pubblicato il 25.01.09
Vaticano Bufera su Williamson, che nega l'Olocausto. «Sono posizioni personali» ·
VATICANO Bufera su Williamson, che nega l'Olocausto. «Sono posizioni personali»
Lefebvre, fine di uno scisma
Benedetto XVI revoca la scomunica ai quattro vescovi «tradizionalisti»
Paola Bonatelli
Che Benedetto XVI avesse un occhio di riguardo per i lefebvriani si sapeva da un pezzo. Oltre alle sue amicizie personali, parla per lui il "Motu proprio Summorum Pontificum" promulgato il 7 luglio 2007, in cui il rito romano antico, cioè la messa in latino pre-Concilio Vaticano II, viene riammesso ufficialmente nella liturgia corrente. Ma la revoca della scomunica di quattro vescovi illegittimamente ordinati nel 1988 dallo stesso Lefebvre (sospeso a divinis nel 1976 da Paolo VI, poi scomunicato da Giovanni Paolo II), di cui ieri è stata data notizia in un comunicato del Vaticano, se da una parte arriva come una doccia gelata sulle aspettative e le speranze dei cattolici progressisti, in primis quelli d'Oltralpe, i francesi, già decimati nel corso del 2008 dalle nomine di prelati tradizionalisti ad opera di papa Ratzinger, dall'altra legittima l'esistenza delle organizzazioni integraliste cattoliche, in Italia (ma non solo) spesso colluse con formazioni della destra radicale e, al nord, con la Lega.
Il decreto della Congregazione per i vescovi, che è stato firmato il 21 gennaio scorso, riguarda quattro prelati, Bernard Fellay, superiore dei lefebvriani della "Fraternità di San Pio X", Alfonso de Gallareta, Tissier de Mallerais e Richard Williamson. Del quartetto, l'ultimo, il britannico Williamson, ex pastore anglicano convertito all'ultracattolicesimo, è sicuramente la figura più discussa. Nel novembre scorso, durante una trasmissione della Tv svedese messa in onda solo qualche giorno fa, il vescovo non si vergognò di palesare apertamente il suo pensiero negazionista sull'Olocausto. Dichiarò che, secondo lui, non ci furono camere a gas e che gli ebrei sterminati dai nazisti furono al massimo 300mila, scatenando reazioni a catena tra le comunità ebraiche. Il Crif (Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia), che forma i magistrati nella lotta all'antisemitismo, ha definito il vescovo «uno spregevole bugiardo il cui solo obiettivo è quello di far rivivere l'odio secolare contro gli ebrei». In Germania, dove negare l'Olocausto è reato, Williamson potrebbe incorrere in una condanna. Pare infatti che il Zentralrat der Juden in Deutschland, la principale organizzazione ebraica tedesca, abbia denunciato Williamson alla polizia. Del resto l'ex pastore non è nuovo a tali dichiarazioni. Nel 1989, in un discorso tenuto nel Quebec, affermò: «Neppure un ebreo è stato ucciso nelle camere a gas. Sono tutte menzogne, menzogne, menzogne. Gli ebrei hanno creato l'Olocausto in modo che ci inginocchiassimo di fronte a loro e approvassimo lo stato di Israele. Gli ebrei hanno fabbricato l'Olocausto, i protestanti prendono ordini dal diavolo, e il Vaticano ha venduto la propria anima al liberalismo».
Non a caso il rabbino di Roma, appresa la notizia della riabilitazione, ha detto che questo «aprirà una ferita profonda». Così, mentre Bernard Fellay, un altro dei vescovi reintegrati, definisce la polemica sulle dichiarazioni di Williamson un «tentativo vile di distorcere e diffamare l'attività della nostra Società», e se la prende con i giornalisti della tv svedese che fanno domande su questioni storiche e non religiose, il primo politico italico ad esultare è (anche qui non a caso) Federico Bricolo, capogruppo della Lega Nord al Senato: «Si chiude oggi - dice - un doloroso periodo che aveva visto i difensori della tradizione cattolica e del magistero costante e continuo della Chiesa allontanati, esiliati dalla chiesa romana».
Parole che suonano simili a quelle contenute in una lettera della "Fraternità San Pio X" ai fedeli, in cui si riassume quella inviata dallo stesso Fellay al cardinale Dario Castrillon Hoyos lo scorso 15 dicembre: «Noi accettiamo tutti i concili fino al Vaticano II, in merito al quale conserviamo delle riserve». E più avanti: «Abbiamo la convinzione di restare fedeli alla linea di condotta tracciata dal nostro fondatore, mons. Lefebvre, di cui speriamo la pronta riabilitazione». In parole povere, ringraziamo ma restiamo della nostra idea, e cioè che la vera Chiesa è quella pre-conciliare. Del resto, che ci si potrà mai aspettare dal capo di un'organizzazione che nel 1998 compariva tra le «sette d'origine cristiana» in un dossier della Direzione centrale della polizia di prevenzione sulle sette religiose e i nuovi movimenti magici in Italia? Allora si avviò una raccolta di firme in solidarietà coi lefebvriani, a cui diedero appoggio una trentina di parlamentari di Lega, An, Msi, Liga Veneta, Forza Italia e Ccd. Tra gli "intellettuali" Marcello Veneziani, Marcello De Angelis, Mattogno, storico negazionista, Amos Spiazzi, e Pier Angelo Vassallo, ex Ordine Nuovo, poi Forza Nuova. 1988 È l'anno in cui monsignor Lefebvre fu scomunicato dalla Chiesa, dopo aver nominato quattro vescovi. Che furono anch'essi scomunicati. E ieri sono stati reintegrati
manifesto 25/01/2009
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