pubblicato il 3.02.09
"Sanato" casapuond! 600.000 € per lo stabile di via Montenapoleone a Roma ·
"SANATO" CASAPOUND!
600000 € PER LO STABILE DI VIA MONTENAPOLEONE A ROMA!
Operazione da 600.000 euro per acquisire lo stabile occupato dal movimento di destra ed evitare lo sgombero
Interrogazione di Mansutti: «Così la legge non è uguale per tutti»
I militanti di Casapound esultano, l’assessore ai servizi sociali Stefano Galetto chiede «quante volte in Italia sono stati aiutati centri sociali di ben altra natura?» e il capogruppo del Pd, Maurizio Mansutti, presenta un’interrogazione.
L’acquisizione dello stabile ex Enel occupato due anni fa è al centro di un’aspra polemica.
L’esponente del Pd: «Così la legge non è uguale per tutti, creato un pericoloso precedente».
L’operazione costerà 600.000 euro.
Per i militanti politici di Casapound è la notizia che segna un traguardo raggiunto, perché l’occupazione è stata «una soluzione ad un disagio diffuso», che a dire del gruppo nulla ha a che vedere con l’illegalità.
L’operazione messa in campo per l’occasione da Provincia e Comune, secondo il movimento di destra, apre così la strada alla realizzazione «di altri progetti che la precarietà della situazione non ha permesso di realizzare».
E tanto di sostegno all’attività di Casapound arriva anche dall’assessore ai Servizi sociali del Comune Stefano Galetto, che ribadisce come l’acquisto dell’immobile dell’Enel da parte delle due amministrazioni non abbia in sé nulla di scandaloso. «Vogliamo verificare in tutta Italia – commenta – quante volte i rappresentanti delle istituzioni siano andati in soccorsi di centri sociali di ben altra natura? Qui invece non ci sono mai stati problemi legati a disordini o atti di violenza. Non mi sento di condannare l’occupazione di Casapound. Si tratta di ragazzi che hanno svolto attività di sostegno ai bisognosi, impegnati in un’azione a carattere sociale, anche se realizzata attraverso una provocazione come quella dell’occupazione».
Così l’ostacolo dell’invasione illegale di uno stabile privato è aggirato.
L’acquisto consentirà di evitare lo sgombero e darà anche il tempo a Casapound di organizzarsi per meglio definire attività e progetti.
Nel dettaglio, i costi dell’operazione ammontano ad appena 600.000 euro, 400.000 dei quali saranno sostenuti dalla Provincia che concederà poi la proprietà all’amministrazione comunale.
La successiva gestione sarà poi affidata, presumibilmente, ad un bando pubblico rivolto al mondo dell’associazionismo con finalità rigorosamente socio- culturali, assistenziali e di aggregazione.
Ma per Casapound non è escluso che ci sia una corsia preferenziale. «Immagino che si possa aprire un ragionamento con i ragazzi – dice Galetto – E se si definisce una situazione di irregolarità non vedo perché procedere a uno sgombero».
Peccato che Casapound non abbia propriamente le caratteristiche di un’associazione di volontariato e che l’operazione non sia lontana dal rischio di creare un precedente, come sottolinea il capogruppo del Pd Maurizio Mansutti. «D’ora in poi chiunque occupa illegalmente un alloggio rischierà, buon per lui, di farla franca, perché ci penseranno Comune e Provincia».
Sul caso Mansutti presenta un’interrogazione al sindaco e al presidente del consiglio comunale, chiedendo anche con quali fondi il Comune pensa di provvedere all’acquisto. «Le finalità sociali – prosegue Mansutti – sembrano una foglia di fico: ci sono decine di programmi abitativi fermi nei cassetti del Comune che possono, legittimamente, rispondere al bisogno di case. E come mai poi Zaccheo per avviare l’abbattimento della Svar ha preteso la conferenza dei servizi sull’ordine pubblico e per acquisire la palazzina Enel non ha sentito la stessa necessità? E’ stato invece sufficiente un protocollo, come un contratto tra privati. Due pesi e due misure. La legge, noi pensiamo, è certo lenta, ma uguale per tutti».
Il Messaggero
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