pubblicato il 6.02.13
Mausoleo Graziani ad Affile La protesta arriva a New York ·
Appello lanciato alla City University da parte di un ex diplomatico etiope: portate il caso all??Onu
ROMA - La protesta contro il mausoleo dedicato da Affile, un paesino del Lazio, al ministro di Salò Rodolfo Graziani, riparte da New York: un appello al governo italiano perché rimuova il monumento innalzato in onore del generale che nelle guerre coloniali in Libia e Etiopia si rese colpevole di massacri e dell??uso di armi chimiche contro la popolazione civile è stato lanciato in una tavola rotonda alla City University of New York da Girma Abebe, ex diplomatico di Addis Abeba all??Onu. Dopo articoli sul New York Times e servizi della Bbc, si continua a discutere nel mondo del caso, che in Italia fu oggetto di un??interrogazione parlamentare da parte del deputato Pd Jean Leonard Touadì. E ieri se ne è occupato l??ex diplomatico Abebe, il quale nel 1937 vide la casa dei nonni ridotta in cenere dalle truppe italiane: così, ieri, ha suggerito di investire le Nazioni Unite e i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza della vicenda: «Un monumento a un criminale di guerra è una vergogna devastante». Ministro della guerra della Repubblica di Salò, Graziani è morto nel 1955 dopo esser stato condannato per collaborazionismo a 19 anni di prigione, di cui solo quattro mesi scontati. Su richiesta dell??Etiopia, il generale fu inserito dall??Onu nella lista dei criminali di guerra per l??uso di gas tossici e bombardamenti degli ospedali della Croce Rossa ma non venne mai processato. «La Gran Bretagna non voleva processi per crimini coloniali», ha commentato Lidia Santarelli, storica della Brown University, durante la tavola rotonda al John Calandra Institute della Cuny. La Santarelli ha invece definito Graziani «una figura iconica del fascismo» per i metodi innovativi della guerra totale: «In Etiopia il generale teorizzò l??uso dei gas e la necessità di abolire le differenze tra bersagli militari e civili».
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_febbraio_5/20130205ROM05_10-2113852900808.shtml
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