pubblicato il 13.04.13
Veneto, nella Lega espulsioni con scontri e bandiere a lutto cacciati 35 "bossiani", intervengono i carabinieri ·
Veneto, nella Lega espulsioni con scontri e bandiere a lutto
cacciati 35 "bossiani", intervengono i carabinieri
Scontro a Noventa Padovana dopo le decisioni del consiglio della lega Veneta, guidato dal sindaco di Verona Flavio Tosi
Veneto, nella Lega espulsioni con scontri e bandiere a lutto cacciati 35 "bossiani", intervengono i carabinieri
SPINTONI e ceffoni tra i militanti "bossiani" e alcuni componenti del Consiglio nazionale della Lega del Veneto, che ha decretato stamani 35 espulsioni a carico di militanti che avevano preso parte alle proteste a Pontida o a iniziative di dissenso nel Veneto. L'assemblea era retta dal segretario Flavio Tosi, alla presenza del governatore Luca Zaia. I militanti seguaci del Senatùr hanno approfittato dell'uscita di Zaia, che aveva appena confermato i provvedimenti manifestando il suo disaccordo ("Io non ho diritto di voto altrimenti avrei votato contro") per assaltare la sede sorprendendo così il Consiglio. Poi, dopo la "bagarre" sono arrivare le parole di Bossi intervistato dal Tg regionale della Lombardia: "La Lega non sarò io a romperla": ribadendo quanto già affermato ieri sera. Alla domanda se sia andato dal notaio, Bossi ha replicato "chiedete a Leoni, è andato lui mica io dal notaio, per un giornale di una associazione culturale".
La raffica di espulsioni era nell'aria sin dal mattino, nell'assemblea dei maggiorenti leghisti riunita a Noventa Padovana: varie decine di fogli di via contro militanti e dirigenti bossiani, fra i quali nomi di spicco come il consigliere regionale Giovanni Furlanetto e molti dirigenti veneziani. La tensione è rimasta alta per ore, con i "dissidenti" che esibivano cerotti
sulla bocca e sciarpe verdi. Poi, nel rocambolesco finale, l'ex segretario veneziano Pizzolato (fra gli epurati) e il deputato veronese Bragantini si sono messi le mani addosso. Il primo è finito a terra, e i suoi hanno chiamato i carabibieri. Pizzolato è stato condotto via in ambulanza, mentre il sindaco di Verona Flavio Tosi, segretario della Lega veneta e capo dell'ala "intransigente", ha dovuto lasciare la riunione scortato dagli agenti.
Il silenzio dei manifestanti, prima del botto finale, era stato rotto solo da applausi per l'arrivo di Zaia, che nei giorni scorsi era stato sostenitore di una linea di maggiore tolleranza nei confronti degli "eretici", e da fischi nei confronti di Tosi, "inquisitore" dei ribelli, che nel Consiglio nazionale ha la stragrande maggioranza.
Poi gli incidenti: i protestatari, alla notizia che il Consiglio aveva deciso, hanno insultato soprattutto Tosi e persone a lui vicine, come Leonardo Muraro e gli assessori veneti Daniele Stival e Marino Finozzi, accusandoli di di aver distrutto la Lega. Alcuni componenti del consiglio nazionale hanno cercato di bloccare l'entrata dei manifestanti e in queste fasi gli animi si sono agitati. Spintoni, minacce e urla. Ceffoni. E alla fine resta a terra Pizzolato, intervengono i carabinieri e mettono tutto a verbale. Ma "sono stato io ad essere aggredito - lamenta Bragantini, vice capogruppo del Carroccio alla Camera - Pizzolato mi ha picchiato. Andrò al pronto soccorso per farmi medicare e refertare".
In conseguenza delle espulsioni, bandiere listate a lutto nella sede di Mestre (Venezia) del Provinciale della Lega, in segno di solidarietà e per esprimere dissenso.
(13 aprile 2013)
http://www.repubblica.it/politica/2013/04/13/news/veneto_nella_lega_espulsioni_con_minacce_e_schiaffi_cacciati_35_bossiani_intervengono_i_carabinieri-56547692/
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