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3 Giugno 2005
da Indymedia
domenica, 05 giugno 2005
Nuova aggressione fascista a Lucca. Ora Basta!!!!!!
da http://www.nonsololucca.splinder.com/
ANCORA VIOLENZA
Lucca, venerdì sera, circa mezzanotte. Preso a pugni in mezzo a via del Gonfalone, fuori dai locali, davanti a tanti giovani impauriti, inermi e fermi a guardare. L’ennesimo episodio di violenza della nostra città lo racconta Paolo Gaddini, venticinquenne studente universitario e “colpevole” di lavorare in una comunità di accoglienza di minori immigrati e di “essere di sinistra”. Lo racconta serenamente, ma con la convinzione di chi vuole che questa ennesima violenza diventi veramente l’ultima. Gaddini accusa un coetaneo che verrà subito denunciato e querelato dalla vittima. “Era circa mezzanotte – dice – quando mi sono visto arrivare di fronte minacciosamente l’altro giovane, persona da me conosciuta, che mi ha detto che doveva fare due chiacchere. La mia colpa sarebbe stata quella di essermi schierato apertamente contro i picchiatori di Edoardo Seghi, il giovane dell’Asa pestato il giorno di ferragosto dello scorso anno, e contro gli assaltatori della libreria Baroni, la cui vetrina venne devastata e riempita di scritte omofobe per aver ospitato dibattiti sulla cultura omosessuale”.
Fatti che hanno fatto discutere e che hanno mobilitato migliaia di persone in manifestazioni di protesta.
“Ha iniziato a parlare – racconta Gaddini – e dopo poco ad offendermi mostrandomi ripetutamente nella tasca destra un lungo coltello che portava con sé. Io, conoscendo già il giovane, ho replicato cercando di parlare di rispetto e di spiegargli che il metodo giusto per il confronto fra le persone è quello del dialogo. Mentre un mio amico mi invitata ad andarmene, che tanto questo tizio non sentiva ragioni, mi ha scagliato due pugni all’altezza dello zigomo e nella mandibola. Sono caduto a terra e non ricordo nulla dei trenta secondo successivi. Mi sono trovato appoggiato ad una automobile coperto dal sangue che mi usciva dalla bocca. Intorno c’erano decine di ragazzi e ragazze, ma nessuno si è preoccupato di venire a vedere come stavo. Ho avvertito il clima di omertà e di connivenza nei confronti di questi picchiatori. Mi sono alzato ed ho raggiunto alcuni amici alla vicina fontana del Gonfalone che mi hanno soccorso. Dopo essermi confrontato con loro, verso le tre sono andato all’ospedale dove mi hanno riscontrato un trauma cranico facciale che, senza complicazioni, guarirà in sette giorni”.
Per fortuna la radiografia ha escluso frattura ma ancora una volta qualcuno ha rischiato il peggio. Gaddini non fa parte di alcun gruppo di sinistra ma non nasconde le proprie idee, dicendo a chiare lettere che altri giovani subiscono spessissimo lo stesso trattamento senza denunciarlo. “Dopo i polveroni che le violenze dei giovani di estrema destra hanno alzato – dice – niente sembra essere risolto. Pestaggi di questo genere accadono ogni settimana. chi subisce queste violenze, e spessissimo sono immigrati, deve trovare la forza di denunciarli. Lo voglio dire a tutta Lucca: vorrei che nella mia città le persone potessero avere la possibilità di andare in giro tranquille senza paura di avere un’opinione politica o il colore della pelle diversi. Mi piacerebbe che le persone imparassero a dialogare. Io non ho reagito né ho pensato in nessun momento che la violenza potesse risolvere la situazione. A differenza di lui non ho alzato la voce. Vorrei che veramente che le persone potessero scambiarsi le idee pacificamente, rispondere con la violenza non serve a nulla anche se la rabbia è tanta per questo ennesimo gesto, la cui catena si deve spezzare. Non è solo un problema politico ma di convivenza. Spesso si accusano gli opposti estremismi di fomentare la violenza, ma è un’interpretazione sbagliata. Quello che accade nella nostra città è che chi viene definito “estremista di sinistra” lavora a progetti concreti e utili socialmente, chi è all’estrema destra invece alza le mani. Quello che più mi colpisce – dice ancora Gaddini – è che insieme a questi “picchiatori di professione” ci siano ragazzini adolescenti che li seguono ed imitano sognando un giorno di diventare come loro. Questo è sbagliato e dannoso e io mi appello ai loro genitori: controllateli, fategli capire che sbagliano ad andare in giro con gente che fa della minaccia e della violenza le uniche ideologie”.
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Aggredito e picchiato in centro a Lucca, venerdì sera, perchè “amico degli immigrati” e di sinistra. Comunicato de L’Altro Volto – Lucca Gay Lesbica sull’accaduto
L’ALTRO VOLTO LUCCA GAY LESBICA
http://www.altrovolto.it – info@altrovolto.it
COMUNICATO STAMPA
OGGETTO:
Ancora violenza a Lucca. Solidarietà de L’Altro Volto al ragazzo aggredito venerdì sera
Ancora un altro episodio di violenza a Lucca, l’ennesimo di una catena che sembra non spezzarsi mai.
Iper nota la matrice politica, iper noti (e sempre gli stessi) i motivi: colpire i “diversi”, per orientamento sessuale, idee politiche (di sinistra), colore della pelle.
Il ragazzo che è stato aggredito venerdì sera, è stato punito perchè “amico degli immigrati” e perchè aveva osato condannare l’assalto alla libreria Baroni (dove si era svolta una nostra iniziativa) e il pestaggio, l’anno scorso, di un attivista di sinistra.
Violenza gratuita che dilaga, e che proviene, come abbiamo più volte denunciato insieme ad altri, da individui e gruppi legati a formazioni di estrema destra.
Sgomenta dover commentare un episodio assolutamente identico a molti altri verificatisi in città nel recente passato, e come in quei casi, si deve registrare l’indifferenza e la passività dei numerosi presenti di fronte all’aggressione.
Tutto questo è la riprova del clima di paura (“sotterraneo” ma “palpabile”) che si registra a Lucca; una realtà fatta di piccole e grandi violenze (fisiche e psicologiche) e di intimidazioni. Clima che si è creato anche grazie alla totale indifferenza di certe istituzioni.
Troppo facile cercare la scorciatoia della repressione, piazzando telecamere a circuito chiuso per tutta la città: si fa un’operazione di immagine per nascondere il vuoto politico che c’è dietro (zero politiche sociali, nel senso più ampio del termine).
Vogliamo fare solo alcuni esempi: dopo i fatti della Baroni, l’unico intervento che il Comune si è sentito in dovere di adottare per prevenire l’omofobia e il razzismo, è stato il posizionare alcuni mega cartelloni con la scritta “Lucca dice no all’intolleranza”, in alcune zone della città. Punto.
Certamente, poi, non si contribuisce a creare un clima di dialogo e di reciproco rispetto se un rappresentante del Comune di Lucca, di fronte alla notizia che nella zona di Capannori, prescelta per un concerto da alcuni gruppi giovanili, sono comparse svastiche e scritte inneggianti al nazismo e al fascismo, non trova di meglio che polemizzare con gli organizzatori per le loro idee politiche.
A Paolo Gaddini, il giovane aggredito, va tutta la nostra solidarietàè e il nostro affetto.
Ci congratuliamo con lui anche per le parole intelligenti e sensate che ha usato (nonostante – immaginiamo – sia molto provato da questa esperienza), per commentare quanto gli è accaduto, cercando di indicare una via d’uscita: “A differenza di lui non ho alzato la voce. Vorrei che veramente le persone potessero scambiarsi le idee pacificamente; rispondere con la violenza non serve a nulla anche se la rabbia è tanta per questo ennesimo gesto, la cui catena si deve spezzare. Non è solo un problema politico ma di convivenza. Spesso si accusano gli opposti estremismi di fomentare la violenza, ma è un’interpretazione sbagliata. Quello che accade nella nostra città è che chi viene definito “estremista di sinistra” lavora a progetti concreti e utili socialmente, chi è all’estrema destra invece alza le mani”.
Facciamo nostre le parole di Paolo. Da sempre la nostra azione si sipira a questi valori.
Il direttivo de “L’Altro Volto – Lucca Gay Lesbica”
azioni_fasciste