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La proiezione film Nazirock (“dentro i raduni e dentro la testa dei giovani neofascisti e neonazisti italiani”), fissata in varie sale del territorio nazionale è stata bloccata. Forza nuova ha minacciato azioni legali contro i cinema che hanno modificato la programmazione e tolto il film.
qui un tot di materiale video tratto dal documentario
http://www.feltrinellieditore.it/FattiLibriInterna?id_fatto=9731
qui foto
http://www.feltrinellieditore.it/FattiLibriInterna?id_fatto=9731#
Bloccata la proiezione di Nazirock
“il manifesto”, 3 aprile 2008
È stata bloccata la proiezione del documentario Nazirock, un viaggio, corretto, nella musica e nella cultura degli estremisti neri, diretto dal regista Claudio Lazzaro, ex giornalista e già autore di Camicie verdi, sull’humus della Lega. Il film doveva essere programmato in alcune città italiane ma è stato fermato da una diffida del fondatore di Forza Nuova, Roberto Fiore. Nazirock, distribuito da Feltrinelli Real Cinema, da venerdì sarà in libreria insieme al libro Ho il Cuore Nero, che raccoglie alcuni interessanti contributi, tra gli altri, di Antonio Pennacchi e Furio Colombo. “Dato che volevo raggiungere anche il pubblico più giovane – racconta Lazzaro – il film era in programmazione anche al cinema: stasera all’Anteo di Milano e, dal 4 aprile e per un paio di settimane, al Politecnico Fandango di Roma. Tutto questo è stato cancellato perchè è arrivata una diffida da parte dell’ufficio legale di Forza Nuova. Fiore chiede che non si dia corso alla proiezione, in quanto contenente immagini, affermazioni, scene, ricostruzioni gravemente diffamatorie del movimento Forza Nuova, attualmente impegnato nella campagna elettorale”. Nella diffida, riferisce ancora Lazzaro, si afferma che Forza Nuova “sta agendo nei confronti del produttore e del regista del filmato, civilmente e penalmente, per ottenere il risarcimento dei danni materiali e morali, ivi compresi quelli che potrebbero derivare dalla proiezioni in periodo elettorale” e che “non ottemperando alla presente diffida, sarete ritenuti responsabili delle lesioni arrecate”. “Al Politecnico Fandango mi hanno detto – aggiunge il regista – che non era stata solo la paura delle spese legali a orientare la decisione, ma anche la paura di spedizioni punitive, di danneggiamenti”. Certo, rivedersi su grande schermo, e risentirsi, può essere, a volte, traumatico… Nel filmato si parte, infatti, dal Campo d’Azione, il raduno annuale di Forza Nuova, che si è tenuto a Marta, in provincia di Viterbo, nel 2006 (con la partecipazione di Andrea Insabato, il nostro bombarolo nullatenente ma con le amicizie giuste, o Luigi Ciavardini, condannato a 30 anni per la strage di Bologna) e si raccontano, lasciadogli la parola e il palco, i gruppi hard rock dai nomi decisivi come Hobbit, Intolleranza Razziale, 270bis con dovizia di croci uncinate e antisemitismo.
Da Repubblica
Polemica sul film di Claudio Lazzaro dedicato ai giovani neofascisti
Diffida del movimento di estrema destra: le sale rinuncino a proiettarlo
Forza Nuova blocca “Nazirock”
“Montato ad arte per screditarci”
Il regista: “Speravo fosse punto di partenza per un dibattito
molte persone stimate dalla destra avevano espresso consensi”
di FEDERICO CAPITONI
La locandina del film
ROMA – “Sono triste perché pensavo che questo documentario fosse un punto di partenza per un dibattito”. Più che rabbia Claudio Lazzaro, regista di Nazirock, documentario sui giovani neofascisti, manifesta desolazione. Il film doveva essere proiettato ieri in anteprima al cinema Anteo di Milano e dal 4 aprile, per due settimane, al Politecnico Fandango di Roma. E invece da Forza Nuova è arrivata una diffida che invita le sale a rinunciare alla programmazione.
I motivi si leggono nella raccomandata: il film conterrebbe “immagini, affermazioni, frasi, scene, ricostruzioni, gravemente diffamatorie del movimento”. Secondo l’addetto stampa della federazione romana di Fn infatti, “il montaggio è elaborato ad arte per screditarci, e il fatto che esca in piena campagna elettorale, rivela intenzioni non proprio limpide”.
Nazirock è uno spaccato del mondo neofascista italiano attraverso la musica, i raduni, gli scontri, il look (l’unica persona coi capelli lunghi che appare nel filmato è Alessandra Mussolini) dei giovani che aderiscono all’estrema destra. “Tra l’altro – prosegue Lazzaro – molte persone stimate dalla destra hanno espresso il loro consenso. Massimo Fini doveva addirittura presentarlo con me a Milano”.
Il colmo, per il regista, è che la diffida lamenti persino l’assenza di un’autorizzazione per le esecuzioni di brani musicali: “Pretendono la liberatoria per un cantante che incita alla violenza. Io sono solo un testimone di quello che questi giovani dicono o cantano”.
Niente film in sala dunque, ma la copia in dvd resisterà. Da oggi sarà in vendita presso le librerie Feltrinelli, film più libro. “Il cinema – afferma Lazzaro – dovrebbe essere uno spazio di libertà, mi dispiace che si preferisca annegare il film nella censura basata sulle minacce”.
(3 aprile 2008)
Purtroppo Nazirock non si potrà vedere al cinema. Sono un po’ abbacchiato. Ma oggi è successa una cosa che mi ha commosso e che ripaga di tutto. Mi ha chiamato Massimo Rendina, il presidente dell’Associazione partigiani, ha 86 anni, sta in ospedale a curarsi il secondo infarto, la voce sofferente, mi ha detto che l’Anpi si assume le spese legali per la difesa del mio film e che lo proietteranno il 25 aprile, a Roma, alla Casa della Storia e della Memoria. Mi son trovato gli occhi umidi.
Sentire un vecchio, che nel suo letto d’ospedale ha ancora ha voglia di battersi, e metterlo a confronto coi tanti che non sono mai disposti a rischiare, niente.
Come forse avete letto, i legali di Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, che si dichiara diffamato dal mio documentario, sono riusciti a spaventare i gestori del Cinema Politecnico Fandango a Roma e dell’Anteo a Milano. La minaccia, esplicita nella diffida inviata dai legali, è quella di chiedere agli esercenti il risarcimento dei danni materiali e morali. Poi c’è una minaccia non dichiarabile, che però viene percepita dagli esercenti: la paura dei danneggiamenti e delle spedizioni punitive.
L’Associazione dei partigiani lancia una doppia sfida: non solo proietta in pubblico il film, nel giorno della Liberazione, ma se ne assume in qualche modo la responsabilità morale e giuridica.
Massimo Rendina ha visto Nazirock. Il film gli è piaciuto. Devo dire, per rispondere alle accuse di Roberto Fiore, che anche un intellettuale apprezzato dalle destre, come Massimo Fini (che lo avrebbe presentato all’anteprima milanese) ne dà un giudizio estremamente positivo: “Molto equilibrato”, mi ha detto, “è un film che ha il coraggio di ascoltare quelli che la pensano in modo diverso”.
Nazirock da oggi si trova in libreria, distribuito da Feltrinelli Real Cinema. Ma solo uscendo nei cinema avrei potuto raggiungere tanti di quei ragazzi che non hanno l’abitudine ai libri. Proprio quelli che possono cadere più facilmente nella trappola dei falsi miti. Per questo Forza Nuova, che ha notevoli disponibilità economiche, decide di esercitare il suo potere d’interdizione. Basato su cosa? Semplicemente su una minaccia. Se poi Forza Nuova perderà la causa, dopo le elezioni, che importa? Avrà ottenuto il suo scopo: tenere lontano dal mio film i suoi potenziali elettori.
Io spero che Roberto Fiore abbia sbagliato i suoi calcoli. Ma penso una cosa: ci vorrebbe più coraggio. In questo caso difendere la libera circolazione di un film significava, molto semplicemente, difendere la propria libertà.
Nel film, al raduno annuale di Forza Nuova, vedi un grande striscione che chiede “PIU’ NAZIFASCISMO”. Alle prossime elezioni Roberto Fiore, il leader di Forza Nuova, corre da solo, ma fino a ieri stava nel cartello delle destre, guidato da Alessandra Mussolini, di cui faceva parte anche Luca Romagnoli, quello che afferma di non avere alcun mezzo per poter affermare o negare l’esistenza delle camere a gas. Fiore adesso corre da solo, ma la Mussolini è in squadra con Berlusconi, e Romagnoli con la Santanchè.
Però di queste cose non si parla. Proprio ieri un collega, che mi aveva fissato un’intervista televisiva, ha chiamato per cancellare l’appuntamento: “Ne parliamo dopo le elezioni”. Stessa telefonata da un conduttore radiofonico, nel nome della par condicio.
Cosa voglia dire par condicio ormai non lo capisce più nessuno. Ufficialmente era nata per tenere sotto controllo, giustamente, lo strapotere televisivo di un leader politico. Poi si è trasformata in una specie di bavaglio buono per tutti gli usi . Che adesso vuol soffocare anche il cinema: “Non si può parlare di un documentario che fa vedere i fascisti in azione e che mostra il loro sdoganamento politico, se non possiamo far vedere contemporaneamente un documentario in cui si mostra che i fascisti non sono poi così fascisti e che nessuno si sognerebbe mai di portare al governo quelli che negano l’esistenza delle camere a gas”.
Sto scherzando? Mica tanto. Tra fair play veltroniano, par condicio, censure e autocensure, qui andiamo a votare senza sapere chi stiamo votando. Vi pare bello?
Claudio Lazzaro
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