pubblicato il 22.03.14
Lâ??assassinio di Fausto e Iaio 36 anni dopo ·
Gli indizi contro Massimo Carminati, Claudio Bracci e Mario Corsi
Redazione - Osservatorio democratico - 17/03/2014
Riteniamo quanto mai utile pubblicare la richiesta avanzata nel luglio 1997 dallâ??allora Giudice istruttore Guido Salvini di prosecuzione delle indagini relative allâ??omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci. Dalle indagini la convinzione che gli autori del duplice omicidio appartenessero allâ??estrema destra romana in â??trasfertaâ? a Milano.
TRIBUNALE CIVILE E PENALE DI MILANO Ufficio Istruzione sez. 20^
N.271/80F Milano, 14 luglio 1997
Oggetto: Procedimento penale concernente lâ??omicidio di Fausto TINELLI e Lorenzo "Iaio" IANNUCCI.-
Trasmetto gli atti del procedimento indicato (che constano di 7 faldoni e alcuni reperti allegati) segnalando che, ad avviso di questo Ufficio, le indagini devono essere proseguite, anche a seguito delle numerose sollecitazioni delle parti civili, con il nuovo rito non essendo ancora concluse, ma non potendo proseguire con il rito abrogato essendo scaduta il 30.6.1997 la proroga dei termini dellâ??istruzione formale.
I soggetti indiziati (tralasciando le persone raggiunte nelle prime fasi delle indagini da comunicazioni giudiziarie che non hanno avuto significativi sviluppi) sono i seguenti:
Massimo CARMINATI, Claudio BRACCI E Mario CORSI, indiziati del duplice omicidio (cfr. rispettivamente per i primi due il mandato di comparizione emesso in data 15.10.1991 e per il terzo il mandato di comparizione emesso in data 5.12.1990).
Massimo CARMINATI e Claudio BRACCI, indiziati dellâ??attentato, forse collegato, avvenuto in data 18.05.1978 in danno dellâ??Armeria Centofanti di Roma (contestazioni avvenute in sede dâ??interrogatorio);
Valerio FIORAVANTI, Mario CORSI e Guido ZAPPAVIGNA, indiziati dei reati connessi al progetto di attentato in danno di Andrea BELLINI avvenuto a Milano nel 1979 e ZAPPAVIGNA indiziato del reato di cui allâ??art. 306 c.p. (contestazioni avvenute in sede di interrogatorio).
Sintetizzando, per comoditĂ del Vostro Ufficio gli elementi raccolti durante la lunga istruzione formale (che ha visto il succedersi di diversi giudici istruttori) vi è da premettere che non hanno avuto significativi risultati i filoni dâ??indagine, giĂ presenti nellâ??istruzione sommaria, che avevano indiziato il possibile movente dellâ??azione ritorsiva contro i giovani del Leocavallo da parte di soggetti legati al traffico di droga o comunque in avvenimenti strettamente interni alla vita del quartiere ove i due giovani abitavano.
Invece, negli ultimi anni sono stati raccolti alcuni elementi, di carattere comunque prettamente indiziario che individuerebbero gli autori del duplice omicidio in elementi dellâ??estrema destra romana in "trasferta" a Milano, mossi dallâ??intento, di vendicare alcuni loro camerati, caduti, colpendo due giovani non personalmente conosciuti ma comunque sicuramente appartenenti allâ??area dellâ??estrema sinistra.
Nocciolo di tale possibile ricostruzione è il volantino rivendicante lâ??azione fatto trovare a Roma, in zona Prati, che riporta un elenco di camerati assassinati ed è firmato con la sigla "ESERCITO NAZIONALE RIVOLUZIONARIO - BRIGATA COMBATTENTE FRANCO ANSELMI".
Un volantino e una sigla analoga comparvero solamente poche settimane dopo ( nel maggio del 1978 ) in occasione dellâ??attentato alla sede del P.C.I. di via Pompeo Trogo, nel quartiere Balduina, per poi scomparire dalla scena dei reati politici.
Il logo che appare sui volantini, come sottolineato da alcuni testimoni dâ??ambiente, è del tutto particolare e si riporterebbe allâ??aggregazione temporanea di alcune persone senza formare un vero e proprio gruppo e finalizzata alla commissione di singole azioni di ritorsione.
Franco ANSELMI, era un elemento di spicco dellâ??area F.U.A.N.-N.A.R. di Roma, ucciso nel marzo del 1978 durante la rapina allâ??Armeria Centofanti di Roma, commessa insieme ai
fratelli Fioravanti e ad altri e divenuta un "mito" per i camerati dei vari quartieri fra cui quelli del quartiere Monteverde ( elementi di spicco i fratelli Fioravanti), del quartiere Eur (elementi di spicco Massimo CARMINATI e i fratelli Bracci), del quartiere Prati (elementi di spicco: Corsi, Pedretti e Aronica).
Gli elementi indiziari , che si basano purtroppo quasi sempre su voci dâ??ambiente o confidenze occasionali, hanno toccato da un lato il gruppo di Mario CORSI e dallâ??altro il gruppo di Massimo CARMINATI, e cioè due contesti abbastanza contigui e che possono comunque non escludersi.
Gli elementi a carico di Mario CORSI possono cosĂŹ sintetizzarsi:
sequestro nella sua abitazione, nel 1978 a seguito di un arresto avvenuto a Roma per unâ??altra aggressione, di fotografie di Fausto e Iaio e dei funerali degli stessi acquisite presso lâ??archivio di uno zio giornalista a Cremona. La disponibilitĂ di tali fotografie appare assolutamente ingiustificata trattandosi non di fotografie di camerati, ma di avversari politici caduti perdipiĂš in unâ??altra cittĂ ;
presenza di Mario CORSI, unitamente ad altri camerati romani, secondo la testimonianza di Mario SPOTTI sostanzialmente non smentita dallo stesso CORSI, a Cremona nei giorni circostanti lâ??omicidio. In tale cittĂ , in quel periodo prestava servizio militare un altro esponente del F.U.A.N., Guido ZAPPAVIGNA, mentre Mario Spotti si era poco tempo prima recato a Roma per acquistare una pistola da Franco ANSELMI. Mario SPOTTI ha inoltre ammesso di avere distrutto la propria agenda del 1978 che poteva fornire ulteriori dettagli dei legami logistici fra Roma e la Lombardia. Lo stesso, coinvolto in altre vicende di armi a Bolzano, si è suicidato circa 2 anni orsono.
indicazioni, sia pur generiche, in ordine alla responsabilitĂ del gruppo CORSI nel duplice omicidio, provenienti dai pentiti dellâ??area di estrema destra Cristiano FIORAVANTI, Walter SORDI, Stefano SODERINI, Paolo BIANCHI, Patrizio TROCHEI e Angelo IZZO, mentre le indicazioni di Sergio CALORE e Paolo ALEARDI riguardano genericamente la destra romana. In particolare Paolo Bianchi avrebbe ricevuto dal CORSI una sorta di confessione diretta e caratterizzata da qualche particolare (cfr. episodio della cabina telefonica) in occasione di una successiva azione di autofinanziamento commessa in comune con il gruppo di CORSI;
soprattutto Angelo IZZO ha parlato di un episodio avvenuto a Milano nel 1978 riconducibile, quale modus operandi, al duplice omicidio di Fausto e Iaio in quanto rivolto contro un altro esponente del Leoncavallo (seppure a livello piĂš alto) e commesso da elementi dellâ??estrema destra romana in trasferta. Angelo IZZO ha infatti dichiarato di avere appreso da Valerio FIORAVANTI e Mario CORSI che costoro si erano recati a Milano, nel 1979 , insieme a Guido ZAPPAVIGNA con lâ??intenzione di uccidere Andrea BELLINI, esponente prima del gruppo CASORETTO e poi del Circolo LEONCAVALLO, che allora era sospettato di avere partecipato allâ??uccisione dello studente missino Sergio RAMELLI (cfr. interrogatori IZZO, 4.5.1988, 14.3.1989 e 19.9.1991). In tale occasione Guido ZAPPAVIGNA aveva preso alloggio presso un albergo, portando con sĂŠ le armi necessarie per lâ??azione, e Valerio FIORAVANTI gli aveva addirittura chiesto di provare uno dei silenziatori sparando un colpo allâ??interno della camera. Il gruppo appoggiato da una struttura logistica milanese conosciuta da FIORAVANTI, aveva avuto a disposizione un furgone con targhe false, ma, dopo alcuni appostamenti, non avendo potuto vedere Bellini, aveva rinunciato allâ??operazione. In tale occasione Mario CORSI si era lamentato con FIORAVANTI in quanto per lâ??azione dellâ??anno precedente egli non aveva potuto usufruire degli appoggi logistici di cui FIORAVANTI disponeva a Milano.
Lâ??episodio raccontato da IZZO ha trovato significativi elementi di riscontro. Infatti:
1. Guido ZAPPAVIGNA ha preso alloggio presso lâ??Hotel Cristallo di Milano dal 12 al 18 aprile 1979 (cfr. nota della Digos di Milano in data 15.3.1989), circostanza neutra e generica che IZZO non avrebbe potuto conoscere se non gli fosse stata raccontata in relazione a qualche episodio significativo per il gruppo;
2. Valerio FORAVANTI ha confessato tale episodio(cfr. interr. dinanzi a questo Ufficio 27.12.1990 e 23.7.1991) in termini abbastanza analoghi a quelli riferiti da IZZO e pur rifiutandosi di indicare il nome dei complici;
3. Andrea BELLINI ha fornito una descrizione dei suoi movimenti, in tale periodo compatibile con gli altri elementi acquisiti (cfr. deposiz. 7.1.1991).
Per quanto concerne Massimo CARMINATI e Claudio BRACCI, facenti parte del gruppo dellâ??EUR, gli elementi indiziari nei loro confronti possono essere cosĂŹ sintetizzati :
Massimo CARMINATI è attualmente imputato, quale esecutore materiale, dellâ??omicidio di Mino PECORELLI nonchĂŠ della collocazione di un M.A.B. proveniente dallâ??arsenale del Ministero della SanitĂ e di materiale esplosivo, nel gennaio del 1981, sul treno Taranto-Bologna (a fini di "depistaggio" delle indagini sulla strage di Bologna) e di vari reati connessi al ruolo di alto livello asseritamente ricoperto nella banda della Magliana dopo
la fine della sua esperienza politica nellâ??area dei N.A.R.;
Stefano SODERINI (cfr. verbali dinanzi allâ??A.G. di Roma acquisiti in tabulato), Angelo IZZO (cfr. interr. 19.9.1991) e Cristiano FIORAVANTI hanno sottolineato lâ??estrema pericolositĂ di CARMINATI e del suo gruppo, caratterizzato da un anti comunismo viscerale, molto compartimentato e probabilmente responsabile di altre azioni di "killeraggio" quali lâ??omicidio a Roma dellâ??esponente dellâ??Autonomia Operaia Valerio VERBANO (cfr. interr. SODERINI al P.M. di Roma, 15.4.1986 e 28.5.1986 e interr. SORDI a questo ufficio, 7.9.1991);
Walter SORDI (interr. citato) e Cristiano FIORAVANTI, sulla base di voci e di valutazioni di ambiente, hanno quindi indicato nel gruppo di CARMINATI quale possibile responsabile del duplice omicidio di Milano, indicazione che correva nellâ??area dellâ??estrema destra romana in parallelo a quella del gruppo di Mario CORSI (cfr. interr. Cristiano FIORAVANTI, 21.6.1991);
dâ??altronde Massimo CARMINATI era assai legato a Franco ANSELMI (a nome del quale era stato intestato il volantino di rivendicazione), tanto da compiere insieme a Claudio BRACCI un attentato dinamitardo in danno dellâ??Armeria CENTOFANTI, dove era stato ucciso lâ??ANSELMI, precedendo cosĂŹ un azione anche piĂš grave, contro il titolare dellâ?? Armeria, progettata dal gruppo di Valerio FIORAVANTI (cfr. interr. Cristiano FIORAVANTI, 21.6.1991).
Lâ??attentato allâ??Armeria CENTOFANTI è stato individuato in quello commesso deponendo una latta con circa un chilogrammo di esplosivo, nella notte fra il 17 e il 18 maggio 1978 (cfr. nota della sezione Anticrimine di Roma del R.O.S. Carabinieri in data 14.7.1991).
Maurizio ABBATINO, esponente di spicco della banda della Magliana e divenuto collaboratore di giustizia, ha dâ??altronde
raccontato che Massimo CARMINATI era molto esperto nel fabbricare ordigni esplosivi artigianali utilizzando soprattutto barattoli come contenitori (cfr. interr. A questo Ufficio, 11.12.1992).
Nel deposito di armi ed esplosivi rinvenuto alla fine del 1981 in uno scantinato del Ministero della SanitĂ , e gestito in comune dal gruppo di ABBATINO e dal gruppo di CARMINATI, sono stati inoltre sequestrati barattoli con esplosivo del tutto analoghi a quello usato per lâ??attentato allâ??Armeria CENTOFANTI e vari sacchetti di esplosivo sciolto (tritolo con nitrato di ammonio) del tutto identico a quello utilizzato per lâ??attentato (cfr. verbali di sequestro della Digos di Roma in data 1.12.1981 e 2.12.1981).
Si noti ancora che il volantino di rivendicazione di tale attentato è analogo, per toni e semplicitĂ dellâ??impostazione, a quelli con cui vennero rivendicati il duplice omicidio di Milano e lâ??attentato alla Sezione del P.C.I. del quartiere Balduina.
Allâ??epoca, il gruppo di Massimo CARMINATI (nato del resto a Milano) frequentava con una certa assiduitĂ la nostra cittĂ (cfr. interr. Cristiano FIORAVANTI, 21.6.1991, e Angelo IZZO, 19.9.1991).
Le Caratteristiche somatiche e dâ??abbigliamento quantomeno di uno degli assassini di Fausto e Iaio (molto giovane, magro, con un impermeabile chiaro) sono decisamente compatibili con la persona di Massimo CARMINATI. Lâ??impermeabile chiaro, indossato probabilmente da due degli aggressori, era del reso quasi una "divisa" per gli esponenti della destra romana (cfr. interr. Cristiano FIORAVANTI, 27.6.1990, Sergio CALORE al P.M. di Milano, 3.2.1987).
Si osservi infine che:
I bossoli esplosi durante lâ??agguato, mai rinvenuti, furono certamente raccolti in un sacchetto applicato dagli attentatori alle armi per impedirne il recupero. Anche tale espediente era tipico del modus operandi dellâ??area F.U.A.N. - N.A.R. (cfr. interr. SORDI, 23.11.1990).
La perizia balistica ha evidenziato che i due giovani furono uccisi con armi piuttosto vecchie probabilmente Beretta mod.34 con lâ??originaria canna cal.9 cambiata con una canna cal.7,65, o Beretta mod.35. Tali armi corrispondono al tipo di dotazione logistica di cui lâ??area F.U.A.N. - N.A.R. disponeva sino allâ??inizio del 1979 quando, a seguito di rapine in armerie, furono acquisite Beretta mod.70 e altre armi piĂš moderne ed efficienti (cfr. interr. SORDI, 23.11.1990 e Cristiano FIORAVANTI, 27.6.1990.
Nonostante i numerosi tentativi effettuati, le perizie balistico-comparative fra i proiettili, non in ottimo stato di conservazione, e alcune delle armi sequestrate ad esponenti dei N.A.R. a Roma e solo in parte recuperate, non hanno dato comunque esito.
Il Giudice Istruttore
Guido Salvini
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