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Migliarino, mobilitazione antifa in occasione del raduno dei reduci della XMas
Il 19 marzo a Migliarino, paese di circa 5.000 abitanti della bassa ferrarese, nostalgici e simpatizzanti del fascismo: reduci della Decima flottiglia Mas e “nuovi” fascisti per il settimo anno consecutivo si raduneranno nel paese.
Dapprima questo triste spettacolo era stato camuffato, neppure troppo bene, come commemorazione dei caduti della repubblica di Salò , infatti il programma prevede solitamente una messa celebrata in una chiesetta, la deposizione di una corona floreale ai piedi del monumento ai caduti della I° guerra mondiale (che si trova di fianco alla locale stazione dei carabinieri) e la visita in cimitero alla tomba di quattro loro caduti (nella battaglia del ponte della bastia).
Non staremo qui a sindacare sul diritto o meno di “onorare” i “propri” morti, come da più voci rivendicato (anche a sinistra), tanto ci sembra stupida e priva di senso questa usanza, sta di fatto, comunque, che questo motivo è servito da preteso per una sorta di appuntamento tradizionale che peggiora di anno in anno: un vero e proprio raduno di neofascisti e nazi-boneheads!
Non si tratta tanto di quattro vecchi fascisti, anche perché ogni anno fortunatamente ne crepa almeno uno ( a proposito, è morto il bastardo reduce della x-mas che abitava a Migliarino), il problema piuttosto è che parallelamente alla diminuzione per cause naturali di questi vecchi assassini ogni anno ha visto l’aumento di fascisti più giovani, per lo più aderenti a “forza nuova (merda vecchia)” e gruppi affini.
Quindi non si ha a che fare solo con chi sta per divenire cibo per vermi ma con un sottobosco organizzato che non esita ad usare il ricorso a tirapugni e manganelli.
Questa è l’immondizia che ogni anno si riversa sulle strade di Migliarino.
Tra reduci e rasati segnaliamo inoltre la presenza dei militari della folgore, evidentemente memori delle radici fasciste del loro battaglione (come per il battaglione San Marco, per intenderci!).
L’anno scorso, all’atto della deposizione della corona, i porci si sono esibiti nel meglio del loro repertorio: saluti romani, cori, bandiere e simboli del ventennio, provocazioni e quant’altro potete immaginarvi, fino ad arrivare al contatto con un gruppo isolato di compagni, il tutto protetti e scortati dal numero spropositato di pulotti (che forse si sentivano in famiglia) intervenuti in tal numero da blindare il paese e le vie di accesso principali.
Per ben sei anni sono state fatte assicurazioni sul “corretto” svolgersi della parata nostalgica, per intenderci niente apologia di fascismo ma ogni anno abbiamo visto come queste bugie siano servite più che altro per far restare a casa quegli antifascisti che ingenui credono ancora alle stronzate istituzionali. L’anno scorso si arrivò ad affermare che la manifestazione era stata vietata, invece i fasci, giunti da Bologna, Modena, Ravenna, Rovigo, Parma e Forlì, in una sessantina, arrivarono in macchina e fecero quel che vollero, mentre i controllati e fotografati eravamo noi (un centinaio).
L’anno prima i pulotti della digos vollero vietare un corteo di protesta con il risultato che sfilammo comunque; da allora non abbiamo più chiesto il permesso a nessuno.
Cosa possiamo fare per far si che questo settimo anno sia anche l’ultimo?
Innanzi tutto non credere alle notizie”ufficiali” o “ufficiose” delle autorità, sappiamo da quali ideali siamo mossi prefetto e questore da cui dipendono le decisioni per ogni manifestazione politica e non sono affatto dissimili da quelli che animano i camerati in camicia nera.
Non confidare su organi quali ANPI o Rifondazione comunista, almeno per quanto concerne l’azione diretta e la difesa fisica da potenziali attacchi fascisti o polizieschi.
L’anno scorso la deposizione della corona fu fatta il 20 marzo, l’anno prima il 22 sempre di marzo e sempre di sabato e anche i precedenti anni ci si aggirava su quelle date, forse perché il 23 marzo è l’anniversario della fondazione dei fasci di combattimento e al sabato in paese c’è il mercato.
Pare comunque che il 19 sia stato scelto dai fasci anche perché dovrebbe esserci una manifestazione nazionale contro la guerra in Iraq: invitiamo nel caso i compagni a non andarci e ad aderire invece SENZA RISERVE al presidio antifascista di Migliarino.
Anche quest’anno manifesteremo il nostro dissenso, anche il più rude, senza patteggiare il diritto di farlo con nessuno, scegliendo come interlocutori non gli uomini di stato o di partito a cui non crediamo e che ci ispirano solamente disprezzo, ma i singoli individui, gli abitanti del territorio, i militani, convinti che l’antifascismo non sia quel simulacro di se stesso rispolverato solamente nelle scadenze ufficiali ma rappresenti invece una disposizione che ci dovrebbe accompagnare ogni giorno.
Quello che spaventa di più non è né la spavalderia dei fasci, né la faziosità degli sbirri – del resto non abbiamo mai pensato ad attitudini antifasciste di polizia ed istituzioni – quello che inquieta è che tutto ciò possa passare sotto silenzio, o peggio, che si possano sottovalutare questi episodi.
Negli anni passati gli abitanti di Migliarino intervenuti al presidio di protesta furono pochissimi, preferirono continuare a fare le loro stupide compere al mercato, come nulla fosse.
Questo è il vero pericolo ed indica quanto ancora il tessuto sociale sia intriso di ignoranza, superficialità, noncuranza per gli accadimenti della propria vita, quando non sta ad indicare un pizzico di nostalgia verso certi periodi della storia.
Quest’anno se vogliamo cercare di raggiungere un risultato e cioè la fine di queste parate è indispensabile darci realmente da fare: l’informazione è basilare e deve girare il più possibile, i compagni devono esserne messi al corrente al più presto; contattare e coinvolgere il maggior numero di persone possibile, sia sul territorio provinciale che non!
In attesa di informazioni più dettagliate possiamo e dobbiamo cominciare a muoverci affinché la merda fascista termini di lordare Migliarino.
SABATO 5 MARZO 2005 ORE 17:30:
ASSEMBLEA ANTIFASCISTA per discutere
la mobilitazione per sabato 19 marzo a Migliarino
allo SPAZIO OCCUPATO DAZDRAMIR,
viale Alfonso I d’Este n°13, FERRARA
(dietro il montagnone, zona san Giorgio)
alicezzz@hotmail.com
CHI E’ LA DECIMA MAS:
La decima flottiglia mas (motoscafo anti sommergibile) nacque all’inizio della seconda guerra mondiale, il suo nome deriva dalla decima legione romana, la preferita di Giulio Cesare.
Operante con il motto”Per l’onore!”.
E rifacendosi agli stilemi Dio, Patria, Famiglia.
La xmas fu il primo reparto italiano che dopo l’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre’43 decise volontariamente di continuare l’alleanza con la germania nazista.
Il comandante della decima mas era il principe Junio Valerio Borghese, poi aderente al M.S.I. nel dopoguerra (sino a diventare presidente onorario nel ’51), fondatore del gruppo neofascista “Fronte Nazionale” nel ’68 e protagonista, la notte del 7 dicembre’70, di un tentato golpe militare.
La xmas, pur essendo un’unità di marina, svolse prevalentemente azioni su terra, in particolare rastrellamenti di partigiani ed elementi antifascisti, azioni spesso culminanti in torture, deportazioni e uccisione degli arrestati, il tutto in stretta collaborazione con la soldataglia tedesca.
Diversi gli atti di violenza addebitati alla decima, tra questi quello di Valmozzola (Pr) con l’esecuzione di 8 partigiani catturati; di Crocetta del Montello (Tv) con sei partigiani uccisi ed altri seviziati (denunciati, frustati e cosparsi di benzina per la “prova del fuoco”); di Castelletto Ticino (Pv) con cinque ostaggi uccisi; di Borgo Ticino (No) con dodici ostaggi uccisi: più una serie di saccheggi ai danni della popolazione.
A quanto pare per la loro spavalderia ferocia preoccupava addirittura i dirigenti della R.S.I. (Repubblica Sociale Italiana) se in un “appunto per il Duce” scritto dal prefetto di Milano si può leggere: “Furti, rapine, provocazioni gravi, fermi, perquisizioni, contegni scorretti rappresentano quasi la caratteristica speciale di questi militari”.
Certo, noi toglieremo il “quasi”!
Nel dopoguerra, borghese, pur essendo stato il comandante di una delle formazioni più esagitate del fascismo e pur continuando ad andar fiero della sua scelta di collaborare con i nazisti, si vide infliggere appena tre anni di carcere dalla giustizia borghese mentre alcuni antifascisti continuavano a marcire nelle patrie galere, cosicché uscito poté ben presto riprendere la sua attività di porco fascista a cui abbiamo accennato.