Care/i compagne/i, vi invio una serie di articoli di giornale che parlano delle presenza fascista nelle lotte studentesche. Penso sia importante segnalare e affrontare questa questione perché pare che pochi/e fra gli studenti si stiano rendendo conto dell'ampiezza del fenomeno.
Ma che fine ha fatto l'antifascismo nelle scuole?
***
Repubblica
[...] Forza Nuova partecipa ad occupazione liceo Malpighi di Roma I militanti di Lotta Studentesca, movimento giovanile vicino a Forza Nuova, uniti ad altre centinaia di studenti, hanno occupato il liceo scientifico Malpighi di Roma per protestare contro il decreto Gelmini "che sta assestando il colpo ferale al sistema scolastico italiano". [...]
Il Giornale
«Protesteremo con la sinistra»
di Redazione
Lotta studentesca, l'associazione legata a Forza Nuova, sarà accanto al movimento studentesco a Bergamo per manifestare contro la riforma Gelmini.
Lotta Studentesca «sarà in prima linea per combattere insieme agli studenti di sinistra per il futuro di noi giovani. Difenderemo con le unghie e con i denti la natura pubblica della scuola».
Repubblica - Multimedia
Manifesti fascisti all'Università cattolica
Il Giornale
Piove, lezioni in piazza per pochi contestatori Assemblee anche a destra:
«Gelmini? Peggio i baroni»
di Redazione
Gli studenti di destra di Azione universitaria debuttano in assemblea. La prima indetta da loro in Statale. Stavolta non possono tacere, in gioco c'è la loro università. E così contestano le modalità della protesta che non fa «che tutelare gli interessi dei baroni dell¹università». E chiedono una riforma reale, con gruppi di vigilanza per controllare i bilanci degli atenei. Nel frattempo continuano le lezioni in piazza della sinistra, senza bagni di folla. Nei licei è cominciata la settimana delle occupazioni e delle autogestioni
Repubblica
Tra le migliaia di liceali a Roma gruppi di opposti movimenti giovanili:
niente simboli
Tensione per qualche urlo "Duce, duce", la coda si divide ma poi tutti arrivano al Senato Kefiah e teste rasate, nel corteo destra e sinistra sfilano insieme di VALERIA TEODONIO ROMA - Kefiah e teste rasate. Stelle rosse e magliette nere. I ragazzi del Blocco Studentesco, vicini alla destra radicale, sfilano con i giovani delle organizzazioni studentesche di sinistra. Insieme bloccano le strade del centro di Roma, da Piazza della Repubblica fino a piazza Navona: in tutto migliaia di giovani delle scuole superiori. Secondo gli organizzatori addirittura 20mila ragazzi. Tensioni? Sì, e anche qualche spintone dopo che da qualche militante parte qualche "Duce, duce". Il corteo che si divide ma alla fine al Senato arrivano tutti insieme.
E si dicono tutti d'accordo: "E' una manifestazione apartitica e apolitica - dicono - senza firme né bandiere. Siamo uniti contro la riforma Gelmini".
Eppure qualche firma c'è. I ragazzi di destra indossano felpe nere con la scritta: "Blocco Studentesco". Sulle magliette di qualcun altro si leggono slogan in difesa dei centri sociali di destra, come "Casapound non si tocca". Tanto che a piazza Venezia una parte del corteo, formata da ragazzi in prevalenza di sinistra, vicina all'Unione degli Studenti, decide di staccarsi e di non proseguire "per prendere le distanze da eventuali strumentalizzazioni".
In testa al corteo molti ragazzi di destra, che si occupano del servizio d'ordine. Ma gli organizzatori della protesta sono gli studenti del IV Municipio, che hanno ottenuto dalla Questura l'autorizzazione al corteo.
Insieme cantano e saltano, con le note di Rino Gaetano che fanno da sottofondo. "No alla riforma, gioventù al potere", si legge sugli striscioni che aprono la manifestazione. "Ministro, il 5 in condotta te lo diamo noi".
Oppure: "Studenti, si sta come d'autunno sugli alberi le foglie".
Immancabili gli slogan - irripetibili - contro il ministro Gelmini. Ma anche i canti scanditi come cori da stadio: "Con questa riforma a scuola non si torna".
A preoccupare gli studenti soprattutto i tagli. "Salvano Alitalia e salvano le banche - dice Alessio, 16 anni, liceo Orazio - ma tagliano la scuola. E' questo che vogliono fare? Distruggere il nostro futuro?". "Vogliono trasformare le università in fondazioni private - dice Michele, 17 anni, liceo Nomentano - noi non ci stiamo. L'università deve essere garantita a tutti". Il corteo prosegue fino a palazzo Madama, scortato dalla polizia:
arrivati davanti al Senato i ragazzi chiedono di far salire una delegazione di studenti per aprire una trattativa. Richiesta negata. Così la protesta continua. Ma non siete stanchi di manifestare? "Lotteremo fino a quando il decreto non verrà ritirato - rispondono - andiamo avanti a oltranza". Ancora insieme? Qualche dubbio sorge. Ma per oggi tutto è sembrato confuso nell'"Onda".
(27 ottobre 2008)
Il Giornale
Scuola, pestaggi nelle aule a Napoli e Roma di Emanuela Fontana Roma - Botte in aula: pugni, calci e sediate. Quel che è avvenuto ieri all¹università Federico II di Napoli è di fatto il primo scontro fisico della contestazione universitaria contro la legge 133. Un evento preoccupante anche per le forze di polizia, perché è stata una rissa politica: in quell¹aula c¹erano ragazzi di sinistra, di estrema destra, studenti di Azione universitaria (vicina ad An), giovani non politicizzati.
È proprio Au a riferire che tre giovani «che non c¹entravano niente» sono rimasti feriti, e anche la polizia parla di alcuni ragazzi contusi al termine di uno scontro avvenuto all¹interno della facoltà di Giurisprudenza, nel cuore dell¹università. È la prima volta che accade in queste settimane di proteste, e gli inquirenti ne hanno preso atto.
Sembrano segnali, sintomi, di una contrapposizione che cresce. Anche all¹università romana ieri è scoppiato un tafferuglio: la Digos è intervenuta alla Sapienza, nel piazzale della cittadella, accanto al bar dell¹ingresso principale. Qui alcuni attivisti di Azione universitaria avevano montato un banchetto. Sono passati alcuni ragazzi dei Collettivi studenteschi. Insulti, qualche spinta, poi l¹identificazione dei presenti da parte della Digos, che in questi giorni tiene sotto controllo l¹ateneo più grande d¹Italia, un¹università dove il conflitto sembra montare giorno dopo giorno in vista delle elezioni che si svolgeranno fra poco più di due settimane, con il rinnovo delle rappresentanze studentesche.
All¹università Roma Tre, durante un¹assemblea, a un professore è stato impedito di parlare e il rettore ha annullato la convocazione del consiglio studentesco. Infine, all¹università Tor Vergata, il coordinamento Generazione protagonista denuncia che «un centinaio di studenti» hanno «disturbato le lezioni con calci e pugni alle vetrate».
Lo scontro di Napoli è avvenuto nell¹aula 27 di Giurisprudenza, dove si stava tenendo una lezione di diritto costituzionale del professor Massimo Villone, ex senatore Ds. Secondo la ricostruzione della polizia, una cinquantina di studenti di Lettere, con altri studenti esterni, provenienti dall¹Università orientale, sono arrivati all¹improvviso e hanno chiesto l¹indizione di un¹assemblea. Il professor Villone ha interrotto la lezione e ha concesso l¹avvio del dibattito. Studenti di Azione universitaria e di estrema destra hanno protestato. I Collettivi di sinistra hanno concesso a un solo studente di destra di parlare. A quel punto è scoppiata una rissa in classe con pugni e calci. In aula c¹erano circa 200 studenti. Gli attivisti di sinistra parlano di «provocazione» da parte degli studenti di destra e denunciano la presenza di «5-6 picchiatori». «Dopo questi scontri - racconta invece al Giornale Giancarlo Argo, di Azione universitaria di Napoli - i ragazzi dei Collettivi hanno organizzato un cordone fuori dall¹università e inneggiavano alla morte contro chi la pensa diversamente da loro». Secondo Azione universitaria sarebbe partita addirittura una «caccia allo studente di destra» con «mazze e catene». Sempre ieri mattina, gli studenti anti Gelmini hanno occupato il rettorato.
«La situazione avrebbe potuto degenerare» anche alla Sapienza, racconta invece uno studente di Roma Tre, Andrea Volpi, rappresentante di Azione universitaria. Secondo l'associazione vicina ad An le provocazioni sarebbero partite dai ragazzi dei Collettivi: «Fascisti!», l¹accusa ripetuta più volte. A Roma Tre il professore messo a tacere è il titolare della cattedra di diritto penale Mario Trapani, non allineato alla protesta. «Lei qui non può parlare», avrebbero detto alcuni studenti durante l'assemblea organizzata dai Collettivi di sinistra. Il consiglio studentesco invece non si è riunito su decisione del rettore Guido Fabiani: secondo Azione universitaria «per impedire che il consiglio votasse la sua contrarietà alle occupazioni».
AGI
IN PIAZZA STUDENTI DI DESTRA E SINISTRA
(AGI) - Roma, 27 ott. - Ancora proteste degli studenti in tutta Italia contro la riforma Gelmini. Novita' e' l'irruzione nel panorama delle manifestazioni dei giovani di destra. A Roma le occupazioni, chiamate di "controtendenza", interessano l"Avogadro" e il "Matteucci" e da oggi anche l' "ITC Carlo Levi". Sciopero al liceo "Seneca". "Queste proteste - spiega Azione Studentesca - sono la dimostrazione di come noi studenti non vogliamo farci strumentalizzare da chi in questi giorni organizza manifestazioni per difendere gli interessi di sindacati e professori, ma sappiamo capire quali sono i nostri diritti e come difenderli". I giovani di destra sono scesi anche in piazza come hanno fatto questa mattina unendosi a Roma a una manifestazione organizzata dagli studenti di sinistra. Spaccatura quasi inevitabile e cosi' il corteo si e' spezzato in due parti: quella del Blocco di destra che inneggiava al Duce e quella dei giovani di sinistra che si manteneva distante dalla prima per evitare commistioni. All'Universita La Sapienza di Roma oggi solo assemblee. Nel pomeriggio gli studenti decideranno se organizzare un sit-in al senato. Sicuramente ci saranno i Cobas che hanno gia' annunciato per le 18 di domani un presidio davanti a Palazzo Madama dove e' in discussione il provvedimento del ministro Gelmini.
(AGI)
Repubblica - Multimedia
Video: Rossi e neri ancora insieme
Da
Indymedia Napoli
Controinformazione sulle falsità scritte su repubblica
Autore:
architettura pre-occupata
da repubblica online:
"Ieri non è stato questo l´unico momento di tensione. Mezz´ora prima la rissa si era sfiorata ad Architettura. A parti inverse: era in corso un´assemblea di studenti vicini alla destra, e i ragazzi dell´Orientale hanno tentato di prendere la parola. Lo scontro fisico è stato evitato solo grazie al discreto intervento degli agenti della Digos."
gli studenti di architettura denunciano la falsità dei fatti sopra citati:
l'assemblea tenutasi ieri 27 ottobre nella facoltà di architettura ha dato luogo poi, ad un corteo pacifico, diretto a p.zza s.domenico per incontrare gli altri studenti, muovendosi in direzione del rettorato. Nella facoltà di Architettura non c'è stata nessuna assemblea organizzata da collettivi di destra, non "si è sfiorata" nessuna rissa e di conseguenza non c'è stato alcun intervento da parte degli agenti della DIGOS.
Queste affermazioni hanno l'unico scopo di destabilizzare il movimento e manovrare l'opinione dei lettori al fine di spostare l'attenzione su fatti(non accaduti) di secondo piano che esulano dai contenuti e dalle ragioni della nostra protesta.
Ribadiamo che il nostro è un movimento pacifico, contrario a qualsiasi logica di violenza.
architettura pre-occupata
Fonte Liberazione da
Indymedia Lombardia
autore:
da liberazione
«Io il corteo coi fascisti non lo faccio. Con quelli che gridano Duce, Duce non ho nulla da spartire», urla Mara, stella rossa sul cappello, del liceo Virgilio di Roma. «Ma che c'entra fascisti o non fascisti - fa eco Marco del Liceo Nomentano - qui si tratta di bloccare sta legge di merda».
Erano tanti, tantissimi gli studenti medi che ieri mattina hanno invaso il centro di Roma. Un corteo con un unico grande slogan: "non vogliamo la legge Gelmini". Un corteo vivo, certo, ma pieno di contraddizioni. A cominciare dal fatto che in testa a quelle migliaia di ragazzi c'erano le magliette nere con la folgore al petto di Blocco Studentesco, l'organizzazione che fino a qualche mese fa faceva riferimento a Fiamma Tricolore ed i cui valori sono noti e chiari a tutti: "Giovinezza al potere! Siamo il Blocco Studentesco, state tutti bene in guardia!". Fascisti? Loro dicono di no. «Ma certo che sono fascisti - dice ancora Mara - ma non hai visto come vanno in giro? Sono fascisti e violenti».
Ma come è potuto accadere che un manipolo di ragazzi di Casapound, il centro sociale dell'estrema destra romana, si sia ritrovato a guidare un corteo anti-Gelmini composto per la gran parte da studenti di sinistra?
«Il problema - spiega Alberto, rappresentate del liceo Aristofane - è che quelli di Blocco Studentesco hanno preso la testa del corteo e se ne sono impossessati».
Insomma, la manifestazione anti-Gelmini di ieri ha segnato uno spartiacque fondamentale nella storia, seppur breve, di questo movimento studentesco. Gli studenti hanno infatti capito che il rischio è quello di diventare ostaggi politici della destra estrema abile, abilissima a mettere il cappello politico all'iniziativa di ieri.
«L'accordo era chiaro - spiega ancora Andrea del Nomentano - loro avrebbero dovuto occuparsi del servizio d'ordine per il semplice fatto che sono grossi». «No, non è vero - interrompe di nuovo Alberto - nessuno aveva autorizzato nulla. Anzi, molti ignoravano la presenza di Blocco al corteo, altrimenti non sarebbero venuti. Anzi, mi ci metto anch'io: non saremmo venuti».
Eppure, in mezzo a tanto dissenso nei confronti della destra estrema presente ieri al corteo, ci sono tanti ragazzi, ragazzi di sinistra, che rivendicano l'azione comune con Blocco Studentesco. «Questo è un movimento aperto a tutti: apartitico e apolitico», assicura Amir, sempre del Nomentano. Amir, di origine Etiope è circondato dalle magliette di Blocco Studentesco. Di qui la domanda: «Amir, sei di destra anche tu?». Risposta: «Ma che non mi vedi? Io so' negro. Certo che sono di sinistra». Ma allora perchè sfili con quelli di Blocco? Altra risposta: «Io sfilo con tutti quelli che sono contro il decreto Gelmini». Ma forse, la contrarietà al decreto Gelmini accomuna, ma l'idea di come dovrebbe essere la scuola, un po' meno. «Certo, certo, questi vogliono la scuola dell'ordine, la scuola dell'italianità: chiusa e nostalgica - riprende ancora Alberto - Pensate solo alla storia del testo unico che quelli di Blocco propongono. Loro dicono che serve a far spendere meno soldi alle famiglie italiane, ma in realtà è un modo per revisionare i testi di soria. Revisionarli sui "meriti" del ventennio, s'intende».
E loro? I militanti neri di Blocco Studentesco cosa pensano di quanto accaduto ieri? «Noi - spiega un ragazzino dalla faccia pulita con indosso una maglietta con una scritta inequivocabile: "Non si fermerà la Marcia" - siamo qui contro il decreto della Gelmini. La scuola che vogliamo? E' quella della Giovinezza al potere». Non solo, gli autarchici militanti di Blocco immaginano anche fonti di energie alternative in grado di generare elettricità nei singoli istituti scolastici: «In questo modo - spiegano - non saremo più soggetti a servitù energetiche dell'Est Europa».
Per quanto riguarda l'azione di ieri, perchè di questo si è trattato, di un'azione premeditata di scippo politico di un corteo - quelli di Blocco sostengono sereni che sì, è vero, «guidavamo la testa di un corteo pieno di ragazzi di sinistra, ma è quello che ci è stato chiesto».
Alla fine del corteo l'immagine era però chiara. Da un lato loro, le magliette nere di Blocco Studentesco, e dall'altra, distanzati di molti metri, gli studenti di sinistra. «Non vogliamo avere nulla a che fare con i fascisti», ripete a chiunque si avvicini Mara. Nessun corteo bipartisan dunque come molte agenzie di stampa e molti siti web si sono affrettati a scrivere. Alla fine il trucco è stato infatti svelato e i due cortei hanno proseguito a ranghi separati. E' dall'inizio di questa mobilitazione studentesca che la destra estrema cerca di infiltrarsi nel movimento. Anche Forza Nuova manda messaggi inequivocabili: «Fronte comune contro il decreto Gelmini».
Una risposta a questi inviti arriva dai ragazzi del Tasso occupato, storico liceo romano che ha partecipato al corteo di oggi: «Prendiamo le distanze dai movimenti dichiaratamente di estrema destra». E su quanto accaduto ieri? «Blocco Studentesco ha forzato la testa del corteo formando dei cordoni per impedire in modo arrogante agli altri di oltrepassare il loro striscione. Onde evitare fraintendimenti da parte dell'informazione pubblica, vogliamo sottolineare il fatto che la manifestazione di ieri non è stata promossa e guidata da Blocco Studentesco, bensì da esso strumentalizzata e monopolizzata».
Ancora più esplicito il comunicato che arriva da Rifondazione Comunista che condanna senza appello «i tentativi di infiltrazione di gruppi neofascisti facenti capo al Blocco Studentesco all'interno del movimento degli studenti».
Manifestazioni, cortei e occupazioni si moltiplicano intanto in tutta italia. Gli studenti napoletani hanno organizzato due cortei, uno dei quali a Ponticelli. Iniziative di protesta contro la legge 133 si sono svolti anche a Palermo e Milano. Solidarietà all'Onda arriva anche d'oltreoceano, da Città Messico, dove lo scrittore Paco Ignazio Taibo II si schiera al fianco degli studenti: «La rivolta contro i tagli alla scuola non è solo italiana: c'è un progetto neoliberista micidiale per privatizzare l'educazione su scala planetaria».
news
r_nazionale