, chi è rimasto è
rimasto fino alla fine, anche se fradicio, stanco e infreddolito. E
nessuno, se potesse tornare indietro e scegliere, avrebbe cambiato con una giornata di sole.
“La rivoluzione è un fiore che non muore”
con Dax nel cuore
lettere