«La misura è colma. Via i manifesti fascisti da Tradate». Questa la reazione dell'Anpi alla campagna di affissioni promossa in città per celebrare il compleanno di Benito Mussolini.
I cartelli con la scritta "Auguri Duce" non sono passati inosservati e ieri l'Anpi provinciale di Varese e la sezione locale di Tradate hanno risposto all'iniziativa con pesanti critiche: «I manifesti fascisti affissi nei giorni scorsi a Tradate riportante la frase "Auguri Duce" sono una provocazione nei confronti di tutti i cittadini tradatesi - sottolinea Francesco Liparoti - Preoccupanti ed indecenti sono le reazioni del sindaco Candiani, apparse sulla stampa che qualifica il gesto come "manifestazione folcloristica" sostenendo che non ci sarebbe di che preoccuparsi. Non bisogna meravigliarsi che un sindaco leghista come Stefano Candiani possa fare simili affermazioni. Basta ricordare le polemiche sui manifesti senza il tricolore in occasione delle feste del 4 novembre o del 25 Aprile, per non parlare di come viene celebrata la festa della Repubblica del 2 giugno». Secondo l'associazione nazionale dei Partigiani la Tradate antifascista non deve abbassare la guardia: «Bisogna condannare tutte le manifestazioni che inneggiano ad un'epoca che ha portato all'Italia lutti, guerra e miseria e privato gli italiani della libertà. Per quanto ci riguarda chiediamo alle autorità competenti che prendano gli opportuni provvedimenti perché questi manifesti, che offendono le coscienze democratiche, vengano rimossi».
Ancor prima dell'appello antifascista le forze dell'ordine si sono interessate al caso. La polizia locale ha compiuto un sopralluogo in città, rilevando e fotografando tutti i cartelli affissi negli spazi pubblici, provvedendo poi all'inoltro della documentazione alla questura di Varese. Si tratterebbe di una pura formalità, in quanto non risultano reati di nessuna sorta. Il contenuto del manifesto non è offensivo né oltraggioso ma, per quanto contestabile, si limita a commemorare un personaggio storico.
Per le vie della città, anche ieri non sono molti quelli che hanno voluto prendere una posizione in merito. Tanti si sono limitati a riderci sopra, bollando il fatto come una «trovata di scarso conto». Così come il sindaco Stefano Candiani, che ha definito l'episodio: «un fatto folcloristico».
Alessandro Madron
Fonte:
La provincia di Varese
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