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LUDWIG, FURLAN ESCE DAL CARCERE
VENEZIA – Il veronese Marco Furlan, 48 anni, che in coppia con Wolfgang Abel aveva dato vita alla formazione neonazista ‘Ludwig’, è stato affidato in prova ai servizi sociali dal tribunale di sorveglianza di Milano. Con la sigla ‘Ludwig’ erano stati rivendicati, tra il 1977 e il 1984, 15 omicidi: tra le vittime barboni, preti, prostitute, omosessuali. Condannato a 27 anni di carcere Furlan, attraverso il suo legale, l’avvocato milanese Corrado Limentani, aveva chiesto la semilibertà, cioé di poter lasciare il carcere di giorno per tornarvi la notte e nei fine settimana. Il pronunciamento dell’organismo giudiziario – scrivono alcuni quotidiani – ha anticipato di un anno la scarcerazione, superando anche le più rosee aspettative della difesa. Furlan dovrà rispettare comunque una serie di obblighi. Tenendo conto dei quattro anni di carcerazione preventiva, di tre indulti e della buona condotta, il veronese sarebbe uscito l’anno prossimo, scontati 19 anni. Wolfgang Abel – ritenuto dalla perizia psichiatrica l’elemento trascinatore – e Marco Furlan, secondo quanto emerso dalle indagini agivano in coppia.
La concessione dell’affidamento ai servizi sociali a Marco Furlan è stata fatta dal tribunale di sorveglianza di Milano oltre che per il venir meno della pericolosità sociale, anche perché dal momento che il fine pena per il detenuto è nel gennaio del 2009, non c’erano i tempi tecnici per la concessione della semilibertà che, di norma, è un passaggio per ottenere l’ affidamento. Lo ha spiegato il legale di Furlan, Corrado Limentani. Furlan lavorerà in una società di informatica e non potrà uscire la notte. Furlan fu arrestato con Abel il 4 marzo dell’84 dopo aver cercato di dar fuoco alla discoteca ‘Melamara’ di Castiglione delle Stiviere (Mantova). Uscito dal carcere per scadenza dei termini nell’88, fuggì dalla dimora obbligata e fu nuovamente arrestato il 7 maggio del ‘95. In precedenza i giudici di sorveglianza avevano sempre respinto la concessione di qualsiasi beneficio.
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Caso Ludwig: Marco Furlan, 15 omicidi
fra il 1977 e il 1984, affidato ai servizi sociali
Marco Furlan e Wolfgang Abel
VENEZIA (23 aprile) – Il veronese Marco Furlan, 48 anni, membro insieme a Wolfgang Abel della formazione neonazista Ludwig, che tra il 1977 e il 1984 ha rivendicato 15 omicidi, è stato affidato in prova ai servizi sociali dal tribunale di sorveglianza di Milano. Condannato dalla Corte d’Appello di Venezia, presieduta da Nicola Lercario, il 10 aprile del ‘90, a 27 anni di carcere Furlan, attraverso il suo legale, l’avvocato milanese Corrado Limentani, aveva chiesto di poter lasciare il carcere di giorno per tornarvi la notte e nei fine settimana.
L’organismo giudiziario ha però deciso di non concedere la semilibertà, ma piuttosto di anticipare la scarcerazione. Il serial killer, che sarebbe dovuto uscire dal carcere a inizio 2009, dovrà rispettare comunque una serie di obblighi. Tra questi Furlan dovrà lavorare in una società di informatica e non potrà uscire la notte.
Ludwig. Formazione neonazista responsabile di 15 omicidi, le cui vittime sono nella maggior parte dei casi barboni, preti, prostitute e omosessuali. Il primo omicidio compiuto da Furlan e Wolfgang Abel risale al 25 agosto 1977 quando il barbone Guerrino Spinello venne bruciato nella sua Fiat 126 a Verona. Il 17 dicembre 1978, venne ucciso il cameriere Luciano Stefanato, omosessuale, a Padova. Quasi un anno dopo, il 12 dicembre 1979 venne ucciso con una trentina di coltellate il tossicodipendente Claudio Costa a Venezia. La coppia di assassini seriali uccise poi nel 1980 l’ex prostituta Alice Maria Baretta a Vicenza a colpi di ascia e di martello.
Il 25 novembre dello stesso anno i due rivendicarono per la prima volta questi delitti col nome di Ludwig, inviando una lettera a Il Gazzettino. Il 25 maggio 1981 diedero alle fiamme la Torretta di Porta San Giorgio, ricovero per sbandati e senza casa. Nell’incendio morì il diciassettenne ospite Luca Martinotti. Il 20 luglio 1982 uccisero a martellate i frati Gabriele Pigato e Giuseppe Lovato, a Vicenza. Il 26 febbraio 1983 uccisero a Trento il sacerdote don Armando Bison, che venne trovato con un punteruolo sormontato da un crocifisso. Il 14 maggio 1983 diedero fuoco al cinema a luci rosse Eros di Milano, dove morirono sei persone e trentadue rimasero ferite. L’8 gennaio 1984 appiccarono un incendio alla discoteca Liverpool di Monaco; nel rogo morì una persona e altre sette rimasero ferite. Il 4 marzo 1984 i due si recarono alla discoteca Melamara di Castiglione delle Stiviere in provincia di Mantova, dove si trovavano quattrocento ragazzi, la maggior parte dei quali mascherati per la festa di carnevale. Introdussero nel locale due taniche di benzina ma vennero notati da un addetto alla sicurezza mentre versavano la benzina sulla moquette e consegnati alla polizia.
Da quel momento ebbe inizio la trafila giudiziaria che il 10 febbraio 1987 portò alla condanna di entrambi a trent’anni di carcere, mentre il pubblico ministero aveva chiesto per entrambi l’ergastolo; a entrambi inoltre venne riconosciuto un vizio parziale di mente. Il 15 giugno 1988 la Corte d’Assise d’Appello di Venezia rimise in libertà entrambi per decorrenza dei tempi di carcerazione e ordinò a Furlan il soggiorno obbligato in un paese in provincia di Padova. Furlan nel frattempo fuggì; fu catturato solo nel maggio del 1995 a Creta sotto falso nome e venne riportato in Italia; intanto l’11 febbraio 1991 la Corte di Cassazione lo aveva condannato a 27 anni di carcere in contumacia; nella stessa occasione anche Abel fu condannato a 27 anni.
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