pubblicato il 28.11.13
La Polonia nera, tra neofascisti e nazionalisti ·
Lo scorso 11 novembre violenti scontri tra polizia e centinaia di giovani d??estrema destra hanno scosso il centro di Varsavia. Ma è solo la punta di un iceberg. Da anni nel Paese sta montando ?? sotto l??indifferenza dei media europei ?? un clima xenofobo e di tensione: l??Ong ??Never Again? parla di ben 50 morti per motivazioni razziali nell??ultimo decennio. Vediamo chi sono questi gruppi e che consenso ottengono.
di Valerio Renzi e Elia Rosati
Per il terzo anno consecutivo, in occasione della festività nazionale dell??11 Novembre, nelle strade di Varsavia e di altre città si sono registrati violenti scontri tra polizia e centinaia di giovani neofascisti: ??Mai stati così pesanti? ha dichiarato la presidente del volvodato (??distretto?) della Capitale polacca, la cristiano-conservatrice Hanna Gronkiewicz-Waltz. Durante un corteo serale di circa diecimila nazionalisti, un nutrito drappello di giovani ha infatti assaltato con razzi da stadio, pietre e bottiglie uno squat anarchico, situato lungo il percorso della manifestazione, innescando circa tre ore di scontri con la polizia polacca, nel centro della Capitale.
E?? uno dei pochi momenti in cui i riflettori della stampa internazionale, nell??indifferenza purtroppo di quella italiana, si concentrano sulla Polonia, Paese in cui sta spirando da anni un vento xenofobo di proporzioni preoccupanti.
A poco sono valsi gli allarmi lanciati da alcuni media indipendenti, come la Ong ??Never Again?, che si occupa appunto di monitorare i gruppi e gli episodi xenofobi presenti nel paese nord europeo e che parla di cinquanta morti per motivazioni razziali nell??ultimo decennio in Polonia. Ma vale la pena di sottolineare, come l??esempio polacco costituisca un caso paradigmatico nel contesto del trapasso post-socialista nell??Europa orientale: un ex-Paese sovietico, bruscamente ammesso nel consesso occidentale, per pure ragioni geopolitiche, e che, pur se attraversato da modificazioni socio-economiche molto drastiche , ha goduto di un complice anonimato da parte della Nato prima (dal 1999) e dell??UE poi (dal 2004).
Parliamo di un contesto storico molto particolare: una delle nazioni più irriducibilmente incontrollabili del blocco orientale, sia per un radicato sentimento anti-russo che per la presenza dei primi e più importanti movimenti operai anti-sovietici, cosa che determinò, per gran parte della guerra fredda, un sostanziale allentamento della governance repressiva dell??URSS e la possibilità di organizzare una radicata opposizione anti-comunista e nazionalista già ben prima della fine della cortina di ferro.
Una nazione che inoltre visse un momento di fortissima sovraesposizione mediatica, negli anni ??80, sia per il pontificato di Papa Woitijla e che per i successi di quell??innovativa esperienza di sindacato-partito che fu la Solidarnosc di Lech Walesa; formazione che, dopo la caduta del Muro e la contestuale nascita della Seconda Repubblica Polacca, ebbe saldamente le redini del governo per tutta la transizione post-sovietica dal 1990 al 1995.
Decisivo fu quindi l??imprinting che un leader popolare come Walesa diede al nascente stato polacco, sfruttando abilmente il proprio carisma, affinato in anni di durissime battaglie sindacali nei cantieri navali di Danzica, miscelato con un misto di retorica storica nazionalista e populista.
Sua la scelta di riprendere come bandiera dello Stato i colori settecenteschi dell??Unione Polacco-Lituana e come simbolo l??aquila d??argento bianca incoronata, chiaro riferimento al medievale Regno di Polonia: la sintesi poi tra queste diverse anime della neo-identità nazionale polacca, post-comunista, fu la scelta di scegliere come festa nazionale, l??11 Novembre, anniversario della nascita, nel 1918, della Prima Repubblica Polacca, sorta dall??unione di territori tedeschi, russi e austro-ungarici su mandato della Conferenza post-bellica di Parigi.
In realtà dal dopo Walesa cominciò, per circa un decennio, una forte instabilità politica, che produsse ??una nascente democrazia governata a legislature alterne?; fase, però, in cui si concretizzò anche una rapida ristrutturazione economica (con decise politiche di privatizzazione dei servizi pubblici) e il definitivo ingresso nella governance occidentale.
Ma in un clima di forti squilibri sociali e di ripresa del sentimento nazionalistica sorse, con le elezioni del 2005, una nuova leadership forte rappresentata dall??irrompere nei Palazzi del potere del partito nazionalista Prawo i Sprawiedilwòsc (??Diritto e Giustizia?) saldamente guidato dai gemelli Kaczynski che divennero l??uno, Jaroslaw, capo del governo fino al 2007, e l??altro, Lech, presidente della Repubblica dal 2005 al 2010.
Approfittando di questo clima ,fin dagli inizi degli anni Zero nacquero anche diverse formazioni nazionaliste e xenofobe che seppero sempre arrivare ad ottimi risultati in campo europeo, come i tradizionalisti cattolici della Liga Polskich Rodzin -LPR (??Lega delle famiglie polacche?) fortemente anti-gay, anti-abortisti e contro le droghe, che in occasione delle elezioni europee del 2004 elessero ben quindici deputati con un 16% dei consensi, divenendo il secondo partito a livello nazionale.
Altro esempio, il partito d??ordine Polska Solidarna ( sorta da una mini frazione di ex-membri dei conservatori cattolici di Platforma Obywatelska) che ottenne anche ben quattro europarlamentari nelle ultime elezioni europee del 2008, dopo una campagna politica incentrata sul tema della sicurezza e della chiusura delle frontiere, accompagnata dalla proposta forte di introdurre la pena di morte nella legislazione penale polacca. Più carsico e pericoloso si strutturò, fin dalle prime elezioni libere, un movimento apertamente neofascista come la Narodowe Odrodzenie Polski ??NOP ( Partito della Rinascita Polacca) uno dei protagonisti delle violenze a sfondo razziale degli ultimi anni.
Capitanato dal Ben inserito fin dal 2004 nel raggruppamento neofascista europeo, Fronte Nazionale Europeo, insieme, tra gli altri, alla nostrana Forza Nuova, alla greca Alba Dorata e ai tedeschi dell??NPD, il polacco NOP, che si vanta sulla propria homepage di essere ??la più longeva organizzazione nazionalista polacca dal dopoguerra?, rappresenta una delle formazioni di estrema destra più pericolose d??Europa.
In forte ascesa i suoi consensi elettorali passati dallo 0,6 delle politiche 2005 al 3,1 di quelle del 2011 che li portarono quasi a sfiorare la possibilità di entrare nel parlamento nazionale.
Inequivocabile l??identità fascista e terzoposizionista, manifestata con spudorato orgoglio, a cominciare dal simbolo ripreso integralmente da quello di una formazione polacca tradizionalista cattolica e ferocemente antisemita di metà anni ??30, la Obòz Narodowo-radykalny Falanga (??Falange Nazional-Radicale?), che si ispirò e strutturò sul modello del falangismo spagnolo, divenendo molto popolare nell??esercito polacco, ma che si oppose in modo armato tanto all??invasione nazista e al progetto hitleriano di supremazia del Terzo Reich sui popoli slavi, in primis quello polacco, quanto al ??bolscevismo? e alla conquista sovietica.
Il programma del partito è ispirato ai dieci punti dell??International Third Position e alterna violentissime dichiarazioni omofobe e antisemite ad un nazionalismo esasperato che prende per esempio come simbolo Roman Dmowski il teorico nazionalista-cattolico e padre padrone del Partito Democratico Nazionale Polacco degli anni ??20, che fieramente compare in striscioni e drappi nelle militaresche manifestazioni del partito.
L??appuntamento di piazza per eccellenza resta, per l??appunto, l??11 Novembre: da quattro anni però il NOP preferisce saggiare la sua capacità di mobilitazione organizzando cortei autonomi serali nelle principali città del Paese, a cui partecipano anche sia gruppuscoli neonazisti locali, legati al circuito del White Power Rock della rete internazionale Blood and Honour, sia firm calcistiche come la banda hooligans nazista del Lech Poznan, Terrormachine, sul cui profilo web campeggia l??adesivo della campagna elettorale del 2007 del NOP dallo slogan ??Fascismo? Noi siamo peggio!?.
Forti infatti le simpatie che questo partito riscuote nelle curve calcistiche sia di grandi squadre come il Legia-Warszava, la più importante e quotata del Paese (molto nota per le ricorrenti sanzioni per cori razzisti e antisemiti gridati dai propri supporters in occasioni di gare europee) che di piccole squadre della periferia come lo Zcniz Puszkow, lo Slask Wroclaw o appunto il Lech Poznan.
(17 novembre 2013)
http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-polonia-nera-tra-neofascisti-e-nazionalisti/
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