pubblicato il 26.02.14
Ucraina: antisemitismo, ebrei Europa chiedono aiuti ad Israele ·
Ucraina: antisemitismo, ebrei Europa chiedono aiuti ad Israele ·
ROMA - Ucraina: antisemitismo, ebrei Europa chiedono aiuti ad Israele. Una richiesta urgente di aiuti rivolta al premier israeliano Benyamin Netanyahu e al ministro della Difesa Moshe Yaalon è stata inviata oggi dal direttore generale dell'Associazione delle organizzazioni ebraiche in Europa, il rabbino Menachem Margolin, in seguito al moltiplicarsi di episodi di antisemitismo in Ucraina. In particolare, riferiscono i media israeliani, viene richiesto l'invio urgente in Ucraina di guardie di protezione. In parallelo il rabbino Margolin ha chiesto all'Unione europea di insistere con gli attuali responsabili della sicurezza a Kiev affinché impediscano gli attacchi contro la minoranza ebraica. Secondo il rabbino Margolin nelle ultime 48 ore si sono moltiplicati in varie località dell'Ucraina gli episodi di carattere antisemita.
Fra questi: il lancio di una bottiglia incendiaria contro una sinagoga (che ha provocato danni circoscritti); scritte minacciose sui muri; e anche il tentativo di intimidazione di un rabbino a cui è stato chiesto di lasciare la sua città (Kriverog, secondo la traslitterazione ebraica, Kryvyi Rih nella parte sud occidentale) 'entro 72 ore'. In Ucraina, conclude il rabbino Margolin, per gli ebrei 'si è creata una situazione di emergenza'. Finora nè Netanyahu, nè Yaalon si sono espressi in materia. Nei giorni scorsi tuttavia la parastatale Agenzia ebraica ha stanziato una cifra iniziale di 150 mila dollari per rafforzare la protezione degli ebrei in Ucraina. Secondo le sue stime, la comunità ebraica è composta da almeno 200 mila persone (nel 1933 erano almeno 5,5 milioni). Altre organizzazioni citano stime più elevate.
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Allarme della comunità ebraica per i neonazisti ucraini
«Israele teme il rafforzamento dell'estrema destra in Ucraina e invia a Kiev un team di emergenza il cui compito è di aiutare le locali comunità ebraiche a valutare i 'rischi per la sicurezza' e adottare le necessarie contromisure». Questo l'incipit di un articolo apparso sulla Stampa del 25 febbraio di Maurizio Molinari (E Israele invia un team in soccorso degli ebrei) nel quale rende conto dell'allarme lanciato da Inna Rogatchi «una ricercatrice sull'Olocausto dei tempi moderni' che ha soggiornato a Kiev negli ultimi due mesi arrivando alla conclusione che 'il partito neonazista Svoboda è un incubo per l'Europa' ed è uscito rafforzato dal rovesciamento del presidente filo-russo Viktor Yanukovich». Svoboda «oltre ad avere il 10 per cento dei seggi nel Parlamento ha alle spalle una ventina di formazioni di estrema destra che, nel complesso, arrivano a rappresentare il 20 per cento di una popolazione di 46 milioni di abitanti». Svoboda (e le sue articolazioni) è stato protagonista assoluto della rivoluzione ucraina, al partito nazionalista ucraino fanno riferimento le forze d'assalto che hanno forzato la mano alle opposizioni con le loro azioni militari e hanno messo alle corde le forze di sicurezza locali. Senza Svoboda la rivoluzione ucraina avrebbe avuto sviluppi meno traumatici e probabilmente si sarebbe trovata una mediazione tra governo e opposizioni. Strano destino per una rivoluzione che Stati Uniti ed Europa hanno sostenuto con ogni mezzo in nome della libertà e della democrazia del popolo ucraino.
http://www.piccolenote.it/17496/allarme-della-comunita-ebraica-per-i-neonazisti-ucraini
Ucraina: Ebrei a rischio con i neo-nazi di 'Svoboda', Israele invia un team in soccorso
cronaca di Maurizio Molinari
Israele teme il rafforzamento dell'estrema destra in Ucraina e invia a Kiev dei «team di emergenza» il cui compito è di aiutare le locali comunità ebraiche a valutare i «rischi per la sicurezza» e adottare le necessarie contromisure, inclusa l'emigrazione. Per comprendere l'entità dei timori che circolano nello Stato ebraico bisogna entrare nel pub «Putin» su Jafo Street, nel centro della città, dove la maggioranza degli avventori sono di origine russa e condividono l'allarme lanciato da Inna Rogatchi, una ricercatrice sull'«Olocausto nei tempi moderni» che ha soggiornato a Kiev negli ultimi due mesi arrivando alla conclusione che «il partito neonazista Svoboda è un incubo per l'Europa» ed è uscito rafforzato dal rovesciamento del presidente filo-russo Viktor Yanukovich. Sebbene il governo Netanyahu eviti dichiarazioni ufficiali in merito, le preoccupazioni di Gerusalemme riguardano il fatto che «Svoboda» (Libertà) oltre ad avere il 10 per cento dei seggi nel Parlamento ha alle spalle una ventina di formazioni di estrema destra che, nel complesso, arrivano a rappresentare circa il 20 per cento di una popolazione di 46 milioni di abitanti. Da qui la decisione di Nathan Sharansky, presidente dell'Agenzia Ebraica, di iniziare un'operazione di «assistenza di emergenza» per la comunità ebraica ucraina stimata in 200 mila anime rispetto alle 70 mila di cui parlano le statistiche di Kiev. La maggior parte degli ebrei ucraini vive nella capitale, a Odessa, Lvov e Dnepropetrovsk ed è qui che Sharanky - ex leader dell'emigrazione ebraica dall'Urss - ha ordinato di inviare dei «team di emergenza» la cui missione è contattare istituzioni, sinagoghe e centri comunitari per assisterle nel «fronteggiare eventuali pericoli» e, se necessario, aiutare a emigrare in Israele chi volesse farlo. Tale forma di «intervento di emergenza» è stato creato dall'Agenzia Ebraica dopo l'attacco terroristico alla sinagoga di Tolosa nel marzo 2012 - morirono un insegnate e tre alunni - e ha poi contribuito a soccorrere comunità in situazioni di pericolo dalla Grecia all'Argentina ma, come Sharansky ammette, la crisi ucraina ha dimensioni maggiori: «Stiamo parlando di una delle comunità ebraiche più grandi del mondo».
http://www.lastampa.it/2014/02/25/esteri/e-israele-invia-un-team-in-soccorso-degli-ebrei-7ZzDvJrX2G9wHmPpy2t7gL/premium.html
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