pubblicato il 18.12.14
L’Internazionale nera si ritrova a Milano In arrivo neonazisti e fascisti da tutta Europa ·
Forza Nuova chiama a raccolta tutte le sigle dell’estrema destra: dai greci di Alba Dorata ai britannici del British National party. Per dire “No” allo straniero, al multiculturalismo, alla moneta unica. Star del convegno l’europarlamentare tedesco Udo Voigt che elogiava Hitler
Il nome è pomposo: «Movimento nazionalista dei popoli europei». E nei sogni di gloria è una nuova alleanza trasversale tra i partiti, sigle e gruppetti di estrema destra. Per questa ragione si ritrovano le sigle della galassia nera internazionale, tutti insieme a Milano sabato 20 dicembre.
Come nei raduni nazirock, per evitare contestazioni, il luogo del convegno “Europa, una grande libera” sarà reso pubblico solo poche ore prima dell’appuntamento. Per ora si sa che sarà nel centro della metropoli lombarda, probabilmente una sala convegni o un albergo in grado di ospitare due-trecento persone.
A fare gli onori di casa Roberto Fiore, un passato in Terza Posizione, una condanna per banda armata, la lunga latitanza e la simpatia per il fascismo. Un anno all’europarlamento a sostituire Alessandra Mussolini (nel 2009), oggi è il gran capo di Forza Nuova.
«Nell’attuale fase storica crediamo importante il contributo di tutti i movimenti politici che stanno conducendo battaglie o si stanno scoprendo “anti-euro” e contro l'Europa-gulag delle banche, dei burocrati e dei poteri forti», spiega Fiore per chiamare all’adunata.
Una mano tesa soprattutto al leader della Lega Nord Matteo Salvini, in ascesa nei sondaggi e mattatore del centrodestra italiano, vicino alle posizioni di Marine Le Pen in Francia, tanto da partecipare al congresso che l’ha rieletta presidente del partito di estrema destra Front National.
L’invito di Forza Nuova è arrivato direttamente al segretario del Carroccio di Milano Igor Iezzi. Girato a Salvini la risposta è arrivata a stretto giro:«Non ci penso affatto a partecipare».
Stesso secco rifiuto per gli europarlamentari del Movimento Cinque Stelle che non accettano neppure un incontro a porte chiuse.
Confermata invece la presenza dei duri e puri del Vecchio Continente: i greci di Alba dorata, gli spagnoli di Democracia Nacional, gli svedesi di Svenkarnas Parti e poi il britannico Nick Griffin, presidente del British
National Party e compagno di intolleranze di Nigel Farage.
Grande star del convegno Udo Voigt, eletto a Bruxelles lo scorso maggio sotto le insegne del Nationaldemokratische Partei Deutschlands, Npd, il partito nazionaldemocratico di Germania è la principale formazione di estrema destra sopravvissuta all’orrore del nazismo.
ALL’EUROPARLAMENTARE PIACE HITLER
Al 62enne Udo Voigt il passato del suo Paese non spaventa. Nel 2004 in un’intervista ha detto candidamente: «Indubbiamente Hitler è stato un grande statista tedesco», dimenticando i milioni di morti causati dal Fuhrer e i campi di sterminio.
Due anni dopo è stato condannato da un giudice della Corte distrettuale a sette mesi di pena (poi sospesa) insieme ad altri due funzionari del partito, per incitamento all’odio razziale e diffamazione.
Le istituzioni tedesche stanno da tempo cercando di mettere al bando l’Npd, definito come “anti-costituzionale”. Il primo tentativo nel 2001, quando il governo federale portò il caso in Tribunale. In quell'occasione il processo saltò quando si scoprì che alcuni dei dirigenti della formazione estremista erano agenti infiltrati.
Sabato 29 novembre si ritrovano gruppi neofascisti e nostalgici del Führer per il raduno degli hammerskin. Bande nazi-rock inneggianti alle Ss e all’odio razziale respinte da altri paesi qui hanno trovato ospitalità
Un altro tentativo è partito lo scorso anno quando è stato dato il via a un’altra inchiesta per volontà del ministro dell’Interno Thomas de Mazière. L’accusa è chiara i neonazisti targati Npd puntare a costruire in Germania una comunità etnica puramente tedesca, travolgendo la democrazia.
La giustizia tedesca ha però dato una mano a Voigt con le elezioni al Parlamento europeo del 2014. La Corte suprema ha definito incostituzionale lo sbarramento fissato al 3 per cento per le elezioni europee. Via libera alla sua candidatura e con un misero 1 per cento lo sbarco a Strasburgo.
Oggi siede nel gruppo misto e fa parte della commissione parlamentare che si occupa delle libertà civili nell’Unione europea. In pratica si dovrebbe occupare di proteggere i diritti dell’uomo e delle minoranze etniche.
Questo è uno dei suoi incitamenti quotidiani all’odio: «Il divario tra ricchi e poveri sta crescendo nel nostro Paese. Mentre gli stranieri ottengono appartamenti e sussidi, i tedeschi senzatetto, disoccupati e altri se lo possono solo sognare».
E poi giù una scarica di insulti ai giornalisti e politici (come se lui non lo fosse) colpevoli di «mentire alla gente».
IL NEMICO IN CASA
Il collante e il nemico di tutta la galassia nera sono sempre gli stessi: lo straniero e tutti gli sforzi per arrivare ad una società aperta e multietnica. Tutte le comunità di migranti che arrivano in Europa vengono a invadere. Sull’ultimo arrivato è facile scaricare la rabbia e la frustrazione per un mondo che cambia velocemente. Limitando i diritti solo ai «veri» italiani, tedeschi o francesi.
«Oggi il potere e le sue classi dirigenti politiche rispondono alle catastrofi che hanno provocato intensificando ulteriormente il processo di globalizzazione» si legge nel manifesto online del convegno di Milano: «Ai disastri causati dalla speculazione bancaria rispondono dando maggior potere alle grandi banche e alla grande speculazione cosmopolita. Respingiamo il modello che, attraverso l’indiscriminata immigrazione dal sud del mondo, spinge verso un’europa multietnica, multiculturale e multireligiosa».
Ecco il leit motiv dei nostalgici, nazionalisti, neo-razzisti, populisti e fascisti della porta accanto . Tutti hanno in comune la rabbia e la rivolta del popolo contro un nemico comune che toglie sempre qualcosa ai cittadini «puri»: la casa, il lavoro, la religione, la cultura e perfino le tradizioni culinarie.
Scaricando sull'Europa i mali della globalizzazione, l'impotenza della politica, le disuguaglianze sociali. Per questo tutti partiti vogliono fortemente uscire dall’Unione europea, mettere le barriere e combattere i nemici con la mano pesante: divisioni delle classi tra alunni stranieri e non, negazione dei diritti, zero welfare.
Un crescendo di ronde notturne, referendum per limitare l’immigrazione fino agli arresti ed espulsioni di massa. Ecco le parole d’ordine dei nazionalisti di tutta Europa.
http://espresso.repubblica.it/attualita/2014/12/17/news/l-internazionale-nera-si-ritrova-a-milano-1.192245
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