pubblicato il 28.05.15
Calcio popolare, antirazzismo e antifascismo: l’alternativa possibile ·
Calcio scommesse, di nuovo.
Non si sorprenderà, quindi, il lettore della manciata di arrestati fra calciatori, dirigenti di società, direttori sportivi e finanziatori: con l’espressione calcio moderno, d’altra parte, si vuole intendere anche – e soprattutto – questo, il pallone è una questione di capitali e più il presidente di una società ‘x’ ne ha, più essa ha l’opportunità di progredire nel panorama calcistico.
Stavolta, però, tra società e singoli coinvolti, spuntano nomi a metà tra il professionismo e il dilettantismo: Pro Patria, Akragas, Santarcangelo et cetera.
Il capitalismo finanziario, attraverso la mafia e meccanismi mafiosi – ché nell’ultima inchiesta legata al Calcio Scommesse di questo si parla – gestisce le società sportive come ‘ordinarie’ aziende che si trovano a gestire ingenti somme di denaro e i profitti conseguenti.
Il giornalista Fabio Paglialunga, nella giornata di oggi, ha twittato:
Fulvio Paglialunga @FulvioPaglia
L'importanza dei Supporter Trust: Flora voleva prendere il Taranto, i tifosi non ne permisero l'ingresso, andò a Brindisi. Ora è arrestato.
Già, perché, in tutto questo, è presente un altro aspetto del football che sta man mano emergendo nel corso degli anni in cui gli scandali del calcio italiano hanno soverchiato i successi e così alcune società sportive hanno deciso che il modello del calcio moderno, legato al capitale e alle pay tv, andasse completamente cambiato: «L’alternativa è possibile e realizzabile, all’estero degli esempi già ci sono e non capisco perché in Italia non si riesca a capire come sia necessario questo cambiamento: in Inghilterra c’è lo United of Manchester che è sostanzialmente, un gruppo di tifosi distaccatosi dal celeberrimo Manchester United, che possiede una società, sta costruendo uno Stadio ed è tutto in mano ai tifosi. Gli esempi ci sono, la via è realizzabile, bisogna solo rimboccarsi le maniche».
A parlare è Tommaso Pierangelini dirigente dell’ASD Ardita, squadra che milita nel girone B del campionato romano di Terza Categoria e che il 23 maggio disputerà i playoff per giocarsi la promozione in Seconda Categoria, in un’intervista apparsa sul ‘Nuovo Corriere Laziale’ del 13 aprile per lo speciale ‘Pop Football’.
Azionariato popolare contro le società che puntano ai grandi capitali, dunque: «la visione del calcio popolare in Italia è ancora abbastanza sconosciuta ed è alle prime armi: solo recentemente qualche società sportiva sta uscendo allo scoperto per formare dei gruppi di tifosi che comprano azioni ella società, entrando così a far parte del Cda della stessa, come nel caso della Taras di Taranto» anche se «il nostro modello è diverso: la società è interamente dei tifosi, dei giocatori e di tutti coloro che vogliono farne parte: ad inizio anno ci si iscrive, si diventa soci e si ha diritto di scelta sul futuro della società, dai progetti sportivi a quelli sociali, anche sulla linea della società stessa».
Oltre all’ASD Ardita, se si dovesse rimanere confinati al panorama calcistico della Capitale, l’altra squadra di calcio popolare che già è inserita in un campionato di Seconda Categoria è l’Atletico San Lorenzo, che non possiede solo la squadra di calcio a 11: «il campo a San Lorenzo (lo storico quartiere romano nda) non è soltanto ad uso e consumo della squadra di Seconda Categoria ma anche per tutte le altre attività che facciamo, ovvero, quella del calcio per bambini, la squadra femminile e anche le due squadre, maschili e femminili, di basket», ha avuto modo di dire al ‘Nuovo Corriere Laziale’ Marco Acciari, dirigente della squadra femminile di Calcio a 5 dell’Atletico San Lorenzo.
In totale controtendenza rispetto all’attualità e alle infelici dichiarazioni del presidente della LND Belloli a riguardo, i rossoblù dell’Atletico San Lorenzo possiedono una squadra di calcio femminile «che sta andando molto bene, la squadra quest’anno ha disputato il suo primo campionato (organizzato dal CSI) e vince quasi sempre: l’alta classifica è la sua realtà, al contrario della squadra maschile (ride nda)»
Come prima già detto, inoltre, i pionieri del calcio popolare non sono solo a Roma, per quanto importanti siano gli esperimenti che si sono verificati nella Capitale in tal senso: il Centro Storico Lebowski ha per poco mancato la quarta promozione consecutiva perdendo per due a zero la finalissima playoff contro il Donocratico: ma in pochissimo tempo i grigioneri toscani hanno scalato le categorie del dilettantismo ritrovandosi a lottare per la Promozione a seguito di un campionato che li ha portati ad occupare posizioni d’alta classifica.
Come scriveva Fabio Belli, sempre sullo speciale ‘Pop Football': «C’è chi giura di aver visto stipate a Firenze per una partita di prima categoria almeno 1000 persone nella leggendaria curva ‘Moana pozzi’ del Centro Storico Lebowski, club che rivendica le proprie radici antirazziste e antifasciste e anche un pizzico di goliardia, come suggerisce il nome di battaglia dei propri aficionados».
Per non parlare della Quartograd, squadra campana, che «ha ottenuto due promozioni consecutive, salendo dalla Terza alla prima categoria in due anni» e ora, a seguito della vittoria contro il Città di Casoria, si giocherà la finalissima per la Promozione contro la Virtus Liburia.
E tra i dilettanti ci sono anche le società di AfroNapoli United, Liberi Nantes, San Precario, Spartak Lecce, Lokomotiv Flegrea e Stella Rossa 2006 per finire a quelle società che stanno muovendo i primi passi nei campionati amatoriali (CSI o UISP), come – due esempi per tutti – la Gagarin di Teramo e la Spartak Lidense di Ostia.
I cosmonauti teramani hanno, infatti, come obiettivo, quello dell’iscrizione in Terza Categoria per la prossima stagione: «il prossimo anno, il nostro obiettivo è quello dell’iscrizione alla terza categoria, come d’altra parte hanno già fatto alcune squadre romane: l’Ardita – ad esempio – ha condotto un percorso simile, nel corso degli anni si è sviluppata in campionati amatoriali e di Terza Categoria e ora si sta per affacciare in seconda», ha affermato Ignazio Tancredi e, così come per l’Atletico San Lorenzo, sulla maglia della Gagarin non c’è sponsor.
Infine lo Spartak Lidense che al sito Vocidisport.it ha dichiarato – per bocca di Luca Masi, dirigente accompagnatore e responsabile comunicazione della squadra – come gli obiettivi prefissati dalla squadra «possono essere distinti per scadenze: nel breve-brevissimo termine, ovvero quello che stiamo vivendo, ci riterremo soddisfatti nel creare una realtà di dimensione territoriale, ben riconoscibile e, magari, seguita nelle attività fuori e dentro al campo da un gruppo “fedele” di tifosi-soci. Nel medio termine – magari già dalla prossima stagione – ci piacerebbe partecipare ai campionati federali; l’idea quindi è quella di iscriversi alla Terza Categoria FIGC. Vedremo, nel corso di quest’anno, se sarà possibile a livello economico, organizzativo e tecnico. L’obiettivo finale, quello che ci renderebbe totalmente soddisfatti, è arrivare a gestire un campo sportivo, in modo da avere totale libertà d’azione e di iniziativa. Permettere a bambini e bambine del nostro quartiere di praticare questo sport a prezzi accessibili e in un ambiente sano e libero da ogni “malattia” del calcio mainstream, sarebbe il coronamento perfetto del progetto Spartak Lidense».
Insomma, per concludere con le parole di Pierangelini rilasciate al settimanale sportivo di un paio di mesi fa: «Questa, quella del calcio popolare, è l’unica alternativa: bisogna tentare con l’azionariato popolare e, dal momento che questo sistema ha fallito del tutto, è doveroso provarne un altro».
http://www.sinistraineuropa.it/approfondimenti/calcio-popolare-antirazzismo-e-antifascismo-lalternativa-possibile/
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