pubblicato il 8.03.09
Si spegne la Fiamma di Alleanza Nazionale ·
Si spegne la Fiamma di Alleanza Nazionale fra il disagio e il dolore dei militanti incapaci di pensare un'alternativa
E Attanasio chiuse il gas
Tommy Attanasio e Francesco Amoruso hanno staccato la spina, celebrando il quarto congresso provinciale del partito fondato da Giorgio Almirante nel 1946
di Fortunata Dell'Orzo
Ci vorrebbe Dino Buzzati per raccontare questo dramma. Nella grande sala dell'Hotel amico, sciama il popolo che abita la pancia di Alleanza Nazionale. Si celebra un congresso che assomiglia a un funerale e che del funerale ha i toni, ultimativi e disperati, del non poter tornare indietro.
Il partito di Almirante e Tatarella deve decidere la sua eutanasia politica, storica, antropologica, ideologica. L'illusione propinata a tutti, quasi fosse un placebo per evitare che il condannato si dimeni sentendo la corda al collo, è quella che il patrimonio del partito darà vita e radicamento alla nuova formazione, il Popolo della Libertà, il drone di plastica creato da Berlusconi per prendersi l'anima di Aenne, per poi sputarne le ossa calcinate.
L'aria è mesta: l'inno nazionale viene cantato manco fosse la marcia funebre, una terza sotto con voci cavernose e per nulla entusiaste. Poi un documentario che commuove, su Giorgio Almirante, l'eponimo fondatore, che quasi stizzosamente riuscì a far sopravvivere un partito neofascista nel parlamento democratico e che poi, minato dalla malattia e dall'età, lascò a Gianfranco Fini il compito di portare il vecchio Movimento sociale e la sua fiamma verso Alleanza Nazionale.
Oggi sanno tutti che qualcuno chiuderà il gas sotto quella fiamma, come alle cerimonie finali delle Olimpiadi. E quel qualcuno è proprio Tommy Attanansio, che per il partito regge la provincia di Bari e che inopinatamente (tengo famiglia!!!) non ha seguito la sua amatissima Adriana Poli Bortone, in quel gran rifiuto che, inutile negarlo, ha scompaginato Aenne. Oggi però Adriana è lontana, per Tommy conta solo questo presente, questo matrimonio di convenienza fra Mastro don Gesualdo (aenne) e Bianca di Trabia (forza Italia), la bella e spiantata nobildonna infedele che darà un figlio fatto con altri al povero massaro arricchito.
L'angoscia serpeggia fra i presenti, che nemmeno leggono una mozione congressuale precotta e predigerita e che sono stati chiamati a ratificare ciò che hanno già deciso Larussa e Gasparri (ormai liberi dal dover dar conto al quello scassa orpelli di Fini).
Gli oratori che si susseguono sul palco tentano di fare da viagra congressuale, ma con scarsi risultati: il nome di Simeone (che al tempo dell prima sua sindacatura era stato ribattezzato proprio dai giovani di aenne Tr...one) non viene seguito da nessun applauso. E c'è bisogno che Francesco Amoruso urli come un dannato blaterando contro la Poli Bortone ed Emiliano perchè si vellichino gli entusiasmi della platea trascinata in applausi isterici più che entusiasti.
Si invocano valori, si parla di principi. Ma nessuno ce li spiega e ce li elenca. E restiamo con l'amarezza di veder morire una parte della storia del paese senza che nessuno faccia nulla per evitare che il qualunquismo berlusconiano prenda il posto di un'idea vera e antica.
E non vale nemmeno invocare Pinuccio Tatarella e il suo Oltre il Polo: non era certo la resa incondizionata agli squali figli di Arcore che il leader pugliese intendeva quando teorizzava la sua visione politica. Ma il dado è tratto: il cupio dissolvi che ha ucciso a destra quello che è già morto a sinistra (l'operazione PD è molto simile a questa) ci lascia con la preoccupazione che ora sarà molto più facile vedere si nuovo per strada i fascisti di Forza Nuova, le loro mazze e il loro razzismo di melma.
E che oggi sia morta una parte importante della democrazia italiana, qui a Bari, lo sentono più a sinistra che altrove.
http://www.barilive.it/news/news.aspx?idnews=12801
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r_puglia
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