pubblicato il 22.09.12
Rimini A lezione da Forza Nuova: come difendersi con il coltello ·
A lezione da Forza Nuova: come difendersi con il coltello
Di Roberto Rossi
Loro giurano che si tratta solo di un equivoco. Una frase scritta male in una bacheca di Facebook, una virgola di troppo, una proposizione saltata, che ha cambiato l'effetto della frase facendola apparire «per quello che non è». E cioè una sorta di chiamata alle armi, un addestramento ad attività paramilitari, fatto in una località nascosta, riservato a pochi militanti, che richiama alla mente gli anni bui della nostra democrazia.
Loro sono gli attivisti di Forza Nuova di Rimini. E la frase con la virgola in più e la proposizione in meno, che ha destato preoccupazione racchiusa in un'interrogazione parlamentare, è questa: «Nel pomeriggio corsi di autodifesa, uso del coltello e del bastone. Infine coordinamento e preparativi in vista del corteo del 29 settembre a Rimini». Sono poche righe che si trovano al termine di una tabella o, meglio, di un piano di azione, per una giornata nel «campo comunitario di formazione militante» che si è svolta il 16 settembre scorso sul monte Fumaiolo, tra i boschi di Balze, paese in provincia di Forlì e Cesena, accanto alla sorgente del Tevere. Le poche righe sono state «postate» nel profilo Facebook di Mirco Ottaviani, coordinatore provinciale di Forza Nuova di Rimini.
All'invito hanno risposto una decina di persone. L'incontro, secondo il suo giovane organizzatore, è stato in realtà solo una piacevole scampagnata di dieci ore, dove gli attivisti di Forza Nuova, solo «una decina» ha assicurato Ottaviani, e «tra l'altro non tutti militanti», si sono incontrati per chiacchierare, discutere, mangiare e studiare. Va detto che il luogo non è del tutto casuale. Lo spiega il giovane «forzanovista» nella sua pagina Facebook: «Il 15 agosto del 1934, per volere di Benito Mussolini, fu inaugurata la stele che indica la sorgente del Tevere... Sorge su una vasca alimentata da una fontanella che sgorga dalla montagna: l'acqua, dopo aver lambito la stele, inizia il suo cammino verso Roma». Marcia verso la Capitale.
Qui, dunque, ogni tanto, l'estate in special modo, giovani simpatizzanti di Mussolini, si ritrovano per onorare la nascita del Tevere. Come il 16 settembre scorso quando Ottaviani e soci si sono trovati a «discutere di massimi sistemi, citando e commentando i pensatori di destra». Chi? «Leon Degrelle», politico belga, fondatore del rexismo, movimento nazionalista di ispirazione cattolica, fascista e nazista arruolato nelle Waffen-SS, o «Corneliu Zelea Codreanu» leader nazionalista rumeno, anche lui di un'era geologica fa, simpatizzante nazista e fascista. Niente di più.
E quel richiamo all'addestramento con il bastone e il coltello, allora? «Un errore di battitura. La frase corretta era 'corsi di autodifesa dall'uso di bastoni e coltelli'». Coltelli e bastoni ci sono, dice Ottaviani, ma «in quell'occasione abbiamo spiegato come poterli evitare. Dieci minuti di attività fisica e nient'altro».
Perché, allora, questa scampagnata ha destato tanto scalpore? In primo luogo perché i giovani che si sono inerpicati fino a Balze non sono dei tipi qualunque. Mirco Ottaviani, ad esempio, è stato condannato in via definitiva per aver tentato di incendiare nel 2007 il centro sociale Paz a Rimini. Quando la polizia lo intercettò, assieme a una decina di persone, scoprì nel portabagli un vero e proprio arsenale: 14 litri di nitro diluente altamente infiammabile, ricetrasmittenti, baionette, passamontagna, sette metri di corda, catene di ferro, tirapugni, piedi di porco, tre grammi e mezzo di cocaina, e, guarda caso, bastoni e coltelli.
Ottaviani e i suoi amici, per lo più giovanissimi, vennero condannati in secondo grado, a oltre due anni. La pena fu aggravata perché fu riconosciuta la finalità eversiva. Accusa che invece la Cassazione, lo scorso marzo, non ha accolto lasciando intatto il restante impianto accusatorio ma rimandando all'appello la definizione delle condanne.
Ma c'è anche un'altra ragione che desta allarme. Non si capisce a che cosa servano i corsi di autodifesa da tenersi in boschi isolati. Da chi dovrebbero difendersi? Non c'è stata nessuna aggressione con coltelli e bastoni contro esponenti di Forza Nuova, come ha confermato lo stesso Ottaviani. «Siamo certi - ha dichiarato il deputato del Pd Emanuele Fiano, estensore dell'interrogazione parlamentare che porta anche la firma di Elisa Marchioni, - che il ministero dell'Interno non vorrà mancare di verificare con attenzione la pericolosità di tali atti».
Avvenuti poi a pochi giorni dalla manifestazione del 29. Forza Nuova ha indetto un giorno di protesta in tutta Italia. «Marcia con la rivoluzione» è lo slogan. Anche Rimini, dove la sede è stata aperta solo da due anni e gli attivisti sono qualche decina, si sta muovendo.
Tra l'altro la manifestazione avviene nei giorni in cui in città si svolgerà il Festival francescano e a Rimini affluiranno migliaia di persone. «I nostri cortei sono sempre pacifici» dice Ottaviani. Che porterà Forza Nuova a candidarsi alle prossime amministrative, passando prima per le politiche. Approfittando, spiega Fiano, «anche delle crisi di rappresentanza all'interno del Pdl». Di certo sarà una battaglia alquanto dura. Ma Ottaviani e i suoi amici sanno già come difendersi.
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